martedì 25 marzo 2025

Con la scusa che dobbiamo difendere la libertà e la democrazia, ci teniamo queste nostre democrazie poco ateniesi dove di fatto la volontà popolare è tenuta a bada dagli esecutivi, in attesa che il popolo maturi la decisione giusta. Nella Francia di Macron il partito che ha vinto le elezioni, sacrificandosi per il bene della République, è stato escluso dal governo, perché non in linea con il galateo dell'École nationale d'administration, recentemente ribattezzata da Macron con un più consono Institut national du service public. Non si muove foglia che Macron non voglia, ovunque presidenti e primi ministri ampiamente sfiduciati continuano a mantenere il potere agitando lo spettro di scenari apocalittici. Per contro, il popolo non matura mai, anzi si allontana dalla politica e premia le soluzioni anti-sistema, giustificando di fatto i timori delle élites. Non se ne viene a capo. Nessuno nuova spinta è permessa, e intanto maggioranze e opposizioni si assomigliano sempre più, scivolando in un'asfittica indifferenza delle rispettive posizioni: più soldi per questo, meno soldi per quello, semplici passaggi di mano di denaro pubblico, che palleggia da una parte e dall'altra senza mai entrare in porta, mesto pareggio senza reti.

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