Fa discutere la riedizione dei lavori di Agatha Christie sottoposti alla censura del pensiero woke e superinclusivo. Da ricordare che Agatha Christie fu già fatta oggetto di censura con quel Dieci Piccoli Indiani che nell'originale erano Dieci Piccoli Negri (Ten Little Niggers). Negli Stati Uniti il titolo fu cambiato fin dalla prima edizione in And Then There Were None per non urtare la sensibilità della popolazione afro-americana. Anche la Mondadori scelse in un primo momento di intitolarlo ...e poi non rimase nessuno, ma il titolo non piacque, per cui nel 1977 si optò per gli indiani, ritenuti a torto o a ragione meno ipersensibili degli africani. Già al lavoro un comitato etico per rivedere e correggere il Mein Kampf ripulendolo da ogni allusione razzista, la nuova edizione si intitolerà Mein Garten e verterà sull'amore per i fiori e per il giardinaggio.
venerdì 31 marzo 2023
giovedì 30 marzo 2023
La fede nella scienza
È un'espressione infelice "fede nella scienza", perché la scienza non è questione di credere, e nemmeno di avere fiducia, la scienza ha solo l'ambizione di basarsi su dati utili che non hanno bisogno di essere creduti. La proliferazione di esperti in ogni campo che indirizzano i loro pareri dove più tira il vento è la cosa più lontana dall'atteggiamento scientifico che si possa avere. "Ma tu quindi non credi nella scienza?" è ormai equiparabile al vieto "Perdiana, buon uomo, lei dunque mi sta dicendo che non crede in Nostro Signore?". E davvero la scienza ormai assume il ruolo di ultimo idolo, ma questa è la scienza che è diventata occasione di perbenismo da spendere sull'agorà scimunita dei social, della scienza vera, in tutto questo bailamme, giunge solo la lontana eco. La pedanteria di questi cicisbei della "scienza ufficiale" è diventata deleteria per la disciplina.
Pnrr: ultime offerte, fino a domenica
Ci fu un tempo in cui la coglioneria organizzata dei mezzi di informazione era in piena fregola da Pnrr, il Piano Marshall di ripresa e resilienza che aveva acceso le fantasie del creativo popolo italiano: nella lista dei desideri a un certo punto era rientrato di tutto, dagli immancabili e fondamentali nuovi stadi di calcio al Ponte sullo Stretto, e poi la nuova Piramide di Cheope, il completamento dell'alta velocità sul tratto tirrenico e relativa bretella ionica di collegamento Sibari-Taranto-Brindisi, e ancora l'aeroporto di Crotone, l'aquafan di Campomarino Lido, l'immancabile adeguamento ambientale al netto di ipotesi faraoniche di potenziamento del sistema sanitario ormai uscite dai radar una volta levate le tende il circo Covid. Ora si viene a sapere che questi soldi proprio non si riesce a spenderli, che i progetti sono in ritardo e oltretutto irrealizzabili per difficoltà di rendicontamento e pianificazione e si apre allora la corsa agli ultimi spicci: Sala: un governo saggio lì darebbe a Milano; rifacciamo i marciapiedi di Milano con i fondi aggiuntivi del Pnrr; Roma: Giubileo!; Torino: Parco Urbano, bonifica area dell'ex stabilimento Altissimo in strada Genova dall'amianto e dei terreni dall'acqua di falda. Insomma, l'assalto alla diligenza, dopo aver buttato per anni fondi europei e stanziamenti governativi che gocciolano regolarmente dalle tubature rotte del Moloch pubblico, pioggia di soldi che non appaga mai la sete.
martedì 28 marzo 2023
Ludi circenses
Tu pensi che dietro a una scelta di campo ci siano chissà quali grandi argomenti di carattere intellettuale e invece si tratta solo della voglia di scegliersi un partito, come quando decidi di tifare per il pallone e sfogli la margherita: Inter, Milan, Juve, Audace Cerignola, al lordo dell'ereditarietà dei caratteri calcistici, del contesto regional-campanilistico e dello Zeitgeist del momento. Perché ci piace prendere partito, non so per quale atavico errore di programmazione. In famiglia siamo stati sempre di sinistra, qua e là qualche pecora nera, è vero, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra, e allora per indolenza sono stato di sinistra anch'io, ma poi la filosofia mi ha preso la mano e adesso non vedo più motivo di prendere partito. Ci fosse almeno una convenienza, manco quella, la convenienza è tutta loro, mentre noi ci impegniamo gratuitamente a fare il lavoro sporco litigando con pippo74 per questioni di principio. Adesso volevo darmi all'hockey su ghiaia, voi animali da competizione presi dai ludi circenses, sapete per caso consigliarmi una squadra da tifare?
domenica 26 marzo 2023
Sogno mesto e bagnato
Siamo nel periodo ellenistico della nostra civiltà, immersi nel lungo sogno dell'universalità dei nostri principi, con la minaccia incombente dei barbari alle porte e i segni premonitori di un nuovo medioevo.
