Dopo l'oro nella spada a squadre alle Olimpiadi di Saint Louis, lasciai la spada per lo spiedino e mi impiegai presso una rosticceria di Toledo, ma il mio destino non era quello di infilzare polli, sicché abbandonai Toledo e trovai impiego presso un circo di Madrid come lanciatore di coltelli. Col nome di Pablo El Destripador Tímido mi esibivo con la mia assistente Juanita, una graziosa brunetta di Alcántara priva del lobo destro per un incidente occorsole con un precedente datore di lavoro, Ernesto El Bizco Loco, che soffriva di esotropia all'occhio sinistro. Per timore di colpirla, i miei lanci risultavano così distanti dal suo bel corpo formoso che durante gli allenamenti centrai due leoni, una giraffa, tre macachi e accecai Bubu El Perro con dos Ojos, il quale da quel giorno si esibì col nome di Bubu El Perro Pirata. Ma ahimè un giorno centrai a una gamba Armanda La Bruja Maliarda, a cui dal quel momento toccò esibirsi col nome di Armanda El Flamenco de una Sola Pierna, così decisi di spezzare la lama una volta per tutte e appendere l'elsa al chiodo. Ora per riparare a tutti i miei errori sto frequentando un corso di taglio e cucito, il mio animo è mutato e desidero solo aiutare il mio prossimo.
mercoledì 31 luglio 2024
lunedì 29 luglio 2024
(Tragicommedia dell'infanzia). In pieni anni ottanta a Rivabella di Rimini si smarrivano i bambini sulla spiaggia, ammucchiati come ombrelli venivano raggruppati presso il chiosco dei bambini smarriti e se ne dava contezza attraverso accorati appelli trasmessi dagli altoparlanti, la maggior parte di loro veniva recuperata in giornata, le giacenze venivano tradotte mestamente all'orfanotrofio e qui dimenticate per sempre. Io non volevo finire all'orfanotrofio, sicché rimanevo sempre attaccato alle gambe della nonna, avevo il terrore di essere smarrito, io che ero già stato smarrito dai miei genitori, la possibilità di perdermi apriva nella mia mente impressionabile di bambino scenari sconcertanti alla Dickens, già mi vedevo spedito in paesi lontani dove venivo scambiato con una Mercedes, io che ero bello e biondo come il figlio dei ricchi e sicuramente valevo il prezzo di una berlina di grossa cilindrata. Le paure che avevo quando ero piccolo non si possono spiegare, percepivo le presenze, intuivo gli spettri, mi sembravano oggetti reali come reale è l'occhio che vede il sole, la mano che tocca la terra, e insomma, per farla breve, ero un fifone di prima categoria, il non plus ultra dei paurosi, e ancora oggi che mi nascondo dietro a quello che scrivo non mi sento tanto al sicuro, nella vita come in spiaggia. Dei bambini dimenticati all'orfanotrofio poi non ho saputo più niente, spero solo che abbiano trovato una famiglia che abbia dato loro da mangiare.
Siccome bisognava fare una cerimonia inclusiva allora hanno chiamato il visagista delle dive che ha riempito Parigi di drag queen e obese body positive inscenando un "rito pagano". Il cosiddetto "rito pagano" si è poi risolto in una serata pazza al Muccassassina, perché ormai tutta la trasgressione si è conformata al modello borghese del night club, quando i veri pagani strappavano il cuore delle loro vittime oblandolo a Tezcatlipoca, il dio del destino e della notte (e poi pagano sarà lei, direbbe il fiero azteco guardando il cristiano mangiare il corpo di Cristo). Nemmeno una cosa nobile come la liberazione dell'individuo, qualunque cosa sia, riesce a mantenersi tale quando viene data in pasto alle cosiddette "campagne di sensibilizzazione". Il gusto attuale, ritenendosi superbamente più smart di quello di tutte le epoche precedenti, procede alla cieca per progressive trasgressioni che non trasgrediscono ormai un bel niente, essendo ormai abbondantemente concesso tutto, ormai tutto digerito e rimasticato dal grosso stomaco ruminante della modernità, post- o meno che sia. Alla base di tutto, il grande equivoco: io non voglio essere incluso in una società, io voglio che la società non mi includa affatto e mi lasci semplicemente essere in santa pace quel che sono.
