giovedì 21 giugno 2012

Il vantaggio di alzarsi presto sta nel fatto che se ti dimentichi di chiudere il sacco viola il mercoledì sera hai sempre l'agio di chiuderlo il giovedì mattina e di portarlo giù in tempo per la coglitura. Scendo e la strada è seminata dei ricordi della notte: cocci di bottiglia, fazzolettini, plastichini usati abbandonati negli androni, una infradito, non manca mai. Capista, mi dico, la vita mi scorre a un passo e io nemmeno me ne accorgo. Di notte ogni tanto mi giunge l'eco di una rissa, perlopiù degli ubriachi che si pestano, un altro che grida "vaffanculo!", arriva una volante. Verso le sette di sera, invece, sbocciano i fiori di campo, cioè le troie sudamericane, una roba inguardabile. A dir la verità ce n'è una carina, la più giovane, il resto da dare in pasto ai pescecani. Sù, scherzo. Qui vicino c'è pure un centro massaggi dove dicono che a richiesta ti sistemano anche la prostata e il perineo, insomma, un quartiere di viveurs ma come se lo immaginano a Bengasi o a Bangalore. Non mi piace, una persona distinta come me si merita minimo un club privé.

2 commenti:

  1. sei pronto per un grande romanzo, una specie di La peste camusiana ambientato in una Orano del nord italia.

    a corregere gli accenti ci penseranno i correttori di bozze.

    ormai ti seguiamo con la stessa trepidazione che si ha per un fratello, appena una tacca sotto a quella per la nazionale

    vedrai che s'aggiusta tutto e passi il turno per differenza reti

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