In ogni caso di cronaca nera, a maggior ragione all'apertura del processo (oggi le news ci servono in palinsesto il caso Turetta) riemerge quell'atavico residuo di linciaggio presente in ogni rispettabile società: un tempo, prima che gli impedimenti delle leggi ci incipriassero con la loro patina di civiltà, questi casi venivano risolti virilmente, pestando seduta stante il colpevole a morte o ideando sagaci metodi di tortura, quali lo smembramento e il taglio degli organi sessuali, cose che oggi ci fanno giustamente orrore ma che il circo mediatico trasfigura nella sua morbosità in altre fogge, trattenendo a stento i suoi istinti nell'ipocrita formula del "presunto colpevole" che di quando in quando i redattori si sforzano di ripetere tanto per salvare la forma. Nello schifo dell'opinione pubblica che si erge a giudice riverbera insomma lo stesso schifo dell'azione violenta dell'assassino, innocenti e colpevoli si tengono per mano, amandosi segretamente l'un l'altro, come due fratellini che si menano per gioco.
Ma sono i fondamenti della nostra civiltà:
RispondiElimina«Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all'altro.» (Levitico 24, 19-20)"
"Qualora qualcuno apra un buco in una casa per rubare, allora sia messo a morte davanti a quel buco e sepolto" (codice di Hammurabi. legge n.21)