giovedì 16 marzo 2023

Minutemen

24.000 km orari in orbita suborbitale, raggiunto il vertice della parabola, la cuspide conica della testata nucleare si stacca dal supporto orientabile e cade per inerzia dall'altezza di 100 km ruotando sul proprio asse per conservare il momento angolare, come una grossa punta di matita. Non la si vede nemmeno arrivare, l'esplosione è improvvisa, la distruzione istantanea, silenziosa sopraggiunge come un ladro nella notte. La soggezione che crea la guerra nell'animo di noi disabituati alla morte forse necessiterebbe di una terapia psicologica ad hoc per rafforzare il carattere, così da essere pronti ad ogni evenienza, come i Minutemen che diedero il nome a queste formidabili macchine di distruzione ("Minutemen è il nome dato ai membri della milizia delle Colonie Americane, che dovevano essere pronti per la battaglia con un preavviso di un minuto."). Oriana Fallaci ci aveva avvertiti: l'aver perso anche solo la nozione dell'uso del pugnale a baionetta ha fatto di noi degli esseri vulnerabili, privi della capacità di difendere i nostri valori. Nelle scuole andrebbe forse messo da parte Leopardi e promosso un corso di studi incentrato sull'apprendimento delle tecniche nucleari di base, che ancor più della poesia permettono la sopravvivenza della civiltà occidentale. Chi non si adegua è colpevole.

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