Noi pensiamo, plurale maiestatico, che le passioni politiche siano equiparabili nella forma e nella sostanza a quelle sportive, che la predilezione per una parte politica scaturisca per ragioni oscure dai più profondi recessi dell'anima, priva di qualsiasi ratio: credo ut intelligam, la fede precede la ragione (la politica è l'atto di fede per eccellenza essendo la via del buon governo la più lastricata di buone intenzioni). In sostanza il politico, analogamente alle squadre di calcio, è il collettore delle nostre frustrazioni e di tutte le ambizioni represse, trasferitele su di lui, ad ogni sua vittoria e un po' come se vincessimo anche noi, ci sentiamo riscattati, trepidiamo e lo difendiamo nelle dispute come se ne andasse di noi, la scelta originaria fu essenzialmente emotiva, solo dopo intervenne la ragione per difendere l'irragionevole, talvolta l'indifendibile, e giù di fiumi di inchiostro e di battere di tasti... un buon analista, ecco quel che ci vuole.
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