"Ellenismo è circondare appositamente l'uomo di suppellettili invece che di oggetti qualsiasi, trasformare questi ultimi in arredo, umanizzare il mondo circostante, infondergli un sottile tepore teleologico. Ellenismo è la stufa accanto alla quale un uomo sta seduto e gode del caldo che emana, così affine al calore che ha dentro." (Osip Ėmil'evič Mandel'štam)
Sul rassicurante calore delle stufe ci è già stato dato l'avviso, ci portiamo ancora appresso le nostre suppellettili giusto perché sono gli ultimi feticci di una fede ormai delusa nel progresso, resilienti per non dire sconfitti. Non è necessario che sopravviva un certo ordine mondiale, come le banche, le civiltà, anche le più progredite, sono progettate per fallire. Dire addio alla democrazia non sarà così duro visto che abbiamo già cominciato a farne a meno, dico la democrazia come sogno di un coinvolgimento universale del popolo, il cui parere è sempre più eterodiretto o addirittura scavalcato quando si trova in conflitto con le improrogabili necessità del patto contabile che lega i cittadini. Ci troviamo immersi in una rete di improrogabili necessità, l'illusione di essere liberi ormai inculcataci per persuasione, ma dice che bisogna accontentarsi, che il nostro è il migliore dei mondi possibili, più di questo non si può avere, altrimenti arriva l'uomo nero. Come sempre sarà la storia a svegliarci dal nostro sogno mesto e bagnato.
sabato 25 marzo 2023
Sport
Lost in translation
Ai fatti storici che riposano ben ordinati nei libri manca tutto il climax degli umori della società che ha permesso a quei fatti di accadere, il sentimento in presa diretta dell'improrogabilità delle decisioni prese senza il senno del poi. La ricostruzione storica più precisa non può trasmettere quel certo sentimento vivo del presente privo allora della cognizione del futuro e la storia ne esce quindi come una successione di fatti legati fra di loro da un filo sì coerente, ma prodotto perlopiù a posteriori dal senno del poi degli storici. È un discorso affine all'ermeneutica di Gadamer: per tanto che si tenti di essere obiettivi, il giudizio sul passato è influenzato da tutta la struttura dei giudizi attuali, così ben interiorizzati da non essere avvertiti, per cui siamo fatalmente immersi in una nebbia che deforma sempre il nostro sguardo sul passato. Da tener presente quando si dovrà scrivere la storia del momento attuale, in cui sarà facile smarrire quel che in generale non si vuole mai sentirsi dire.
giovedì 23 marzo 2023
Killing me softly
Emblematica l'attuale polemica sui proiettili all'uranio impoverito inviati dal Regno Unito a Kiev.
I russi, poverini, chiagni e fotti, fanno le vittime: siamo a tanto così dalla guerra nucleare, inquineranno le campagne, metteranno in pericolo la salute delle persone. E capirai, spianano intere città e si preoccupano della salute della gente, dei filantropi. L'occidente buono, dal canto suo, minimizza: non si tratta di armi atomiche, si tratta solo di proiettili con la punta rinforzata con uranio impoverito, per perforare meglio i carri armati, sono praticamente innocui per le persone, i nostri proiettili rispettano l'ambiente. E comunque li usano anche i russi. Toh, al limite sono nocive le polveri generate dall'impatto, ma di solito, quando impattano, le persone nelle immediate vicinanze sono già morte, almeno questa sarebbe l'idea. (i carri prendono fuoco, l'uranio vola nell'aria ma è impoverito, è debolmente tossico).
Ve le ricordate le polemiche sui proiettili all'uranio impoverito usati dalla NATO in Jugoslavia, e quelli usati nelle esercitazioni in Sardegna? La strage silenziosa, ne parlava l'Espresso: "Silenzio di piombo: le basi militari in Sardegna e quelle morti senza risposte". Ne hanno fatto anche un film, Le ultime 56 ore, che "è stato dichiarato di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e, nonostante la tematica trattata, ha ricevuto il sostegno del Ministero della Difesa."
Ma minimizziamo, siamo attualmente in guerra contro l'Impero del Male, tutto passa in cavalleria. Se lo dice anche Wired che sono innocui (tutto ok, non sono armi vietate dalle convenzioni internazionali), bisogna fidarsi, mica vogliamo andare contro la scienza, mica vogliamo credere al nemico?
