sabato 5 ottobre 2013

Dobbiamo spogliarci della mondanità dice il papa (mica ceci), ma che cos'è questa mondanità? E' lo spirito del mondo: "La mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all'orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio, e l'idolatria è il peccato più forte". E ancora: "E' tanto triste trovare un cristiano mondano, sicuro, crede lui, di quella sicurezza che gli dà la fede e sicuro della sicurezza che gli dà il mondo". 

Le solite fregnacce. Quanti buoni cristiani, pilastri della comunità, ricchi più di capitale che di spirito con le loro donazioni e i loro lasciti post mortem vanno a sostenere la Chiesa mondana? I mobilieri di Cantù erano tanto cristiani e così sicuri del loro mondo fatto di trucioli... mettiamo il caso che esista un ospizio cristiano intitolato a un beato in odor di santità, io non faccio nomi, ma diciamo per ipotesi. Il giorno in cui i parenti tutti, o nel peggiore dei casi solo alcuni, non riusciranno più a pagare la retta, dai caveau spirituali dell'amministrazione cristiana giungerà una proposta che ai più sembrerà del tutto decente: ci prendiamo la casa. Ma, badate bene, prima valuteranno quanto possono ricavarci, perché se la casa del povero nonnino, per una ragione o per l'altra, risulterà avere uno scarso valore di mercato, state pur certi che questa combriccola di mistici non perderà l'occasione di farvelo notare. E il valore affettivo? Non si traduce in soldi. Per cui lasciamo perdere i discorsi sulla mondanità, che le troie sono più rispettabili.

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