"Questo invero significa soltanto: gli uomini devono essere adattati agli scopi del tempo, per potervi metter mano il più presto possibile: devono lavorare nella fabbrica delle utilità generali prima di essere maturi, anzi perché non diventino maturi affatto - in quanto questo sarebbe un lusso che sottrarrebbe una quantità di forze al «mercato del lavoro». Si accecano certi uccelli perché cantino meglio: io non credo che gli uomini di oggi cantino meglio dei loro avi, ma quello che io so, e che li si acceca per tempo."
Nietzsche, Sull'utilità e il danno della storia per la vita
domenica 28 luglio 2024
Adesso siamo ancora agli sports minori, tipo le gare di puzzette e il lancio della forchetta, ma quando arriverà l'atletica, la regina delle discipline, allora sì che vedremo all'opera il superuomo, l'ideale greco. No agli sport ridicoli: quelli col visierino e i paraocchi che centrano un post-it con la pistolina ad acqua, la breakdance, la BMX, lo skateboard, il beach volley e tutte ste americanate del picio, le arti marziali orientali in genere che francamente non c'entrano una mazza col Monte Olimpo (visione bizzarra di Zeus in accappatoio che atterra Marte con una piedata in testa come Bruce Lee), sì al pancrazio e agli sport che prevedono il lancio di solidi platonici ed euclidei, come l'esaedro, il dodecaedro, il peloponneso, ecc., ritorno all'ideale della kalokagathia, modernità come malattia infestante della bellezza.
sabato 27 luglio 2024
Dentro il rovo di lauro c'è una complessa metropoli stratificata abitata da lucertole che dai livelli più bassi risalgono sui tetti per riscaldarsi il sangue freddo al sole. I gatti ci si appostano davanti aspettando che escano, le acchiappano e di tanto in tanto le lasciano a terra morenti con le code mozzate, così, per gioco, perché poi preferiscono mangiare gli avanzi di caciocavallo che arrivano regolarmente dopo i due pasti principali. Anche i gatti, appena possono, si imborghesiscono, è un principio universale. L'altra sera, non avendo avanzato niente, ci siamo dimenticati di dargli da mangiare, così il più sfacciato è salito sul davanzale della finestra della cucina, miagolando e guardando dentro contrariato, come a dire: hey, che succede, quando arriva la pappa? Ci ha fatto ridere. Anche il tacchino induttivista si era imborghesito e aveva dedotto che il pasto principale fosse in realtà un principio cosmico certissimo, ma i nostri gatti possono stare tranquilli, nonostante le mie origini venete non abbiamo in previsione di tirargli il collo per farceli arrosto.
Ci hanno messo dentro davvero tutto: la montgolfier, i fratelli Lumière, le savon de Marseille, mancava solo la guillotine che pur ebbe larga diffusione in Svizzera, Belgio, Germania, Stato Pontificio, un omissis storico, oltre che ideologico. A un certo punto, ormai stremato dal pandemonio dei tarantolati e nel bel mezzo di un attacco epilettico, mi par d'aver udito distintamente anche un "mangiatrice di giavellotti" che ha dato la stura a tutta una serie di rêverie piuttosto bizzarre che è meglio non star qui a specificare.
venerdì 26 luglio 2024
Ci fu un filosofo, il primo, Talete, che morì di caldo sugli spalti mentre assisteva a una gara della 58ª olimpiade, così lo ricorda Diogene Laerzio:
Curiosamente, proprio a Talete capitò di morire di disidratazione, lui che tutto l'universo aveva fatto d'acqua: acqua la terra, acqua l'aria, acqua anche il fuoco, e proprio nel momento in cui ne avrebbe avuto più bisogno, non gli capitò di trovarne sugli spalti nemmeno una goccia essendo in quel momento fuori servizio anche il servizio di ristorazione. Sembra quasi una storiella inventata a bella posta, e probabilmente in effetti lo è, agli antichi greci piaceva sbertucciare da morto chi in vita aveva avuto troppa fortuna, probabilmente per senso di giustizia, o forse solo perché erano invidiosi.
Anche a Talete, come ad Icaro, poche semplici regole avrebbero forse salvato la vita: bere molta acqua, mangiare frutta e verdura e non uscire nelle ore più calde.
Come sono già tutti eccitati i cronisti nel dar notizia dei primi sabotaggi e dei primi allarmi bombe, non vedono l'ora che gli passi davanti la Storia nella forma di qualche prelibatissimo attentato, i fuochi d'artificio dello Zeitgeist, a loro gli fa curriculum. Le più eccitate, come al solito, le testate on line, in combutta con i colleghi iettatori della televisione che ogni tre per due ci impacchettano col fiocco i servizi su Monaco '72, quella sì un'edizione storica, altro che Tokyo 2020 che se non fosse stato per il Covid non avrebbe fatto manco statistica. Beccamorti.
