domenica 10 novembre 2013

Se ne sono accorti anche i credenti (non sono stupidi) che questo papa è tutto un épater le bourgeois. Per noi che non ci crediamo è solo fuffa, perlopiù captatio benevolentiae (Wojtyla docet), per quelli che ci credono davvero, cioè per le perpetue, Francesco rischia addirittura l'apostasia o perlomeno la connivenza con il nemico mortale, cioè la modernità. E' divertente vederle starnazzare, abbandonate in mezzo al guado dall'impavido Benedetto XVI, quel gran campione di ortodossia. Mi ricordo quando al mio paesino arrivò il nuovo prete, un prete giovane di idee progressiste (e cioè si spostava in Vespa), apriti cielo! Le vecchie carampane presidianti i leggii dell'altare maggiore si misero in subbuglio, fioccarono le lettere di protesta e alla fine il prete progressista venne allontanato. Salvo poi lamentarsi del suo successore, un sbiadito pretino in quota moderata senza arte ne parte. Per cui, a cosa vorrebbero appellarsi questi cosiddetti tradizionalisti? Forse un credente, per credere di più, deve specchiarsi in un papa più canonico? Non basta credere in Dio e riposare nella certezza della propria fede per essere in pace con gli altri e con se stessi? Io non capisco e probabilmente non capirò mai.

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