sabato 18 marzo 2023

Cpi, Circo Penale Internazionale

Putin è fregato, è ricercato dall'Interpol, adesso appena metterà fuori il naso dalla Russia lo arresteranno per crimini di guerra, dice che ha deportato dei bambini, un pretesto, del resto anche Al Capone è stato incastrato per evasione fiscale. Addio Parigi o cara, le mille luci di Pigalle, addio Stati Uniti d'America. Ah no, aspetta, nemmeno gli Stati Uniti riconoscono la Corte Penale Internazionale dell'Aia, come anche la Cina, e Israele. Si troverà il modo. Forse lo beccheranno in Sudafrica che si deve far perdonare cinquant'anni di apartheid, ma è improbabile. Ci sarebbe la fila per farsi processare per crimini contro l'umanità, più lunga della lista d'attesa di una risonanza magnetica, per alleggerire le pratiche di solito intervengono gli Stati Uniti intra moenia e neutralizzano i sospettati senza processo, paghi subito e ottieni la prestazione, un bel risparmio per i contribuenti. Ma Putin è un altro paio di maniche, Putin is too big to fail, mica è un Gheddafi qualunque. Piuttosto fa riflettere come sia così facile aggirare la giustizia, intendo il diritto positivo, quello creato e imposto da un'entità sovrana a cui basta non riconoscere la sovranità, e il fatto che siano i maggiori attori internazionali a non riconoscere la Corte Penale dell'Aia, per tenersi libere le mani nel caso di improrogabili ragion di stato che necessitino di un'azione energica, la dice lunga sul fatto che per imporre un diritto non serve tanto appellarsi alla Dea Giustizia quanto avere potere effettivo, potere di imporre quel diritto sul campo, anche a cannonate. È la fiera dell'ipocrisia, la giustizia è un'altra cosa. (solo nei paesi che aderiscono alla Corte Penale Internazionale vige l'obbligo di arresto, in tutti gli altri vige la discrezionalità).

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