Ho il mal di gola da sabato, ho avuto la febbre, in un orecchio ho un camion col motore acceso (altro che acufene). Mi trovo in uno stato di costante e dolcissimo rimbambimento. La sera mi faccio la borsa dell'acqua calda, sciabatto per casa in pantofole e babbucce, quelle della zia (se non ci fossero le zie...). Lo so, non è una gran bella immagine per un filosofo, eppure sono convinto che Kant facesse lo stesso, doveva far freddo lassù in Prussia. Ho questa immagine di lui in camicia da notte e berrettino, con una candela in mano, devo avere visto la caricatura da qualche parte. Il freddo che doveva fare una volta non lo si può nemmeno concepire, l'umidità, poi. Ecco, adesso sento il mare, il camion deve essere partito. C'era gente a Nantucket che prendeva il mare con la neve e se la viaggiava sulle navi... ora è più un brusio, tipo vernissage con spumantino e rinfresco. Ero lì che curavo la pasta e fagioli, ho lasciato aperto un attimo, vai a capire, avrò preso freddo. Nevicava. Nel delirio della febbre splendide aurore boreali e biondissime vichinghe che si infilavano nel letto, davvero mi sarebbero tornate utili, come scaldini. Che fine avrà mai fatto Helena Fourment dalle formidabili carni, modella e poi sposa di Rubens? Pure lei disgregata, dissolta nella tormenta infinita degli atomi che scandisce il passare del tempo e la storia... devo prendere l'antibiotico.
Pietro Paolo Rubens
"L'origine della Via Lattea"
(particolare)
"L'origine della Via Lattea"
(particolare)