giovedì 4 agosto 2016

Soffrire di reminiscenze

Stavo leggendo Freud, le cinque conferenze, lo strano di caso di Anna O. Dunque abbiamo questa povera paziente isterica, una signorina dell'alta borghesia viennese (il dramma si consuma tutto all'interno del generone austro-ungarico), carina, intelligente, vestita come si conviene, con delle manine graziose e tutta agitata perché non riesce più a bere un bicchier d'acqua che sia uno, la cosa le dà nausea e la ripugna, per non morire di sete si nutre di meloni (fruttariana ante litteram). Non è l'unico disturbo di cui è affetta, a tratti non riesce più a muovere una buona metà del corpo, diventa cieca e anche muta, per giunta strabica e quando parla lo fa solo in inglese (dopo di lei verrà la paziente che si esprime coi rutti e quella che ruota la testa di 360°). Il dottor Breuer la cura con l'ipnosi e con la talking cure (termine forgiato dalla paziente stessa, del resto si esprimeva solo in inglese), ottiene i primi risultati facendole rivivere i suoi traumi, si scopre che non riesce a bere perché un giorno vide il cagnolino dell'odiata governante inglese bere da un bicchiere (si sa che gli inglesi sono degli zozzi). Freud più tardi inaugurerà per lei il suo lettino. 

Ora, la storia di Anna O. per sua natura si è sempre prestata all'ironia, ma a questo punto sorge un dubbio: che la psiconalisi, oltre a un mito tenuto in vita dall'industria dei divani, sia pure un falso ideologico fondantesi su una paziente troppo suggestionabile? Anna O. era sessualmente repressa, lo dicono le carte. Fantasticava, si teneva tutto dentro (e via di metafora). Antropologicamente parlando è un tipo umano che si è perso nella notte dei tempi, per giunta immerso in un mondo, quello kakanico, dove il controllo e la dissimulazione delle emozioni aveva raggiunto i suoi picchi, ma, voglio dire, oggi c'è internet, ci sono i sex toys, dovremmo essere tutti sani come pesci (...). E mi fermo qui per non scivolare nelle battute sessiste, non sia mai, per carità, è peccato mortale, "Anna O. è ritenuta un'antesignana del movimento femminista."

"dopo la guarigione "Berta Pappenheim non parlava mai di questo periodo della sua vita e si opponeva con veemenza a ogni proposta di cura psicoanalitica per le persone di cui era responsabile, con grande sorpresa di quanti lavoravano con lei." https://it.wikipedia.org/wiki/Bertha_Pappenheim

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