mercoledì 28 dicembre 2022

A proposito di figli d'arte

L'altro giorno abbiamo tentato di guardare quello speciale su Milano presentato dal figlio di Angela, hai visto mai che ci mostrasse qualcosa di interessante sulla città, che vorremmo andare uno di questi giorni a visitarla, be', una delusione. Gli Angela godono di una reputazione superiore ai loro meriti e il figlio, già di suo piuttosto banalotto, peggiora di anno in anno, ormai sembra una guida della pro loco: e Milano città industriosa, e Milano terra delle opportunità, la Madunina, il Teatro alla Scala, la Fabrica dal Dom, quella dei sogni, l'apericena, a Brera, ecc. ecc., mancava solo Bolle che ballava, Malika Ayane c'era, e cantava una canzone dell'erbese Memo Remigi, nel frattempo caduto in disgrazia. A me personalmente ha fatto ridere l'amarcord sulle carrozze a scompartimenti: quanti ricordi: alcuni di voi si ricorderanno questi tavolini, e le cappelliere in corda, e questi corridoi... sì, me li ricordo bene, bella merda. Ricordo un viaggio di 12 ore seduto in corridoio sulle valigie, sempre grato alle FF.SS. (cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?)... Quando poi è arrivato a Celentano, che come al solito ha mollato il suo pippone sui giovani e la guerra, già avevamo capito che dovevamo abbandonare la nave, ma il colpo di grazia è stata l'intervista a Dolce & Gabbana, di una piaggeria che superava in cringe solo la tv di stato nordcoreana. Ho finito.

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