Il mondo è pieno di individui (o di "singoli", per dirla alla Kierkegaard) che per risolvere inadeguatezze del tutto personali progettano di cambiare il mondo coinvolgendo se necessario l'umanità intera, ma il mondo non cambia in due minuti, né tantomeno lo fa per accontentare loro. Il progetto consiste essenzialmente nella volontà di ritagliarsi il mondo su misura, spacciando predilezioni personali per interessi generali quando non addirittura per leggi universali. La regola inerisce ai moralisti di ogni genere e natura, che siano del tipo marxista o del tipo religioso, non fa differenza. Così chi si sente schiacciato dalla logica del profitto desidera il superamento dei conflitti di classe (che non si sa bene cosa sia, ma basta la suggestione), e chi invece si sente rassicurato da un mondo più ordinato nelle sue abitudini si appella al suo dio per preservare immutabili certi istituti sociali e valori "non negoziabili". Senonché, le alterne vicende del mondo li trascinano loro malgrado nelle situazioni più disparate, ma quando occasionalmente accade che la realtà corrisponde miracolosamente ai loro desiderata, la cosa fa loro presumere troppo ottimisticamente di essere nel giusto e di avere avuto ragione: pie illusioni, il mondo non cambia per farci un piacere.
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