Dicevo a un amico: l'equivoco è che il matrimonio debba per forza fondarsi sull'amore, è all'interno di questo equivoco che si gioca il dramma (e per fortuna anche la farsa). Poi, per carità, c'è sempre il caso fortunato degli innamorati fissi, ma appunto, è un caso. Certo, anche il mio amico è innamorato ed è difficile discutere con gli innamorati, ci siamo passati tutti, però poi, nudo e crudo, il discorso si riduce a questo. Senonché sempre più spesso finisce in tragedia e non sarà un inasprimento delle pene a impedire che si compiano altri atti inconsulti, c'è l'uomo che si sente defraudato del suo ruolo e della sua funzione e non c'è più il paracadute sociale del delitto d'onore a venirgli in soccorso, l'amore non c'entra, è più un'affezione dell'ego mascherata da bisogno irrinunciabile dell'altro, capisci che il deterrente legislativo non può far presa, così l'unica sarebbe menare il cretino e spezzargli le gambe finché non rinviene. Ma si era detto che siamo gandhiani.
...l'amore non c'entra, è più un'affezione dell'ego mascherata da bisogno irrinunciabile dell'altro
RispondiEliminaMa sì, è sempre e solo una questione di ego.
Fosse questione d'amore, al più finirebbe con un suicidio rituale, alla Werther.
E anche nel caso l'ego sarebbe sul banco degli imputati...
I matrimoni son contratti, si stilino dettagliati dare/avere e si decida prima, così in caso di fallimento della società ognuno avrà quanto gli spetta.
Anche i fidanzamenti dovrebbero seguire la stessa procedura: un contratto preveda quanto e cosa, e se non va, nessuna sceneggiata col morto...