La natura è in splendida forma stamattina, l'afa ci ha dato un po' di tregua e il termostato del caldo è tarato sulla giusta temperatura. La Sila ci guarda maestosa e immobile come un dio, il basilico e il prezzemolo sono belli tonici, l'erba cipollina ha messo su una zazzera da adolescente nella fase di sviluppo, le begonie si stanno riprendendo. Abbiamo certe begonie rosse come le labbra di Marilyn Monroe, con le foglioline pelosine e le clorofille tutte roride di sudore. Sensualità della natura qui nel meridione, le colline sono le mammelle e gli avvallamenti le cosce lanose di alberi d'ulivo.
mercoledì 24 luglio 2024
Odio i cetrioli, il cetriolo è un'anguria che non ce l'ha fatta. La mia ideale linea Maginot quando mangiavo l'anguria si fermava almeno a un centimetro e mezzo dalla parte verde, lei considera invece parte edibile del melone ad acqua tutta la buccia fino a un millimetro dalla corchia esterna, io ancora non mi capacito. Dico: abbiamo l'anguria, anzi, l'angüria, come si diceva dalla nostre parti, con il suo cuore rosso rosso e succoso, doce come 'o zucchero, e tu vai a cercarti proprio la parte verdognola che sa di terra? Tanto vale mangiare l'erba. No, non mi capacito. Il guaio è che fa proseliti, l'eresia si sta diffondendo come l'arianesimo ai tempi di Sant'Agostino.
La sgradevole sensazione che le decisioni prese oltreoceano dagli elettori americani andranno ad impattare anche sulla nostra placida routine quotidiana, che ci entreranno direttamente in casa dalla biologica quando saremo comodamente seduti sulla tazza del water, che non si potrà più beatamente vivere nascosti come gli epicurei, che la Weltanschauung di un coltivatore diretto del Minnesota deciderà le sorti del nostro bel giardino filosofico con annesso tutto il cenacolo di discepoli. L'unica salvezza è che nell'attuale panopticon globale l'occhio del grande scrutatore non si posi mai sul nostro piccolo angolino di mondo, che la nostra irrilevanza possa suscitare in lui quel briciolo di compassione.
martedì 23 luglio 2024
Ha piovuto finalmente, abbiamo avuto la nostra razione di acqua mensile, adesso aspettiamo l'episodio di agosto e nel frattempo mettiamo in atto tutte le procedure di resilienza, quest'acqua ci dovrà bastare per altre quattro settimane. Dai tuareg abbiamo appreso l'imperturbabilità, dalle lucertole spinose del Sahara il trucco di sollevare alternativamente le zampine sulla sabbia rovente, dalle rane psicotrope del Mojave lo stratagemma di succhiare la condensa dei cactus senza rimanere attaccati con la lingua, insomma, natura magistra vitae. Per sopravvivere alla natura bisogna farsi natura, un esatto processo di mimesi è il solo che può garantirci la salvezza, come Achille a Sciro travestito da donna noi ci facciamo zolle riarse e piante grasse, guai a incrociare lo sguardo di Medusa, guai a sfidare vis-à-vis il sole rovente, si rischia la fine di Icaro, o di Prometeo, che rubato il fuoco agli dei ha dovuto pagar dazio e patire l'eterno tormento. Resto comunque dell'opinione che Icaro con una buona protezione solare ed evitando di uscire nelle ore più calde sarebbe potuto scampare al disastro.
lunedì 22 luglio 2024
I deliri di Zarathustra ci indicano la strada che porta al superamento dell'uomo, ma lo fanno appunto liricamente, lo spirito della terra va compreso zompettando come fauni nella foresta e il compito esige da noi un'attitudine già oltreumana, insomma, servono orecchie speciali per comprendere non solo la soluzione proposta ma anche e soprattutto il problema. Stiamo forse diventando superuomini noi attuali, a nostra insaputa? Sembrerebbe che siamo ancora in alto mare. Lo spirito della terra è per noi un panino al prosciutto e una spolverata d'ateismo, così facile per noi che non ci sentiamo ormai più di tanto minacciati dalla natura imprevedibile, e quand'anche fosse ci appelliamo alle politiche green. Non era esattamente quello che aveva in mente Nietzsche.
