La morale funziona a questo modo: se attorno al fine di un'azione si forma un ampio consenso sociale a motivo di un interesse comune o generalmente riconosciuto come tale, allora l'azione avrà molte più possibilità di essere considerata lecita e morale, diversamente sarà più facile considerarla immorale. Possiamo senz'altro menzionare la teoria di Raskolnikov: i grandi condottieri uccidono migliaia di persone e vengono celebrati come eroi, un uomo che uccide una vecchia usuraia per usarne il denaro a fin di bene è invece considerato un ladro e un assassino. E' chiaro che se il fine è conquistare la Gloria della Nazione, a Napoleone verrà perdonata ogni sorta di carneficina (la quale poi si trasfigurerà in trionfo), il fine di Raskolnikov è invece troppo circoscritto per sovrastare la sacralità della vita e della proprietà privata e l'azione verrà sanzionata per quella che è. Sostituite Napoleone e Raskolnikov con gli eroi dei nostri giorni e vedrete che tutto continuerà a reggersi cartesianamente: il fine non solo giustifica i mezzi, ma determina il contenuto morale dell'azione (è il segreto di Pulcinella, ma sapete meglio di me per nascondere bene una cosa occorre averla davanti agli occhi).
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