Dice un amico: hai visto
Kate Upton? E lì per lì mi prende alla sprovvista. Si tratta di fare commenti fra maschi sulle donne, sono fuori allenamento. Questa Kate Upton la trovo sulla Gazzetta dello Sport, in
bikini, equipaggiata di regolari poponi* della quarta o della quinta
misura, bionda, tratti caucasici di una bellezza standard modello
unificato, non si può dire sia brutta. Non si sa bene se per meriti
sportivi o che altro, la ragazzona campeggia sulle pagine della rosa,
forse frequenta un terzino, forse un ballerino, comunque sempre di
attività agonistica si tratta. Ora, a questo punto dovrei inserire
una massima di Kant o una supercazzola di Hegel, ma, giuro, non mi
viene (il primo, fra l'altro, noto asessuale, il secondo già più
interessato ad assecondare la natura). Alas**, temo di aver perso per strada parecchia della metafisica
sessuale che ancora mi rintronava giusto qualche anno fa. Comunque
sia, fingo di stare al gioco e mi lancio in commenti grossolani sulla
dimensione dei respingenti***, ma a giudicare dalla reazione temo di non essere stato molto convincente: cos'è che non va in me?
* Meloni (termine mutuato da Gadda).
** Ahimè.
*** Sì, insomma, le tette.
* Meloni (termine mutuato da Gadda).
** Ahimè.
*** Sì, insomma, le tette.
Spiacente non ti posso aiutare. Magari Malvino.
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