mercoledì 22 marzo 2023

Il doppio standard occidentale, l'esempio della Cecenia

Non sempre l'occidente è stato così inflessibile nel condannare le invasioni russe, a questo proposito è bene ricordare la vicenda della Cecenia. 

Prima guerra cecena. Antefatto: il 6 settembre 1991 i militanti del partito del Congresso Nazionale del Popolo Ceceno dichiarano unilateralmente l'indipendenza della Cecenia tramite defenestrazione del rappresentante del Partito Comunista dell'Unione Sovietica a Groznyj, e linciano gli altri membri del partito. Nei mesi successivi si moltiplicano gli atti di violenza contro le popolazioni non cecene (russi, ucraini, armeni) che vengono costretti a lasciare in massa il paese. Inizia dunque un periodo di tentativi andati a vuoto di rovesciare il governo ceceno, tramite colpi di stato eterodiretti e attività di guerriglia a bassa intensità. Verso la fine del 1994 l'esercito russo decide di intervenire direttamente allo scopo di "stabilire l'ordine costituzionale in Cecenia e di preservare l'integrità territoriale della Russia". L'11 dicembre 1994 le forze armate russe lanciano un attacco missilistico su Groznyj da tre fronti in quella che viene definita "la più grande campagna di bombardamenti in Europa dai tempi della distruzione di Dresda". La forza bruta sembra inizialmente sortire i suoi effetti, inizia però una sfiancante guerra di resistenza cecena che di fatto impedisce alla Russia di prevalere. Michail Gorbačëv definisce la guerra una "vergognosa avventura sanguinaria" e il cancelliere tedesco Helmut Kohl "pura follia". Il vice Ministro della Difesa Boris Gromov (uno dei comandanti nella guerra in Afghanistan) e il gen. Poljakov rassegnano le dimissioni come protesta contro la guerra. Gromov afferma alla televisione: "Sarà un bagno di sangue, un altro Afghanistan". Le organizzazioni per i diritti umani accusano "le forze russe di aver utilizzato in maniera sproporzionata ed indiscriminata la forza quando vi erano episodi di resistenza, determinando in questo modo un alto numero di vittime civili". La guerra fallisce e nel 1996 Eltsin è costretto a stipulare con i ceceni un trattato di pace. Grande è lo smacco per l'orgoglio russo. 

Seconda guerra cecena. Dopo la prima guerra cecena Groznyj è ridotta in rovina e il governo non riesce a tenere le periferie cadute in mano alle milizie locali. Nel 1999 il governo ceceno, in violazione del precedente trattato di pace, decide di invadere il territorio russo del Daghestan per dar man forte ai separatisti. I russi soffocano la rivolta ricorrendo alle bombe termobariche. Contemporaneamente all'invasione del Daghestan, una serie di attentati terroristici rivendicati dallo sconosciuto "Esercito per la Liberazione del Daghestan" uccide 293 persone tra Mosca e Volgodonsk ("Bombe nei palazzi"). Eltsin incolpa subito i ceceni, in America, il senatore John McCain sostiene che gli attentati siano stati preparati dai servizi segreti russi per giustificare una resa dei conti in Cecenia. Il 1999 è anche l'anno della salita al potere di Putin, la dietrologia vuole che gli attentati siano stati organizzati a bella posta per preparare il colpo di stato putiniano. Putin fa dell'annientamento della resistenza cecena il suo cavallo di battaglia ("li inseguiremo fin dentro il cesso"), dichiara illegittima l'autorità del presidente ceceno e dà l'avvio a una violentissima offensiva dal cielo e da terra che rade al suolo quel poco che era rimasto in piedi della Cecenia e costringe la popolazione civile a riparare nella filorussa Inguscezia. 

E la comunità internazionale? Già all'epoca della prima guerra cecena il democratico Bill Clinton aveva affermato in un incontro a Mosca con Boris Eltsin che la Cecenia era parte integrante della Russia. Nel 1999 Clinton ribadisce che non è interesse degli Stati Uniti sanzionare la Russia per le vicende cecene. Il Segretario dell'Onu Kofi Annan si limita a richiamare i contendenti alla precauzione di "fare il possibile per limitare le vittime civili". L'Unione Europea si dichiara "profondamente scossa" auspicando il "più rapido cessate il fuoco", senza far riferimento a sanzioni economiche. Nel frattempo crimini dell'umanità sono segnalati da Amnesty International e denunciati da entrambe le parti. L'annessione della Cecenia alla Repubblica Federale Russa è sancita tramite referendum tenutosi il 23 marzo 2003. La Cecenia nel frattempo è distrutta, Groznyj ridotta a un cumulo di macerie, il terrorismo islamico è stato sconfitto nell'interesse russo e di quello occidentale. 

Doppio standard, doppia morale, oggi ci risvegliamo improvvisamente con Putin criminale di guerra e la Russia come nuovo stato nazista. Contrordine: i russi sono tornati a mangiarsi i bambini.

3 commenti:

  1. prova a fare un gioco con amici e conoscenti, con una carta cieca: indichino almeno approssimativamente dove si trovi la cecenia (più piccola del veneto). ma anche la georgia, il kossovo, il venezuela e la colombia, taiwan. prova a dire a un napoletano che la sua città si trova più a est di Trieste, a un veneziano che la sua è più a ovest di palermo.
    quanto alle carte, la groenlandia risulta uguale, se non più grande, del continente africano, il quale è quindici volte più esteso dell’isola artica.
    persino l'ex ambasciatore Pietro Quaroni, a Kabul per otto anni e personaggio di grande livello, scriveva delle dimensioni dell'afghanistan in modo clamorosamente sbagliato.
    mi capita di pensare che i noti personaggi del passato, se avessero avuto piena cognizione della geografia, fisica e politica, certe cazzate forse le avrebbero evitate. quanti hanno contezza, per restare in termini di dimensioni, che la russia è ripartita in 11 fusi orari diversi, che in treno da mosca per arrivare a vladivostok sono necessari 7 giorni di viaggio e in auto anche di più?

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    1. Io lo so perché alla sera giochiamo a "Worldle - Guess the Country!" e sappiamo anche dove si trova l'eSwatini.

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