"A brigante, brigante e mezzo", la verità si fa valere per persuasione, tutto è falso ma è opportuno che sia vero.
mercoledì 22 marzo 2023
Il doppio standard occidentale, l'esempio della Cecenia
Non sempre l'occidente è stato così inflessibile nel condannare le invasioni russe, a questo proposito è bene ricordare la vicenda della Cecenia.
Prima guerra cecena. Antefatto: il 6 settembre 1991 i militanti del partito del Congresso Nazionale del Popolo Ceceno dichiarano unilateralmente l'indipendenza della Cecenia tramite defenestrazione del rappresentante del Partito Comunista dell'Unione Sovietica a Groznyj, e linciano gli altri membri del partito. Nei mesi successivi si moltiplicano gli atti di violenza contro le popolazioni non cecene (russi, ucraini, armeni) che vengono costretti a lasciare in massa il paese. Inizia dunque un periodo di tentativi andati a vuoto di rovesciare il governo ceceno, tramite colpi di stato eterodiretti e attività di guerriglia a bassa intensità. Verso la fine del 1994 l'esercito russo decide di intervenire direttamente allo scopo di "stabilire l'ordine costituzionale in Cecenia e di preservare l'integrità territoriale della Russia". L'11 dicembre 1994 le forze armate russe lanciano un attacco missilistico su Groznyj da tre fronti in quella che viene definita "la più grande campagna di bombardamenti in Europa dai tempi della distruzione di Dresda". La forza bruta sembra inizialmente sortire i suoi effetti, inizia però una sfiancante guerra di resistenza cecena che di fatto impedisce alla Russia di prevalere. Michail Gorbačëv definisce la guerra una "vergognosa avventura sanguinaria" e il cancelliere tedesco Helmut Kohl "pura follia". Il vice Ministro della Difesa Boris Gromov (uno dei comandanti nella guerra in Afghanistan) e il gen. Poljakov rassegnano le dimissioni come protesta contro la guerra. Gromov afferma alla televisione: "Sarà un bagno di sangue, un altro Afghanistan". Le organizzazioni per i diritti umani accusano "le forze russe di aver utilizzato in maniera sproporzionata ed indiscriminata la forza quando vi erano episodi di resistenza, determinando in questo modo un alto numero di vittime civili". La guerra fallisce e nel 1996 Eltsin è costretto a stipulare con i ceceni un trattato di pace. Grande è lo smacco per l'orgoglio russo.
Seconda guerra cecena. Dopo la prima guerra cecena Groznyj è ridotta in rovina e il governo non riesce a tenere le periferie cadute in mano alle milizie locali. Nel 1999 il governo ceceno, in violazione del precedente trattato di pace, decide di invadere il territorio russo del Daghestan per dar man forte ai separatisti. I russi soffocano la rivolta ricorrendo alle bombe termobariche. Contemporaneamente all'invasione del Daghestan, una serie di attentati terroristici rivendicati dallo sconosciuto "Esercito per la Liberazione del Daghestan" uccide 293 persone tra Mosca e Volgodonsk ("Bombe nei palazzi"). Eltsin incolpa subito i ceceni, in America, il senatore John McCain sostiene che gli attentati siano stati preparati dai servizi segreti russi per giustificare una resa dei conti in Cecenia. Il 1999 è anche l'anno della salita al potere di Putin, la dietrologia vuole che gli attentati siano stati organizzati a bella posta per preparare il colpo di stato putiniano. Putin fa dell'annientamento della resistenza cecena il suo cavallo di battaglia ("li inseguiremo fin dentro il cesso"), dichiara illegittima l'autorità del presidente ceceno e dà l'avvio a una violentissima offensiva dal cielo e da terra che rade al suolo quel poco che era rimasto in piedi della Cecenia e costringe la popolazione civile a riparare nella filorussa Inguscezia.
E la comunità internazionale? Già all'epoca della prima guerra cecena il democratico Bill Clinton aveva affermato in un incontro a Mosca con Boris Eltsin che la Cecenia era parte integrante della Russia. Nel 1999 Clinton ribadisce che non è interesse degli Stati Uniti sanzionare la Russia per le vicende cecene. Il Segretario dell'Onu Kofi Annan si limita a richiamare i contendenti alla precauzione di "fare il possibile per limitare le vittime civili". L'Unione Europea si dichiara "profondamente scossa" auspicando il "più rapido cessate il fuoco", senza far riferimento a sanzioni economiche. Nel frattempo crimini dell'umanità sono segnalati da Amnesty International e denunciati da entrambe le parti. L'annessione della Cecenia alla Repubblica Federale Russa è sancita tramite referendum tenutosi il 23 marzo 2003. La Cecenia nel frattempo è distrutta, Groznyj ridotta a un cumulo di macerie, il terrorismo islamico è stato sconfitto nell'interesse russo e di quello occidentale.
