C'è il caso di quel masochista che venne spedito all'inferno a patire gli eterni tormenti e constatato che invece di soffrire godeva come un riccio, si cominciò a pensare, riuniti tutti gli angeli caduti attorno a una tavola rotonda, a un'alternativa valida per quell'impunito. Si decise allora di spedirlo in paradiso per privarlo in eterno di ogni patimento, ma anche lì, essendo che in paradiso era impossibile soffrire, si riscoprì beato di non patire, e oltretutto le alte sfere non vedevano di buon occhio che un condannato alla sofferenza eterna si trovasse in paradiso per scontare la sua pena, era palesemente contrario al regolamento e anche in contraddizione con i principi divini, per cui si decise di rispedirlo nuovamente all'inferno dove ovviamente riprese a godere. Non c'era soluzione. Il caso è tutt'ora dibattuto e il condannato vaga ancora adesso da un luogo e l'altro dell'aldilà senza posa, impossibilitato a soffrire, palleggiato fra angeli e demoni, obbligato ben volentieri a godere: che fare? C'è tempo per pensarci, un'eternità.
mandarlo a Gaza
RispondiEliminaQui si sente tutta la praxis.
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