Più non scrivo e più non mi viene voglia di scrivere, quindi scriviamo qualcosa pur di ricominciare a scrivere. Tutti si domandavano: perché gli italiani amano così tanto i radicali ma non li votano? Dunque, ammesso che quello mostrato non più tardi di tre giorni fa fosse vero amore, potremmo rispondere, in via del tutto preliminare ma nondimeno esaustiva, che il messaggio radicale è perlopiù incomprensibile ai comuni mortali. Prendete per esempio la lista "Amnistia, Giustizia e Libertà": che c'azzecca l'amnistia, dirà l'uomo della strada? Forse una lista "No Multe, Giustizia e Libertà" avrebbe avuto più chance. Poi sono il primo a dire che l'attenzione ai problemi dei detenuti è una grande battaglia di civiltà (soprattutto quando ti capita di finire in gattabuia, che è lì che ti accorgi di quanto avevano ragione), ma con tutti i politici ladri che ci sono, dirà sempre l'uomo della strada, proprio tu mi vieni a parlare di amnistia? Ma lasciamo stare la lista Amnistia, Giustizia e Libertà, che Cappato si presenta a Milano con una bella lista "Radicali con Cappato". Siamo sempre da capo: quelle radicali sono battaglie di nicchia, non è come ai tempi del divorzio, una battaglia chiara, semplice, popolare, lineare... ma lasciamo stare le battaglie di nicchia. La gente non vota i radicali perché non li capisce e d'altro canto loro non fanno più niente per farsi capire (il Pannellone nostro faceva e disfava, e noi lì a non capirci un cazzo, che Dio ti abbia in gloria).
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