Ormai si sarà capito che trovo dolorosa l'esperienza del vivere e che l'accetto come una condizione in cui ormai sono calato, per cui il mio rifiuto di mettere al mondo altri esseri viventi non dev'essere preso come una forma di disprezzo per la vita o per una sorta di nichilismo di maniera, è solo che non vorrei rischiare di trasmettere ai miei figli il gene delle mie carenze, è un atto di responsabilità. Spesso mi dico: se proprio dovessi fare figli, almeno che la famiglia di lei sia più attrezzata, perché nella povertà non vedo futuro. Un'eguaglianza in cui tutti hanno di meno, questo intende propinarci l'avvenire? Chissà. Lascio comunque agli ottimisti il supremo compito del ripopolamento, a ciascuno la sua mansione.
molto saggio, alla faccia di quelli "a che cazzo serve la filosofia"
RispondiElimina(io aggiungerei un "quasi" fra "cui" e "tutti" - ma so' gusti...)