Doppio standard, doppia morale, oggi ci risvegliamo improvvisamente con Putin criminale di guerra e la Russia come nuovo stato nazista. Contrordine: i russi sono tornati a mangiarsi i bambini.
martedì 21 marzo 2023
lunedì 20 marzo 2023
sabato 18 marzo 2023
Mentanizzare
Ho coniato un termine: mentanizzare. Si riferisce a Enrico Mentana, un giornalista televisivo che operò a cavallo tra il ventesimo e il ventunesimo secolo, significa "spettacolarizzare la politica e i fatti di cronaca con gag e battute in studio o nel corso di maratone televisive con ospiti fissi e inviati in collegamento fatti oggetto di scherzosi maltrattamenti inframmezzate da improvvise tirate moraliste condotte con affettata gravità e pomposa solennità". Sinonimo di vespizzare e gruberizzare.
Cpi, Circo Penale Internazionale
Putin è fregato, è ricercato dall'Interpol, adesso appena metterà fuori il naso dalla Russia lo arresteranno per crimini di guerra, dice che ha deportato dei bambini, un pretesto, del resto anche Al Capone è stato incastrato per evasione fiscale. Addio Parigi o cara, le mille luci di Pigalle, addio Stati Uniti d'America. Ah no, aspetta, nemmeno gli Stati Uniti riconoscono la Corte Penale Internazionale dell'Aia, come anche la Cina, e Israele. Si troverà il modo. Forse lo beccheranno in Sudafrica che si deve far perdonare cinquant'anni di apartheid, ma è improbabile. Ci sarebbe la fila per farsi processare per crimini contro l'umanità, più lunga della lista d'attesa di una risonanza magnetica, per alleggerire le pratiche di solito intervengono gli Stati Uniti intra moenia e neutralizzano i sospettati senza processo, paghi subito e ottieni la prestazione, un bel risparmio per i contribuenti. Ma Putin è un altro paio di maniche, Putin is too big to fail, mica è un Gheddafi qualunque. Piuttosto fa riflettere come sia così facile aggirare la giustizia, intendo il diritto positivo, quello creato e imposto da un'entità sovrana a cui basta non riconoscere la sovranità, e il fatto che siano i maggiori attori internazionali a non riconoscere la Corte Penale dell'Aia, per tenersi libere le mani nel caso di improrogabili ragion di stato che necessitino di un'azione energica, la dice lunga sul fatto che per imporre un diritto non serve tanto appellarsi alla Dea Giustizia quanto avere potere effettivo, potere di imporre quel diritto sul campo, anche a cannonate. È la fiera dell'ipocrisia, la giustizia è un'altra cosa. (solo nei paesi che aderiscono alla Corte Penale Internazionale vige l'obbligo di arresto, in tutti gli altri vige la discrezionalità).
giovedì 16 marzo 2023
Minutemen
24.000 km orari in orbita suborbitale, raggiunto il vertice della parabola, la cuspide conica della testata nucleare si stacca dal supporto orientabile e cade per inerzia dall'altezza di 100 km ruotando sul proprio asse per conservare il momento angolare, come una grossa punta di matita. Non la si vede nemmeno arrivare, l'esplosione è improvvisa, la distruzione istantanea, silenziosa sopraggiunge come un ladro nella notte. La soggezione che crea la guerra nell'animo di noi disabituati alla morte forse necessiterebbe di una terapia psicologica ad hoc per rafforzare il carattere, così da essere pronti ad ogni evenienza, come i Minutemen che diedero il nome a queste formidabili macchine di distruzione ("Minutemen è il nome dato ai membri della milizia delle Colonie Americane, che dovevano essere pronti per la battaglia con un preavviso di un minuto."). Oriana Fallaci ci aveva avvertiti: l'aver perso anche solo la nozione dell'uso del pugnale a baionetta ha fatto di noi degli esseri vulnerabili, privi della capacità di difendere i nostri valori. Nelle scuole andrebbe forse messo da parte Leopardi e promosso un corso di studi incentrato sull'apprendimento delle tecniche nucleari di base, che ancor più della poesia permettono la sopravvivenza della civiltà occidentale. Chi non si adegua è colpevole.