sabato 20 luglio 2024
Ohi che pace quando le cicale finalmente interrompono lo sfregamento del timballo posto sull'addome, vera colonna sonora dell'estate, dopo mezz'ora però hanno già rotto i marones. Con un fucilino ad aria compressa appostarsi quatti quatti tra la vegetazione, beccarle dritte in mezzo alle palle degli occhi, pem pem pem, vederle cadenti a terra stecchite, come le stelle. Ho appena udito su internet il canto delle cicale della Nuova Zelanda: delle mitragliatrici automatiche. A che servono le cicale? Erano sacre agli ateniesi. "Secondo Orapollo la cicala simboleggiava l'iniziazione ai misteri, poiché essa, anziché cantare con la bocca, emette suoni dalla coda". Ma che li emettesse pure col culo, sempre fastidiose restano. Secondo un'errata credenza ripresa dall'illustre naturalista comasco Plinio il Vecchio "si riteneva che le cicale si nutrissero di sola rugiada e ciò faceva sì che il loro corpo non contenesse sangue e non dovessero espellere escrementi" per cui gli antichi le ritenevano simbolo di purezza. Io sto invece con Virgilio e Ludovico Ariosto che le ritenevano querule e noiose. Delle cicale, ci cale ci cale ci cale, della formica invece non ci cale mica.
C'è un tempo di internet in cui siamo tutti epigoni della contestazione giovanile comodamente collegati dal tablet e dal cellulare. C'è un tempo di internet in cui siamo tutti liberal, progressisti, libertari, rispettosi delle minoranze (sorvolando su quanto sia irrispettoso e oltretutto razzista indicarle benevolmente come minoranze). C'è un tempo di internet in cui finalmente smettiamo di fare i bravi e magari iniziamo ad esserlo veramente. Riempitisi le bocce con l'accoglienza dei migranti, la maggioranza di questi accoglienti storcerebbe il naso ad invitare a pranzo il lavavetri trovato all'incrocio, e anche qualora lo facessero, lo farebbero per segnalare a se stessi e agli altri la loro azione virtuosa, non per un genuino trasporto umano. Ravvolti come siamo nei nostri civilissimi costumi, di questo genuino trasporto umano si sta perdendo in noi ogni traccia.
Bertrand Russell, ahimè, gode di buona stampa, ma non posso perdonargli la meschinità con la quale liquida il pensiero di Nietzsche in quella raffazzonata accozzaglia di lezioncine filosofiche che è la sua Storia della filosofia. Ahimè ha vinto per giunta un Nobel per la letteratura, quando si sa che in fatto di letteratura anche solo un Gadda o un Céline potrebbero cagargli in testa su tutta la linea. Ma si sa, il Nobel è una faccenda politica, e Russell era a quei tempi un mito della contestazione giovanile. C'è nel giudizio su Nietzsche il pregiudizio del filosofo analitico nei confronti dei continentali e l'accusa assai trita e cretina di aver ispirato il nazismo. Bertrand Russell è un cretino. Il che non vuol dire che non sia anche intelligente, si può essere molto intelligenti e anche cretini, e questo è proprio il caso di Bertrand Russell.
venerdì 19 luglio 2024
Eppure, e non lo dico per semplice polemica, l'idea che esiste un mondo materiale che viene poi tradotto in immagini mentali da certi organi di senso essi stessi materiali e che per giunta fanno da ponte fra quello stesso mondo materiale e il fantasmatico mondo sensoriale, non è supportata di fatto da alcuna evidenza empirica. E ve lo dice uno che quando sente dire "corpi intermedi" pensa subito a qualche diavoleria spiritica.
giovedì 18 luglio 2024
Ne abbiamo parlato così tanto, lasciate che ve li presenti: eccoli qua, gli amori di paparino loro, una piantina di basilico e una di prezzemolo, l'erba cipollina invece non è potuta entrare nell'inquadratura ma vi manda lo stesso tanti saluti (forse fa in tempo a spuntarne un zic in alto a destra).
