Dicevo: quale presunzione nell'uomo che guarda il mondo e pensa che sia proprio così, come lo vede, come se i suoi occhi fossero la misura di tutte le cose. Ma tu, uomo, per tua stessa ammissione non sei che una delle molte possibilità dell'universo, chi ti dà il diritto di pensare che sia proprio questo tuo peculiare modo di vedere, questo tuo peculiare modo di percepire, che corrisponde alla realtà delle cose? Sono i tuoi occhi quelli che guardano, la tua mente quella che pensa, e tu saresti così presuntuoso da farti misura di tutte le cose presenti nell'universo? Lo so, è un discorso che non attacca nell'era della tecnica, siamo tutti avvolti nella nostra Weltanschauung: che l'universo intero si pieghi alla nostra utilità. Così guardiamo le stelle e diciamo: le stelle sono proprio queste certe cose che ho definito una volta per tutte, oltretutto scientificamente, perché così mi è utile, mentre alle stelle, per modo di dire, tocca venirci incontro e adattarsi al nostro peculiare modo di conoscerle, nascondendo invariabilmente la loro vera natura (o "cose in sé"). Discorso sottile che farebbe di me un vero kantiano, se non fosse che...
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