In caso di guerra
Se dovesse vincere la Russia ci si presenterebbe la necessità di dichiararle guerra e per l'occasione dovremo schierare l'artiglieria pesante, vale a dire le nostre batterie di missili intercontinentali. Certe meraviglie della tecnica non sono fatte per restarsene chiuse in un buco scavato nella terra, hanno bisogno di prendere aria, di correre e sudare, come i cani da caccia. Ricordo l'impressione che mi fecero quelle montagnette perfettamente lenticolari che spuntavano come mammelle in mezzo ai prati della base missilistica di Zelo-Ceneselli, Rovigo, quando da giovane mi recai lì per un'esibizione di ballo. Dismessa nel 1998, la base era sede del 79º Gruppo IT (Intercettori Teleguidati) e distava pochi chilometri da casa mia. Erano "batterie missilistiche schierate principalmente nel nord-est, con lo scopo di contrastare gli attacchi provenienti dai paesi dell'ex-patto di Varsavia". Per la cronaca, quella sera mi feci prendere dall'emozione e sbagliai tutte le figure del paso doble. Anni dopo venni a sapere che in quella base prestò servizio militare un mio compagno di scuola, come barman. La guerra è un affare così grosso che al solo pensarci provo un grande senso di inadeguatezza, non so nemmeno come si fa ad accoppare un cristiano, anche se ortodosso. Forse potrei sorprenderne uno alle spalle tirandogli una padellata in testa, tuttavia hanno sempre quei maledetti elmetti che rischiano di graffiare il fondo antiaderente, e una volta graffiato non si possono più riutilizzare, c'è scritto nelle istruzioni, tocca buttarle. Forse a frantumargli le rotule con i pestacarne, soffocarli con una polpetta di riso, ma anche lì avranno delle protezioni, se le inventano tutte 'sti maiali. No, l'unica è nascondersi, se uno non può rendersi utile meglio lasciar fare ai professionisti, la guerra non è affare per signorine.
mercoledì 15 marzo 2023
Il gruppo Nietzsche
Il gruppo Nietzsche è una compagnia militare privata con sede a Sils Maria che predilige come armi il martello e la dinamite e come si può ben vedere dalla cartina di Limes opera prevalentemente in alta montagna, solo e incompreso, lontano dalla confusione dei centri abitati. Ha come simbolo di battaglia il tirso e i suoi componenti vivono nudi abbracciati a dei cavalli. Nel 2014 erano appena in due, oggi sfiorano le 50.000 unità, di cui l'80% è composto da ex-hegeliani. Operano in regime di covert operation protetti dalla plausible deniability delle autorità grigionesi e non sono riconosciuti dalle Nazioni Unite. Nella Battaglia di Sempach che vide la Vecchia Confederazione prevalere sull'Arciducato d'Austria, svolsero prevalentemente attività di collegamento fra il Canton Svitto e il Canton Zurigo, dando innumerevoli prove di ardimento e contribuendo in modo decisivo alla vittoria finale delle truppe di Arnold von Winkelried. Gli ultimi rilievi dei droni ci mostrano che hanno deposto le armi e rinunciato a ogni forma di lotta armata in favore della catalessi ascetica. A loro non importa niente di niente, sono dei nichilisti.
Apeiron Feltrinelli
È segno della corruzione dei tempi che dopo la reductio ad Hitlerum ci tocchi la reductio ad Fusarum. Povero Diego, eppure i libri glieli pubblicano ancora, ci sarà pure un motivo. D'altronde è anche vero che Diego è ormai scivolato nello scaffale limitrofo ai Morelli e ai Recalcati, io ambisco invece allo scaffale degli Hegel, dei Berkeley, dei Kant, ambisco a diventare un classico (rido). Anzi, sapete che vi dico? Che arrivare in libreria, oggi come oggi, è motivo certissimo di imbarazzo vista la reductio ad Minchiam a cui vengono condannati tutti gli autori, seri e meno seri, ridotti a strenne e a scatole di cioccolatini per lettori dalle controverse capacità cognitive. Ci sono ancora i libri sulla Casta, ci sono quelli contro la Russia, ci sono quelli a favore della Russia, non ho visto quelli di Burioni che sono passati di moda, insomma, uno sciocchezzaio senza limite, puro apeiron privo di forma e di contenuti, coronato dal dvd di Rambo scontato del 70%. Ho visto sì un libricino di Bakunin sull'anarchia (mi trovavo alla Feltrinelli, Giangiacomo, il traliccio di Segrate, ecc.), o qualcuno che gli somigliava nel nome, ma con una copertina così perfetta nel suo accattivante packaging che ci si aspettava di trovarci dentro anche la pubblicità del Coccolino. Le librerie sono diventate dei Lidl, i negozi di dischi dei negozi dell'antiquariato, otto miliardi di persone non fanno un supercervello, fanno un supercolon.
