mercoledì 7 dicembre 2022

Un attimo di beatitudine

Io mi vergogno di quel che scrivo, da sempre, soprattutto quando mi accingo a scrivere delle storie che nei miei progetti avrebbero delle velleità di narrativa, è lì che sento tutta la differenza tra me e il vero narratore, quello che è stato baciato dal talento. Non dico le vette inarrivabili dei funamboli della lingua, ma non mi riesce neppure la scrittura scarna della narrativa americana, anzi, certe volte mi vergogno perfino per gli altri, di certi che hanno avuto la fortuna di essere ritenuti dei gran narratori pur scrivendo così male (si intende, mi vergogno della forma, che nella sostanza ognuno è libero di trattare quel che vuole, anche di una seduta al gabinetto). Penso che nel mio caso si tratti di una specie di blocco creativo di origine psicologica, non mi serve una scuola di scrittura, mi servirebbe più un analista. Diciamo che ogni tanto scrivo qualche riga che mi soddisfa: "Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! Ed è forse poco seppure nell'intera vita di un uomo?" (Le notte bianche, explicit).

2 commenti:

  1. Cazzate, hai una delle più belle scritture mai lette sul web.

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    1. Guarda, mi stavo giusto domandando: ma che fine ha fatto Luigi? Ti giuro, un attimo prima di controllare i commenti.

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