Sono così intimamente incazzato col mondo e con me stesso che per il momento è meglio che non scrivo niente, potrei pentirmene.
giovedì 30 agosto 2012
martedì 28 agosto 2012
Nonostante la città sia ancora deserta e siano sparite anche quelle poche attrattive. La ricciolina ucraina coi polpaccioni e i leggins che vedevo sull'8 quando tornavo a casa la sera, l'indiana dal vestitino svolazzante, magra come un chiodo, che saliva alla stazione nord. Oppure quella del bar, la Dacia Maraini, per via dell'ombretto celeste (sarà una scelta di vita). A guardarla bene Como non è poi così brutta al tramonto, bisogna darle merito. Ci sono persone che abitano a Losalcazzo, in postacci invivibili al margine di periferie inguardabili e come siamo fortunati noi che alla sera possiamo goderci il faro di Brunate o il Baradello illuminato. Esci e se hai l'accortezza di schivare le risse fra ecuadoregni potresti anche passare una piacevole serata. Da solo, ovviamente. Fai attenzione agli ubriachi, al trasù de ciuc, specialità comasca. Un sacco di avvinazzati a Como, perché è una città fredda, è chiaro. Oggi in pausa pranzo uno seduto vicino a me, un tatuato, parlava al telefono con un amico: "Mah... sai, faccio sempre le solite cose con gli stessi amici, non è che c'hai un'amica da presentarmi?". I giri di amicizie a Como sono come tribù di consanguinei, finisce che non ti puoi fare la tua migliore amica pena la scomunica, e s'intende nemmeno l'amica del tuo migliore amico, ma allora, dico io, a che cazzo servono gli amici? Questo qui, poverino, cercava una donna fuori dal suo giro, sangue nuovo. Se è disperato lui che c'ha il tatuaggio, figurati io... io sono la perla di Labuan.
Guardate che Grillo, ringhiando e sputando, ha posto un problema eminentemente esistenziale e a dir poco filosofico: seppellire vivi i morti viventi, già, ma come si fa? E qui sta la genialità del personaggio, altro che Lenny Bruce, altro che Andy Kaufman! I morti viventi sono più morti o sono più viventi? Forse dovremmo seppellire morti i vivi morenti? Ah, perfetta simmetria dell'ossimoro!
Io nun ce l'ho con Grillo, io ce l'ho con quelli che gli stanno a fianco e non lo buttano dde sotto (additare gli idioti non è un salvacondotto, non ci mette al riparo dall'idiozia, siamo oramai così avanti nel processo di decomposizione che una classe politica ridicola genera essa stessa i suoi anticorpi ridicoli).
lunedì 27 agosto 2012
Alcuni uomini bevono la propria urina, l'urina può contenere glucosio, tassiamo l'urina in quanto bibita zuccherata.
Il primo giorno di lavoro dopo le ferie è sempre un po' così ma guardo avanti. Ricordo il tempo dei magoni, la nostalgia delle abitudini, di una ragazza bionda con gli occhi azzurri che mi toccava, era l'anno di Bella d'estate (brutta d'inverno). Adesso invece un cazzo, solo un po' di fastidio ma tutto sommato niente al confronto delle depressioni adolescenziali e dell'infinite noie, le malinconoie... era proprio bisogno di compagnia e io chissà cosa mi credevo. Quando mi manca la tinca divento nervosa, se solo frequentassi un po' di gente in più penso che potrei essere felice. Lo penso ora, poi magari mi sbaglio. Poi magari mi stufo anche della tinca. La tinca è diffusa in tutte le acque dolci a corso lento: laghi, fiumi, canali, vasche da bagno, docce. Preferisce i fondi melmosi e ricoperti di vegetazione. Sopravvive anche in ambienti poveri di ossigeno. In inverno non si
nutre muovendosi lo stretto indispensabile, seppellendosi parzialmente
nella melma, talvolta nei paltò. Sta all'occhio vigile riconoscerla sotto la pelliccia.