Considerazioni inattuali
D'altronde dove c'è uno spazio aereo internazionale è ovvio trovarci dentro un drone Usa, è un suo diritto. Ovunque la democrazia è minacciata, vigilano sulle forze del male le macchine volanti telecomandate, scrutano la terra e il cielo in cerca di crimini contro l'umanità. Fossero i cattivi a scrutare la terra e il cielo a migliaia di chilometri di distanza dal loro spazio aereo, be', sarebbe un altro paio di maniche, perché è la natura dei principi che fa la differenza, i nostri sono i principi della democrazia, hanno la precedenza. Con questo non voglio assolvere il gruppo Wagner, il cui unico scopo è accoppar cristiani il più efficientemente possibile, dico solo che è un bel vivere assolvendoci da ogni eventuale accoppamento raccontandoci che tanto è fatto tutto in nome della democrazia, che sì, ci scapperà la guerra ma hanno cominciato gli altri, noi non c'entriamo. Quando la coscienza comincia ad assolversi finisce sempre male, finisce che lì per lì uno nemmeno se ne accorge di quel che combina, si diventa appunto come il nemico credendo però di essere innocenti (la violenza innocente aggiunge al danno anche la beffa). Ma comprendo che i miei sono discorsi inattuali, le circostanze ci impongono di agire, e allora ben venga il drone e tutta la cavalleria, ci hanno ordinato la bicicletta e dobbiamo pedalare.
martedì 14 marzo 2023
Animal spirits
domenica 12 marzo 2023
Non c'è più quasi niente di spontaneo
Il concetto della purezza degli antichi è trattato dal nostro acuto Leopardi in un passo giovanile - avrà avuto una ventina d'anni - dello Zibaldone, però riferito alle questioni dell'arte poetica:
"non c'è più quasi niente di spontaneo [...] Questo avviene perché ora si viene da un tempo corrotto (oltrechè si sta pure tra' corrotti) e bisogna porre il più grande studio per evitare la corruzione, principalmente quella del tempo la quale prima che abbiamo pensato a guardarcene s'è impadronita di noi, e poi quella dei tempi passati, perchè adesso conosciamo tutti i vizi delle arti e ce ne vogliamo guardare, e non siamo più semplici come erano i greci e i latini [...] Erano come fanciulli che non conoscono i vizi, noi siamo come vecchi che li conosciamo ma pel senno e l'esperienza gli schiviamo."
Conosciamo i vizi delle arti ma per il senno e l'esperienza li schiviamo, schivandoli la nostra arte ne esce ingessata, priva di quella grandezza che scaturisce dalla spontaneità, dallo sguardo in purezza degli antichi.
Conosciamo anche tutti i vizi della politica, ma visto che siamo avveduti li schiviamo tutti, così da sembrare che non ci appartengano, e ne esce una attitudine alla democrazia non più spontanea ma ingessata, corrotta dalla stessa preoccupazione che non sia abbastanza democratica e inclusiva. Il concetto è ulteriormente allargabile ad altri ambiti, d'altronde siamo al cospetto di Leopardi, forse fra i più sottovalutati pensatori italiani, troppo sbrigativamente rilegato nel girone infernale dei pessimisti per allontanare il fastidio di essere messi a nudo.
L'antiquato Platone
Nella sua genuinità di antico greco Platone riteneva la demagogia una forma di corruzione della democrazia, tuttavia in caso di governo corrotto aggiungeva anche che la demagogia è comunque la forma preferibile di corruzione, soprattutto rispetto alla tirannide e all'oligarchia, perché almeno salvaguarda la libertà. Chissà cosa direbbe oggi Platone assistendo allo spettacolo di questa specie di oligarchie che gestiscono democraticamente il potere facendo largo uso di argomenti demagogici. Tutto si è corrotto, la purezza degli antichi in primis, non ha più luogo d'essere, Platone parlava sub specie aeternitatis, sotto l'aspetto dell'eternità (i concetti puri sono slegati dall'accidentalità del mondo empirico, sono iperuranici e quindi perfetti, il concetto del cavallo rappresenterà sempre un cavallo, mai un asino). C'è anche il fatto che oggi, in piena guerra contro le dittature che minacciano la democrazia, fare questioni di lana caprina sul grado di democraticità delle nostre democrazie è considerato sospetto e controproducente, tuttavia mi domando se a forza di sospendere il senso critico per motivi urgenti, alla fine, di urgenza in urgenza, la democrazia non rischi di tramutarsi sotto il nostro naso in qualcosa d'altro, qualcosa di meno democratico. Per Platone, va da sé, la democrazia si muta inevitabilmente in dispotismo, ma Platone, abbiamo visto, è ormai antiquato, noi moderni siamo troppo avveduti, troppo conoscitori della storia per non accorgerci di quel che accade.
