Il messaggio cristiano, come si può evincere dalle dichiarazioni del papa testé giunto a L'Avana, si è fatto postmoderno, perlopiù allineato, se si esclude la sola questione omosessuale, alle posizioni del progressismo laico. Per fare un solo esempio, il saggio Per la pace perpetua, del 1795, non fu certo opera di papa Pio VI, ma di un grande filosofo permeato di cultura illuminista qual era Kant. Lungi da me fare l'apologia della rivoluzione francese, ma è significativo che il papato contemporaneo a Kant, invece di occuparsi dei grandi temi relativi alla costruzione della pace, era allora impegnato a condannare la "Déclaration des Droits de l'Homme et du Citoyen", dichiarazione che oggi potrebbe benissimo essere incorporata in un'enciclica papale, fatti gli opportuni aggiustamenti ("La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino non
fu un episodio casuale e gran parte di essa è confluita a sua volta nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948", wikipedia). Insomma, questo papa è indistinguibile da un funzionario delle Nazioni Unite, facesse l'ultimo passo e aprisse alle ragioni degli omosessuali, la simbiosi sarebbe perfetta. Seguiranno approfondimenti.
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