Ne parlavo ieri sera con mio padre: così come il carattere di un uomo è il suo destino, a maggior ragione il carattere di una nazione è il suo destino. Poi, per carità, si può sempre cambiare, soprattutto dopo una mazzata in testa, ma se non intervengono cataclismi c'è poco da fare, la scarpa prenderà sempre la forma del piede.
mercoledì 29 giugno 2016
domenica 26 giugno 2016
Voglio la mamma
L'Europa sta in piena sindrome dell'amante tradito. "Non sarà un divorzio consensuale", dice Junker. Prendi le tue cose e vattene. Perché tu pensi che i capoccioni, lassù a Bruxelles, ragionino secondo schemi raffinati e invece si riduce tutto a una proiezione degli scazzi coniugali su vasta scala: o dentro o fuori, io ti avevo avvertito, questa Europa non è un albergo. Viste le premesse dove vuoi che andiamo? A questo punto, dico io, per convincere gli stati membri a restare assisteremo probabilmente a un rafforzamento della mentalità assistenzialista sul modello dello "Stato Chioccia": ma dove vai che si sta così bene in casa con la mamma! (psicologia infantile o elementare, funziona sempre).
Il più grande pericolo per la democrazia
Interessante l'intervista a Veltroni, due passaggi su tutti: e in pericolo la democrazia? "Nascerà alla fine un pericoloso desiderio di semplificazione dei processi di decisione". Ma non è proprio la riforma costituzionale, a detta dei suoi detrattori, ad andare in questa direzione? Veltroni è di un'altra opinione, quello di ottobre è un referendum "sul rafforzamento della democrazia". Insomma, non c'è verso di capirsi. In realtà io non credo che la riforma costituzionale, che a questo punto dubito possa superare lo scoglio referendario, sia una minaccia per la democrazia, è semplicemente un'altra idea di democrazia, l'idea di una democrazia stabile contrapposta al vizio del ribaltonismo nostrano. Ma capisco anche che l'idea di privarci del gusto per l'intrallazzo ci spaventi, la cosa ci sembra innaturale... lo dico provocatoriamente: noi che non vogliamo la riforma costituzionale intimamente siamo i soliti intrallazzoni, ci piace il caos tipicamente italiota in cui sguazziamo come ippopotami. E' vero, lo ammetto, i governi stabili sono di una noia mortale oltre ad essere il più grande pericolo per la democrazia (!). (ma ti immagini lo scazzo di dover sopportare per cinque anni uno che ti sta sulle balle?).
sabato 25 giugno 2016
Addio, perfida Albione
Che dici, ce la diamo una risvegliata all'eros? Tutto questo rifiorire di gambe nude, che per queste latitudini sono una novità, abituati come siamo alla procella... per carità, pensa alla Brexit che è tutta salute. Con la Brexit ne andrà anche dei diritti delle donne, verranno ristabilite le leggi del pudore vittoriano, testa bassa e mudànd de parpignana. Il porridge salirà alle stelle, il pudding sparirà dagli scaffali del Carrefour. Agli hooligans verrà chiesto il passaporto. Gli euro inglesi diventeranno roba da collezionisti vista la loro assoluta rarità. Verrà imposto il divieto di guidare a destra. Insomma, noi qui a pensare alle gambe, al costumino, al sandaletto, mentre quelli se la passano veramente ma veramente male.
Teoria dell'abbaglio
Bisogna rassegnarsi. Se il mondo va in una certa direzione nonostante gli sforzi contrari, bisogna rassegnarsi. Questa unione monetaria tutta rigore, doveri e sacrifici, dicono, ha fatto il suo tempo, è finito il tempo delle Merkel e dei governi tecnici, in eterna aspettativa di una ripresa che non arriverà mai, ora verrà il tempo della politica fai da te, dei cittadini volenterosi, del ritorno all'autarchia: vi pare che tutto questo possa stare in piedi? Oh, non importa, il cittadino deve fare i suoi esperimenti, l'illusione è il motore della storia.
