Si diceva: il Vaticano è ormai come il Cocoricò, solo con meno selezione all'ingresso. PR, lobbisti, consulenti HR, opinion makers, tutta gente che apparentemente non c'entra nulla col Sinodo della famiglia ma nemmeno con l'immagine del poverello d'Assisi assurto al soglio pontificio. Lungi da me ricadere nei tic del gretto anticlericalismo ottocentesco, ma è una vita che non mi appartiene. Io quando ho messo le ciabatte e mi sono fatto una camomilla già sto in pace col mondo e con me stesso. A sentire i giornali in Vaticano si sta invece come nel porto di Bisanzio, tutti che si guardano le spalle, i corvi, i monsignori, le protette, roba che Dan Brown, al confronto, un bambagione. Eppure li mettono in carcere come fossero degli assassini perché hanno trafugato chissà quali segreti papalini, tipo che il papa fa la pipì da seduto... boh, roba che noi secolarizzati non possiamo capire e tutt'al più potrà interessare i finissimi vaticanisti del Foglio, che un po' per noia e un po' per apatia pare si dilettino di cronache della sagrestia come si trattasse delle ultime novità in fatto di bon ton e di acconciature à la page, contenti loro...
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