mercoledì 9 ottobre 2013

"Now Besso has departed from this strange world a little ahead of me. That means nothing. People like us, who believe in physics, know that the distinction between past, present and future is only a stubbornly persistent illusion".

Dunque lo scorrere del tempo sarebbe la più cocciuta e ostinata delle illusioni, almeno quanto l'illusione stessa della materia. E' un grande fisico a dircelo, l'uomo del secolo (scorso). Con questo non voglio offrire facili scappatoie al terrore morte, ci mancherebbe, ma mi affascinano i cambi di paradigma, e cioè la possibilità di mantenere intatte le strutture formali, coerenti al loro interno, cambiando però l'esterno, cioè le loro premesse. Guai a mettere in discussione l'attuale paradigma atomistico, noi uomini contemporanei dobbiamo morire male, disgregati in tanti piccolissimi pezzettini corpuscolari i quali, una volta liberati dalla gabbia corporale, vagheranno liberi nello spazio, liberi di reincarnarsi in fiori, uccelli, rocce, terra, aria, fuoco, acqua oppure peli del culo. Se volete è anche una visione molto classica, certamente democritea, ma pure platonica ed epicurea. Eppure i fisici stessi ce lo dicono, non i filosofi che raccontano le favole, ma i fisici, i veri sacerdoti della modernità. Passato, presente e futuro sono un'illusione, la morte non significa nulla. I mistici indiani saranno contenti, la fisica ha fatto un gran giro dell'oca per ripassare dal via, sarà contento Parmenide, che proprio in questo momento si sta godendo beato la sua percezione eterna di tutti gli stati passati, presenti e futuri, tutti, dalla prima intuizione sull'essere e il nulla alla prima volta che si è fatto Zenone, e probabilmente anche la comprensione di tutte le implicazioni della teoria della relatività generale e ristretta. Detto questo, per coerenza e solidarietà verso i miei amici mortali, qui lo dico e qui lo ripeto: io voglio morire male come voi, disgregato a poco a poco oppure sublimato, secondo le regole della fisica così come la conosciamo allo stato attuale delle cose, la mia coscienza unitaria voglio che sia stata generata dal nulla e voglio che ritorni ad essere un nulla. Delle teorie delle stringe poi non ne parliamo, difficili da confermare sperimentalmente in quanto spintesi in regioni talmente lontane dall'esperienza comune che il noumeno kantiano, al confronto, è un gelato alla vaniglia (il suicidio della fisica, sembra si stia impiccando con le mani sue imbrigliata dalle sue stesse premesse).

4 commenti:

  1. Probabilmente Einstein si riferiva alla relatività del tempo locale rispetto a un osservatore, posizionato, diciamo, a 1000 anni luce da qui.
    Condizionati dal tempo locale, nasciamo, invecchiamo e moriamo in un "tempo" differente rispetto a quello vissuto da un altro osservatore.
    In questo senso il tempo, inteso come concetto universale, è un'illusione. Nel nostro tempo locale invece è una realtà inesorabile.
    La morte è la stessa, a 1000 anni luce da qui o no.
    Inutile illudersi sull'illusorietà del tempo.

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    1. Ti ringrazio per la solerzia con la quale sempre cerchi di distogliermi da quelle che tu intendi essere le mie illusioni, ma il dibattito sull'illusorietà dello scorrere del tempo è avviato già da tempo all'interno della comunità scientifica. Einstein intendeva esattamente quello che ha scritto, l'illusione è nella distinzione fra passato, presente e futuro, "il fiume congelato", così lo chiamano i fisici.

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    2. Mi spiace di dare quest'impressione. Forse con questi miei interventi dal tono che può sembrare saccente, sono le MIE illusioni che cerco di cancellare, attraverso i tuoi post. In realtà mi sento vicino a molte delle cose che ho letto nel tuo blog.
      La ricerca di senso, il pensare che forse non ce n'è nessuno, il vuoto ripetersi dei giorni, cercare risposte che non si fanno trovare, sono cose che appartengono anche a me. Ammiro il tuo coraggio di scrivere "la vita non ha alcun senso". Sembra una frase semplice, forse banale, ma scriverla oggi, in un'epoca che pare avere bandito la lucidità e aborre il cosiddetto pessimismo, richiede coraggio.
      Su Einstein posso sbagliarmi, non è un problema, mi informerò meglio.

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    3. E' da tanto che scrivo, questo blog è una costola del precedente che avevo su Splinder, dal 2004, non preoccuparti ne ho viste di ogni e non sono i commenti a preoccuparmi, tranquillo. Non penso che ci voglia così tanto coraggio a scrivere ""la vita non ha alcun senso", credo sia un dato di fatto, o meglio, la risposta più semplice quando vaghi da anni alla ricerca di una risposta.

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