lunedì 20 giugno 2016
Libertà è non partecipazione
Avevamo già detto tutto prima dei ballottaggi, per cui ora niente da aggiungere. Se la politica è il proseguimento del campionato di calcio con altri mezzi (e lo è), allora ognuno tiene per la sua squadra e inutile cercare di convincerlo. Per esempio, è un bene o un male che abbia vinto Grillo? Voi sapete come la penso, ma quel che penso io, come del resto quello che pensa in proposito ciascuno di noi, non è più importante di un'onda che si infrange sulla battigia, semplicemente la storia ha i suoi tempi, le sue necessità, e del resto Renzi non era un dittatore, il malcontento trova sempre la sua strada, e in ogni caso fra qualche anno di tutto questo non importerà più niente a nessuno. (sì ma così non lotti, non ti impegni, ti lasci andare alle cose senza opporre resistenza... sarà, a me sembra invece di vederci chiaro: veramente libero è colui che non partecipa. Bonne nuit).
sabato 18 giugno 2016
Suffragettes without a cause
Esempio da manuale di quei parossismi di progressismo che ammorbano certa sinistra di casa nostra (ma non solo) è certamente quello della Presidenta Boldrini, la quale, con toni dolenti, denuncia la preponderanza di nomi maschili nella toponomastica stradale e lancia un appello affinché sia invertita la tendenza. Qui umilmente proponiamo la soluzione più semplice, e cioè la femminilizzazione dei nomi già esistenti: viale Alberta Einstein, via Nina Bixia, Piazza XX Settembra, solo dopo aver varato la riforma della toponomastica potremo mettere mano a quella della pronomastica (io, tu, ella, noi, voi, essa): a vindication of the right of women.
Disconosci te stesso
Dicevamo che c'è sempre troppo di personale nelle nostre scelte politiche e troppo poco interesse generale, e proprio su questo confida la politica quando fa leva sulle emozioni e sulla nostra emotività. In realtà, ad essere davvero onesti con se stessi, dovremmo restarcene a casa a sorseggiare camomilla invece di scaldarci tanto e intavolare discussioni infinite senza né capo né coda, che dietro a tanto ciarlare si nasconde principalmente l'impronta del nostro carattere, il quale ha come obiettivo principale la sua affermazione narcisistica, mentre l'oggetto del contendere fa solo da pretesto. Insomma, date retta a me, lasciate perdere la democrazia, non è roba per voi.
mercoledì 15 giugno 2016
L'irrancidimento dei lipidi
Io non posso capire per costituzione gli amici e i parenti che mi decantano entusiasti le lodi del Movimento Cinque Stelle, perché per quello bisogna avere fede e io ne sono sprovvisto. Sarebbe come se un cristiano mi volesse convincere della bellezza del cristianesimo, buon per lui, io continuo a non vederci niente di straordinario. A loro discolpa devo dire che questi miei amici vengono quasi tutti dalla sinistra autolesionista e perdente schiacciata per un ventennio sotto il tallone berlusconiano (voi capirete nel frattempo l'irrancidimento), e nel Movimento Cinque Stelle ci vedono probabilmente la loro opportunità di riscatto (piace a tutti vincere almeno una volta nella vita), così proiettano tutte le loro fantasticherie egualitarie e istanze di onestà sul movimento grillino, il quale, come tutti i movimenti, usa questo grande serbatoio di credulità per i suoi scopi, perché dove c'è domanda di credulità là si forma una certa offerta volta a soddisfarla. Intesi che potete fare quel che volete, solo andateci piano con le droghe.
Voluptas
Voi chi preferite, la Raggi o l'Appendino? Non politicamente, di quello non ce ne frega niente, dico come donne. Io in un primo momento consideravo solo la Raggi ma poi a sentirla parlare mi è passato tutto il sentimento, come con la Boschi (carucce, per carità, ma più leggere dell'elio). L'Appendino invece è una scoperta recente e devo dire che ha più personalità delle altre due messe assieme (ci voleva poco), e la personalità fa molto in una donna, ha un bel faccione schietto e due begli occhi chiari profondi come il mare. Anche De Luca ho sentito che apprezza assai l'Appendino, soprattutto da quando ha cambiato pettinatura, e sui gusti di De Luca non si discute, è il numero uno. Vada per l'Appendino.