Io Dioniso? Al massimo un fauno con la sciatica, ma rileggersi Nietzsche dopo vent'anni di filosofia lasciata sedimentare, liberato finalmente dal bisogno di trovare delle risposte, rileggersi Nietzsche e Schopenhauer è per me un piacere pari al bicchierino di passito che di tanto in tanto mi concedo fra una boccata di Red Virginia e l'altra. Ora comprendo lo Zarathustra, chiedermi anche il superuomo sarebbe un tantino esagerato, al massimo una corda tesa fra l'uomo e il diclofenac.
mercoledì 17 luglio 2024
"La fine dello scorso secolo è stata l’epoca d’oro dell’etimologismo. Devoti alla dea Ragione, gli uomini s’illusero di aver toccato con mano la Verità. Fu un momento di gioia piena, orgogliosa, trionfante. Poi, a poco a poco, e mentre le concioni degli ‘illuminati’ e gli zum-zum delle filarmoniche echeggiavano ancora nel cielo senza Dio, la delusione cominciò a minare quel terreno in apparenza così solido. E quello che in principio sembrava l’aurora di una vita nuova e lucidissima, non era invero se non il segno che corri corri, arranca arranca, la civiltà settentrionale era arrivata su un binario morto."
Savinio, Alberto. Nuova enciclopedia (p.124). Adelphi.
lunedì 15 luglio 2024
Sembra tutto una sciocchezza ormai, hanno sparato a Trump, ci fanno sopra un meme e passano alla prossima stronzata, ormai informarsi su internet è come andare all'ortofrutta, che ti va oggi, un po' di Biden? Ma sì, vada per un po' di Biden, una fregnaccia su Biden e via, avanti il prossimo. Che poi la salute di Biden fino a ieri era argomento di destra, argomento indicibile, argomento populista, ora che pure George Clooney (sì, George Clooney, il pediatra di E.R - Medici in prima linea) s'è pronunciato, fra i democratici è tutto un "eh be', si vede che è vecchio, si deve ritirare". Quando attaccano con una fola non la finiscono più, il bullismo dei mezzi di informazione organizzati in spedizione punitiva, una volta che ci capiti sotto sei fritto, da oggi l'abilismo su Biden è consentito anche a sinistra: vai con la merda. Faccio bene a dedicarmi al mio prezzemolo.
domenica 14 luglio 2024
Al sud la natura è aggressiva, la natura ci vuole morti. Non siamo assediati solo dal caldo, dall'arsura e dalla mancanza d'acqua (la quale acqua ci assedia invece sottoforma di immancabile afa), ma frotte di insetti cattivi ci fanno la posta dalle finestre chiuse per entrare e divorarci nel sonno. Insetti simili a vespe che qui chiamano cudilonghe iniziano a ronzare fra persiane e vetri fin dalla mattina e ronzando e urtando contro i vetri ci svegliano ricordandoci che là fuori ci attende un mondo ostile, che non siamo i benvenuti, che là fuori comandano loro e vogliono entrare e invadere anche lo spazio degli uomini civili così faticosamente e artificialmente sottratto al dominio degli imenotteri. Già nei miei incubi mattutini vedo il mio corpo delicato e muliebre di maschio settentrionale divorato vivo da questi operosi assassini che non conoscono il riguardo che si deve al baygon e alle zanzariere. I corpi di qui, temprati dalle alte temperature e ancestralmente addestrati agli assalti della natura ostile, non sembrano darsene cura, dovrò al più presto rinforzarmi anch'io, o non ne uscirò vivo.
venerdì 12 luglio 2024
"l'uomo moderno soffre di una personalità indebolita. Come il romano dell'epoca imperiale [...] perdette se stesso sotto l'irrompere delle cose straniere e degenerò in mezzo al cosmopolitico carnevale degli dèi, costumi ed arti, così deve accadere all'uomo moderno, che si fa preparare di continuo dai suoi artisti della storia la festa di un'esposizione universale; è diventato uno spettatore gaudente e peregrinante, ed è caduto in una situazione dove perfino grandi guerre e grandi rivoluzioni possono cambiare a malapena qualcosa per un momento. Ancora non è finita la guerra, e già essa è convertita in carta stampata in centomila copie, già gli viene presentata come nuovissimo stimolante al palato estenuato dei bramosi di storia." "così l'individuo si fa esitante e insicuro [...] sprofonda in se stesso, nell'interiorità, cioè in questo caso nel deserto accumulato delle cose apprese che non agiscono all'esterno, dell'erudizione che non diventa vita."
