Capita che si possa incappare, nel corso della vita, in una sorta di eccesso di idealismo (ci sono incappato anch'io, faccio ammenda), per cui sembra che ciò che pensiamo sia buono e giusto solo per il fatto di aderire per conformismo a certi princìpi che si troverebbero, dicono, sul "lato giusta della storia". Il guaio è che una volta entrati in questo jet stream prendiamo letteralmente il volo e ci sentiamo come legittimati a spingerci sempre più in alto, fino ai limiti dell'esosfera, col rischio di non tornare più sulla terra. Le piattaforme petrolifere, per esempio, a un certo punto pareva che le multinazionali sarebbero arrivate a piazzarle direttamente sulla battigia e che il Sì le avrebbe eroicamente ricacciate sulla linea del bagnasciuga, come si fa con gli invasori, placato il parossismo dei nervi quel che rimaneva era ben poca cosa. E poi quella certa pretesa di sfruttare il referendum come occasione per regolare i conti con Renzi, gli è bastato gettare l'amo dell'astensionismo che molto pavlovianamente avete abboccato e vi siete incaponiti nell'impresa disperata di raggiungere il quorum solo per fargli dispetto. Alla gente non interessava il referendum, indipendentemente da Renzi. Ci vuole sangue freddo, io ve lo continuo a dire che Renzi non vale una gastrite, ma tanto non mi ascoltate.
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