venerdì 10 marzo 2023
Assuefazione
Che poi non è nemmeno il problema del consumismo in sé, che può sempre dar occasione a moralismi perbenisti e quaccheri, il punto è che si avverte una certa fatica da parte dell'economia di mercato di creare quei nuovi bisogni che vanno periodicamente ad alimentare una domanda che, dal canto suo, si trascina stancamente da tempo come può. Ultima in ordine di apparizione, l'economia green, che già di per sé allude a una decrescita, a una contrazione dei bisogni con margini di guadagno sempre più risicati, e dall'altra parte la creazione di bisogni immateriali che comportano grandi campagne di persuasione volte a magnificare la bellezza del gioco del calcio o delle serie tv. L'impressione è che ci si avvicini sempre più a un punto critico in cui all'offerta di beni e servizi non corrisponderà più la capacità, o anche solo la volontà, di acquistarli. I grandi cervelli che dirigono l'economia mondiale hanno davanti a sé un bel problema, creare economia e necessità di consumo in un mondo ormai assuefatto a tutto, chi vivrà vedrà, sempre che abbia conservato gli occhi per piangere.
giovedì 9 marzo 2023
"Va aggiunto che il consumismo può creare dei "rapporti sociali" immodificabili, sia creando, nel caso peggiore, al posto del vecchio clerico-fascismo un nuovo tecno-fascismo (che potrebbe comunque realizzarsi solo a patto di chiamarsi anti-fascismo), sia, com'è ormai più probabile, creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili."
Pier Paolo Pasolini, Intervento al Congresso del Partito Radicale, 1975
martedì 7 marzo 2023
Come fu che affrontammo una pandemia seguendo la scienza
Vi spiego com'è andata: arriva una pandemia, nessuno è pronto, il piano pandemico degli ospedali è ridotto a un fascicolo chiuso in un armadietto (ma ti pare che arriva una epidemia globale? Ah AH ah), panico generale, chiamano gli esperti, gli esperti non sanno che pesci pigliare, la politica chiede di agire (la politica deve sempre mostrare di fare qualcosa, qualsiasi cosa purché si faccia), esperti e politici mettono allora in piedi una task force per coordinare una risposta, vale a dire una filastrocca comune da somministrare alla gente ormai in preda al panico, e allora in un primo momento in cui usare le mascherine era come toglierle al personale addetto, l'unico in grado di usarle correttamente, all'improvviso va bene tutto, anche le sciarpe sulla bocca da portare in fila indiana fuori dai supermercati, ormai è panico generale, le evidenze scientifiche sono saltate, si fa tutto alla carlona: si lava la spesa con l'amuchina, si erigono barriere in plexiglass nelle aule, si progettano cubicoli per gli stabilimenti balneari, arriva il lockdown, si fermano le persone trovate a vagare da sole sulla spiaggia, vale tutto, come a carnevale. Poi, fermi tutti, arriva il totem, il vaccino contro il Covid, l'impazzimento generale giunge alle sue estreme conseguenze: si discriminano i non vaccinati come se fossero portatori di peste, gli untori manzoniani, colonne infami vengono erette quotidianamente dall'informazione, c'è chi vuole metterli in galera, ridurli a pane acqua, reintrodurre la pena di morte, ormai il gioco è sfuggito di mano, la politica mente sapendo di mentire (non è un grosso problema), alla fine tutti si ammalano comunque anche da vaccinati perché il vaccino lenisce solo gli effetti, non implica l'immunità, tuttavia su questa presunta immunità varano un lasciapassare che permette di andare a lavorare (chi non si vaccina è sospeso dal lavoro), il foglio di via permette a gente potenzialmente contagiosa di contagiarsi fra vaccinati in tutta sicurezza, alla fine l'immunità di gregge fa il resto, tutti contagiati dalla variante meno pericolosa, immunizzati dal virus ma credendo di essere immunizzati dal vaccino che ha ormai assunto la forma di una patente di benemerenza civile. Ora è tutto finito e un colpo di spugna laverà via le colpe ("andavamo alla cieca ma eravamo in buona fede").
lunedì 6 marzo 2023
Dipinte in queste rive son dell’umana gente «Le magnifiche sorti e progressive»
"C'è qualcosa che affascina nella Scienza. Uno ricava un tale carico di congetture all'ingrosso da un così trascurabile investimento di fatti."