domenica 26 agosto 2012
"Bisogna si faccia una scuola di cornamusa padana", che è quello che attualmente manca di più sul territorio, una rete capillare di corsi di baghét bergamasco ma in pelle vaccina, da non confondersi con la zampogna meridionale in pelle ovina. L'intuito del capo, anche se provato dagli scandali, non smette mai di stupire. L'inno padano, il Và a dar via el cù, suonato con le cornamuse. Dio che pathos, che groppo in gola, che magùn!*
E poi dovrei ritornare a occuparmi anche di politica, che gli argomenti personali li ho quasi esauriti. Dovrei ripartire dalle aste, cioè dalle cose semplici, dal litigio con Di Pietro al nuovo progetto del centrodestra, Grossa Italia o Lunga Italia, per non far confusione con la "Grande Italia" di Benito Mussolini*. Fuor di scherno, questo continuo ripescaggio berlusconiano della toponomastica fascista non può che rimandare alle grottesche atmosfere di Vogliamo i Colonnelli. Non mi stupirei di ritrovare tra i grandi elettori del nuovo soggetto politico i vari Vittorio Emanuele Ribaud, Gavino Furas, Teofilo Branzino, i Bassi Lega, i Quintiliano Turzilli, le Contesse D'Amatrice, in realtà è già così. La nostalgia dell'avvenire come la si rivive in certe fiction Mediaset: l'Ape Regina con la veletta che sale sulla Balilla mostrando la riga delle calze, il sidecar guidato da Gabriel Garko in mostrine ed alamari, Ezio Greggio a fare d'attendente, col féz. Dio Madonna. Galeazzo Ciano era un bell'uomo che sapeva stare a tavola e affascinare le signore, non erano tutti picchiatori. Per intenderci, Beppe Grillo non è il fascista, è il comico qualunque, la mutazione della satira in intento moralizzatore, che non è più di destra né di sinistra, è il bar sport istituzionalizzato. Ma per nostra fortuna vincerà il PD.
Due tedeschine in abbigliamento sportivo che facevano l'amore... che facevano le flessioni sullo spartitraffico erboso davanti al Carrefour*, solitamente adibito a cacatoio per cani. Il clochard di viale G. Cesare non credeva ai suoi occhi e dalla sua casa-panchina girava il collo stupito da tanto teutonico distacco per il traffico (in verità modesto) delle ore dieci. I tedeschi arrivano a Como e vorrebbero farne una città normale, di quelle nordiche dove d'estate le studentesse in shorts si leggono l'etica nicomachea a piedi nudi distese sui prati. Quasi mi commuovo. E io intanto entravo nel supermercato e mi guardavo bene dal comprare lo yogurt Müller perché è prodotto in Germania e acquistavo invece il cremoso alla fragola prodotto a Lentate sul Seveso, per fare uno sgarbo a quella stronzetta della Merkel, che già mi sognavo vittima di una sessione bdsm con due grossi wurstel infilati da parte a parte in quel suo corpaccione flaccido... dovete scusarmi, ho la digestione lenta, a volte mi sento soffocare e mi sveglio gridando in piena notte inseguito dal distruttore nero di A. E. Van Vogt, che non è quello dei girasoli. Il richiamo di Cthulhu, lo so per esperienza, si neutralizza con il Brioschi, il richiamo della tinca - quello è più prepotente - nemmeno con il bromuro.
sabato 25 agosto 2012
L'aspettavo la pioggia, volevo capire se la chioma di Beatrice avrebbe sfiorato anche la città di Como, e invece i tuoni s'odono lontani e qua e là qualche bagliore, un po' di fresco, ma molto relativo, visto che per farlo entrare in casa mia bisognerebbe aprire dei varchi nei muri. E invece mi ricordo che a Palestrina rinfrescava la sera, da dare fastidio sulle braccia nude, quando ci si sedeva a un bar a mangiare un gelato. Sono stato anche a Castel S. Pietro (Romano), appena sopra Palestrina, dove nel '53 hanno girato Pane, amore e fantasia. Una bellissima terrazza dalla quale i volonatari della protezione civile lumavano l'orizzonte in cerca d'incendi sotto il sole cocente del primo pomeriggio. E c'era un bar, forse anche l'unico del paese, coi tavolini all'ombra, dove i vecchi giocavano a scala 40. Forse non vi ho mai detto che ho un debole per la scala 40, sono molto vecchio dentro. Per cui mi era venuta la voglia di sedermi assieme a loro con una birretta o con una gazzosa o con una schweppes ad aspettare di chiudere in mano nello stupore generale degli astanti... ma perché non posso vivere come loro? (adesso vado che è tornato indietro il temporale).
