venerdì 29 gennaio 2021

Indole

Ancora all'epoca di Giuseppe Verdi, a Busseto, nell'Italia riframmentata dal Congresso di Vienna, nel restaurato Ducato di Parma di Piacenza e di Guastalla affidato all'amorevole guida dell'Imperatrice Maria Luigia d'Austria, gli italiani, mai paghi di divisioni, si ridividevano ulteriormente in codini e coccardini, secondo la definizione che diede don Pietro Pettorelli dei seguaci del filarmonico Barezzi, scopritore, finanziatore nonché suocero del Verdi, e del Prevosto Ballarini suo avversario, in ballo il posto d'organista ufficiale del paese. Che Verdi abbia riunito l'Italia assieme al Mazzini e Cavour è opinione generale ma come si vede agli italiani premeva già allora scaldarsi per qualcosa e recitar la commedia per conto proprio piuttosto che darsi da fare per remare uniti in vista di uno scopo comune: lo scopo comune degli italiani si riduce sempre allo scopo di massimo una trentina di individui che trovandosi in numero maggiore tenderanno a ridividersi in fazioni ciascuna con il proprio scopo comune: gli italiani, a lasciarli fare, varerebbero un governo di unità nazionale al mese.

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