(contrordine, l'ho sentita parlare alla radio, stendiamo un velo pure sull'Appendino).
(contrordine, l'ho sentita parlare alla radio, stendiamo un velo pure sull'Appendino).
martedì 14 giugno 2016
E' tutto finito
Non ho più quella cattiveria di una volta, quella perfidia, quel fuoco sacro, lo stesso Grillo non mi irrita abbastanza per costruirci sopra una serie di post, alla fine la politica mi ha stufato, esattamente come il calcio: e quindi, di che parliamo? Ma anche di niente. Ma che mi importa a me di quello che dice la Boschi e di quello che le risponde l'Appendino o la Raggi? E' tutto di una noia mortale. Lo stesso Berlusconi mi intenerisce, lui che ora si affida a Dio e all'affetto degli italiani, ma sì, anche al mio, glielo concedo con tutto il cuore (lascia tutto a Toti che stai in buone mani). E' tutto finito.
giovedì 9 giugno 2016
Le Roi s'amuse (e un po' s'ennuie)
E' solo che il grillismo è una specie di leghismo di sinistra, manettaro e pauperista, alquanto strampalato in certi suoi tic (alieni, scie chimiche, gruppo Bilderberg, passando per tutti i gradienti del vegetarianesimo e dei medicamenti alternativi inerenti alla coscienza quantica), insomma, una bella brodaglia ma confezionata come se fosse ambrosia, è il suo momento, non ci si può fare niente. Tanto abbiamo trafficato per liberarci di Renzi - io no, io troppo delicato per gettare merda, io osservavo tutto dall'alto del mio contegno - che adesso dovremo sudare le sette camicie - voi, io no, io non muoverò un dito - per liberarci anche di Grillo: sappiate che avrete tutto il mio sostegno. Esterno.
mercoledì 8 giugno 2016
Lasciar scorrere
Per esempio, ora pare che il vento soffi nella direzione dei Cinque Stelle, benissimo, lasciamo che sia, dal mio punto di vista sono tutte fughe dalla realtà, ma mica nascono tutti imparati, lascia che se ne rendano conto da soli, chi sono io per oppormi ai grandi passaggi della storia? Grillo non è mica l'Isis. Sì, però - obietterà qualcuno -, il Movimento Cinque Stelle a Napoli e a Milano ha fatto flop. Situazioni particolari, scelte strategiche... Quel che conta è l'immagine, il sentimento generale, l'impressione che si riesce a trasmettere, e l'impressione precede sempre i fatti e li sovrasta. Fine della seconda pillola di saggezza.
lunedì 6 giugno 2016
Amor vacui
Ve ne sarete accorti, la fiamma s'è spenta, la ricerca è in un certo senso terminata, non voglio dire che ho raggiunto l'illuminazione perché è parola che si carica di troppi significati, diciamo che ho estratto il pungolo dalla carne, non fa più male. Per cui io qui un tempo avrei anche parlato di politica, di elezioni e di suffragi universali, ma vi ridirò: la fiamma s'è spenta. Con questo vi auguro una buonanotte e a risentirci alla prossima pillola di saggezza.
domenica 5 giugno 2016
Spem contra spes
Se il mondo è il luogo dell'errore perché ci si sbaglia necessariamente sul suo conto, allora anche qualsiasi scelta di campo è un errore, per cui impegniamoci pure a scegliere il meno peggio senza troppo sensi di colpa. Certo, la cosa non è ugualmente semplice, anche solo nello scegliere il meno peggio ci va una bella dose di perizia, ma tant'è. Per giunta l'eccesso di razionalismo, il progetto di sostituire le ragioni di Dio con quelle della ragione, spesso porta a conclusioni poco ragionevoli, morto Dio qualche altra forma di petulanza doveva pure giungere a sostituirlo.
venerdì 3 giugno 2016
Ve lo meritate Benigni
Divertente questa cosa dell'endorsement di Benigni, ci sono rimasti male e ci godo. In rete c'è già chi grida al tradimento, allo scandalo ("Ven-du-to! Ven-du-to!"), come se le ragioni del No fossero le uniche consentite secondo Ragione e Verità. Del resto un paese che pensa che Benigni sia un genio si merita tutto il suo declino.
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