Nietzsche, Sull'utilità e il danno della storia per la vita
lunedì 8 luglio 2024
sabato 6 luglio 2024
Prima regola di una piantina felice: trovarle il posto giusto, questo perché, a differenza dei gatti che quando hanno freddo si appallottolano sui cofani e quando hanno sete bevono dal water, le piantine, ad esclusione dei trifidi, non deambulano autonomamente, a meno che assieme alle radici non deambuli anche il terreno circostante, ma questo dopotutto è un fenomeno raro e se vogliamo anche catastrofico. Altro aspetto importante è l'irrigazione: stamattina le piantine mi chiedevano il Polase, si erano sdraiate afflitte nei loro vasi sudari stremate dall'afa mattutina, innaffiate, ora sfidano baldanzose la legge di gravità come le poppe di Dolly Parton: missione compiuta. Le succulente, diversamente, sono i cammelli del regno vegetale, le loro poppe, pardon, le loro foglie carnose, grazie ai loro parenchimi acquiferi, trattengono tutta l'acqua di cui hanno bisogno, e in emergenza, come i radicali, possono riciclare anche la propria pipì. Queste sono le basi, il vostro apprendista giardiniere vi dà appuntamento alla prossima puntata.
venerdì 5 luglio 2024
Il mondo dell'informazione è così laido che ogni volta che ascolto o guardo un notiziario poi sento il bisogno di lavarmi le orecchie e riposarmi gli occhi, andrebbero guardati con gli occhiali scuri, ascoltati con i tappi di cera, oppure proprio non ascoltarli affatto e vivere la vita beata delle piante e godere della luce e della fotosintesi clorofilliana, senza coinvolgimento in questioni che pensiamo debbano richiedere un nostro pronto intervento etico-morale: il femminicidio, le guerre, il cambiamento climatico. Io personalmente non ammazzerei nessuna femmina, non provocherei nessuna guerra, non cambierei nessun clima al mondo, mi accontenterei che piovesse, che so, almeno una volta a settimana, una pioggerellina corroborante come un massaggino shiatsu, giusto per dissetare l'erba cipollina, e per il resto mi ritiro umilmente nella mia irrilevanza, sordo alla cacofonia del mondo.
lunedì 1 luglio 2024
Appunti nietzschiani: Lo Spirito della Tragedia
Se non ora, quando? Era questo il momento di riprendere Nietzsche attingendo dall'originale invece di farselo spiegare sempre per interposta persona. Ho portato a termine la lettura de La Nascita della Tragedia e mi sono talmente immerso nell'esperienza estetica, immerso nel clima del romanticismo tedesco, che pur con questo caldo mi è spuntata una redingote e tuttavia anche un chitone corto al ginocchio, alla moda di Odisseo. In questo libro è il giovane professore universitario Nietzsche che scrive con lo sguardo rivolto a Wagner e a Schopenhauer, la tesi è che la bella tragedia attica di Eschilo e Sofocle emerga dallo spirito musicale di Dioniso mediato dal necessario contrappunto logico-formale dell'apollineo. Dionisiaca è dunque la pura intuizione artistica, l'infinita forza vitale da cui tutto sgorga in grado di mettere in relazione l'individuo con il Tutto (in pratica la Volontà di Schopenhauer), apollineo è il moto intellettuale che racchiude quell'infinito nella bella forma codificata. Ma ahimè, a un certo punto giunge un corruttore, un distruttore di quell'eccellente equilibrio, il suo nome è Socrate.
"il prototipo dell'ottimismo teorico che, con la menzionata fede nell'attingibilità della natura delle cose, concede al sapere e alla conoscenza la forza di una medicina universale e vede nell'errore il male in sé." "Perfino i fatti morali più sublimi, i moti della compassione, dell'abnegazione, dell'eroismo [...] derivano secondo Socrate e i suoi seguaci o simpatizzanti fino ad oggi, dalla dialettica del sapere, e sono considerati in conformità come apprendibili."
Quella di Socrate è dunque la corruzione dell'intellettualismo che limita la disposizione alla grandezza, un superficiale richiamo alla ragionevolezza che opera in nome del principio morale e moralizzatore, l'eruditismo ottimistico contrapposto alla conoscenza tragica vissuta sulla pelle dal greco antico.
Qui Nietzsche, egli stesso ottimista, non nasconde però la sua speranza che il vero spirito tedesco si stia infine risvegliando, incorrotto nella sua grandezza e portatore di antichi miti, per mezzo della musica di Wagner, e che essa possa spazzare via tutto il socratismo della vita moderna, speranza vana e come vedremo destinata ad essere disillusa (rottura con Wagner nel frattempo convertitosi al cristianesimo, ennesima emanazione del socratismo).
[continua]