(Mark Twain)
La scienza è la mossa della disperazione del mortale che trovandosi di fronte alla sua morte, evocata con una perentorietà che non permette repliche, si affida a un metodo che gli promette di aumentare la sua capacità di controllare e prevedere i fatti naturali. Si illude, l'uomo, attraverso le magnifiche sorti e progressive, di raggiungere una conoscenza in grado di piegare a suo vantaggio le leggi della natura, e così carica la scienza di un significato salvifico che eccede le sue prerogative. Ha valore statistico probabilistico il dato scientifico che viene desunto dall'osservazione degli eventi che si ripetono, eppure su questo trascurabile investimento di fatti gli uomini sono in grado di ricavare un'enorme carico di congetture, spesso smerciate all'ingrosso, etichettate come verità incontrovertibili. Grossi guai discendono dalla cattiva abitudine di manipolare queste circostanziali evidenze scientifiche per scopi addirittura politici, indirizzando la scienza dove più conviene, credendosene i padroni. "Caggiono i regni intanto, passan genti e linguaggi: ella nol vede: e l’uom d’eternitá s’arroga il vanto."
domenica 5 marzo 2023
Tacere
Un'idea: quella di non avere opinioni, soprattutto in merito a guerre e guerricciole, liberati dal peso delle opinioni e dal dovere di farle valere, librarsi sopra le cose con leggerezza, come piume. Ci sarà pure qualche buon cristo che si prende la briga di curare gli scorticati giudicando il resto con lo stesso metro, e che tace non già per servaggio, ma semplicemente perché ne ha piene le tasche della follia del mondo.
Per un uso estensivo del termine "pornografia"
Bisognerebbe estendere per quanto possibile il termine "pornografia" anche al mondo della pubblicità, niente lo vieterebbe visto che il significato di "pornografia" è in ultima analisi "immagini di cose messe in vendita". Questo bel termine di origine greca è stato associato fin dalle origini al meretricio ed è un peccato limitarne l'uso solo a questo particolare significato, gli si fa torto. Per esempio: "Hai visto l'ultimo porno di [nome di prodotto messo a caso]?", sarebbe più appropriato. Pornografia è anche tutto il miasma di notizie di cronaca che viene esalato ogni giorno dai social, i lanci di agenzia, le ultime sui reali d'Inghilterra, tutta quanta la civiltà delle immagini. Viviamo così immersi nel porno che ci sembra di essere persone perbene quando in realtà ci hanno costretto a prostituirci già da tempo. Niente sfugge a questa forma di pornografia, a meno che di andare a vivere su isoletta sperduta, con un cane e una piantina di basilico sul davanzale della finestra, ma senza comunicazioni con l'esterno, ovviamente.
venerdì 3 marzo 2023
Usurpatori
Quando si viene al mondo ci si crea uno spazio che in qualche modo limita quello degli altri. È Anassimandro a dirlo per primo, Anassimandro che fu il secondo fra i filosofi in accordo con la classificazione aristotelica. Uscendo da uno stato senza forma (l'apeiron, il "privo di perimetro"), l'uomo viene al mondo, una cosa fra le cose, compiendo un'ingiustizia: prendendo forma, impone alle altre forme la sua presenza, impone loro di fargli spazio. Le altre forme gli si oppongono e in questo opporsi a loro volta compiono ingiustizia su tutte le altre. Ritornare nell'indefinito, annullarsi come forme, è dunque un pagare la colpa, il peccato originale dell'essere venuti al mondo. Non già un diritto inalienabile alla vita, una volontà di dominio, quanto una colpa da espiare con la morte affinché il proprio spazio possa venire occupato da altri usurpatori. Un pensiero troppo pesante da portare per l'uomo moderno tutto proiettato ad esigere i propri diritti, sugli altri uomini e sulla realtà. Ma ahimé anche l'uomo moderno soggiace sempre e tuttavia alla legge di Anassimandro: ricordati che ogni cosa ha diritto di esistere quanto te e che il tuo essere al mondo è l'occupazione temporanea dello spazio di qualcun altro. Dite che lo abbiamo convinto l'uomo moderno a darsi una calmata? Io non credo.
giovedì 2 marzo 2023
La ragione mostra, la fede nasconde
La verità di un fatto, di una notizia, non sta nella fonte, la fonte è sempre una questione di fede, e la fede nasconde, non mostra la verità, ci chiede solo di crederle, la verità di un fatto è una questione di ragione, non di autorevolezza, di coerenza interna delle sue parti e di come queste parti stanno in relazione con gli altri fatti. Sui social è un continuo fiorire di immagini e di dichiarazioni che non possono trovare riscontro se non sottoponendoli al tribunale della ragione, e qualora questo tribunale non possa emettere una sentenza certa e definitiva, bisognerà rassegnarsi e ammettere che quel fatto è inverificabile. Occorre professare un sano scetticismo per tutto quello che ci viene mostrato, soprattutto in questi tempi di scontro fra propagande, quelle filo-occidentali e quelle filo-russe, i cosiddetti "fatti accertati" sono sempre più congetture che vanno solo a confermare quel che si vuole sentirsi dire. Non credete a niente, la ragione mostra, la fede nasconde.