venerdì 24 agosto 2012
Mi sarei un po' stufato anche della fase introspettiva e del piagnisteo del single (mi sono tolto i pantaloni, sappiatelo, questo è un post scritto in mutande ma c'ho il permesso, qui fa un caldo talmente umido che sembra la mazzonia). Oggi passavo per una via del centro diretto da mio zio, dovevo recuperare un mazzo di chiavi: il deserto dei tartari. Ad un certo punto mi sono ritrovato solo davanti alla casa di Alessandro Volta, l'avita dimora, c'ero solo io e il rumore dei miei passi dentro le ciabatte dell'OVS, gnic-gnoc, una cosa imbarazzante. Pur non essendoci l'ombra d'anima viva ho rallentato per ridurre l'impatto acustico e per un attimo ho ceduto allo scoramento...
... solo un paio di giorni prima me ne stavo in panciolle a Palestrina coccolato dai cugini, me ne andavo anche in giro per Roma e tutto sembrava più leggero, la vita più vivibile nonostante il sole a picco e quella cazzo di navetta sostitutiva che dalla Stazione Termini porta a P.zza del Popolo. Roma è una città cialtrona, più di tanto non le si può chiedere. Come dice mia cugina: le città del sud sono disorganizzate ma in compenso ti regalano tanto calore umano (intendendo che organizzazione e calore umano sono due grandezze escludenti, o l'una, o l'altra). Un esempio di calore umano: in quella specie di catacomba che chiamano metro un caos che sembrava di essere in un bunker di sfollati. Centro informazioni, uno spilungone vestito da impiegato delle municipalizzate a domanda risponde compulsivamente: "l'Agnanina?" (ma va a cagar tì e l'Agnanina). E tutto questo perché volevamo andare al MAXXI, che per arrivarci devi attraversare luoghi desolati quali l'ex villaggio olimpico e cattedrali nel deserto come l'auditorium di Veltroni, chiuso dietro a dei cancelli così categoricamente serrati che pareva la casa circondariale dell'IKEA. A un certo punto ho provato l'impulso di suicidarmi in tangenziale, ma avevo un obiettivo, cioè visitare 'sto cazzo di MAXXI. Tanto, sudati eravamo sudati, tanta fatica non poteva finire in niente. Via Guido Reni è una di quelle vie che non dovresti mai fare attraversare a chi soffre di depressione, nemmeno a quelli che son guariti e che sono a rischio di ricadute (per non parlare di via Flaminia e viale Tiziano). Mai visto tante foglie morte, ci sono finito dentro fino alle caviglie. Ma non è in autunno che cadono le foglie, fossero quelle dell'autunno precedente? Fatto sta che questo MAXXI lo troviamo è ci appare chiaro fin da subito il messaggio dell'archistar: l'evento è il MAXXI in sé, cioè la struttura, quello che ci sta dentro lo damo ar gatto, sperando che l'apprezzi.
[continua]
giovedì 23 agosto 2012
La novità è che mi sento assolutamente a posto con me stesso. Casomai sarete voi, e con voi intendo "categoria femminile", a farmi perdere tempo perché non capite niente. No, non è un'accusa, nel caso specifico è una constatazione. Pare che non abbia niente fuori posto, me lo hanno confermato, continua dunque il mistero perché io sia ancora solo, boh. Oddio, mica devo fare le gare, mi era presa questa smania solo perché avevo l'urgenza di farla vedere ("farlo" vedere) a una certa persona. Che stupidaggine. Sù, non siamo più bambini, un po' di amor proprio. Discuto amabilmente, sono intelligente, sono ironico e sto alla battuta, il mio messaggio è: "io sono qui, mi dovete prendere voi", è così difficile da capire? Più di metterlo a disposizione gratuitamente (dico "gra-tu-i-ta-men-te"), e in più offro anche la consumazione... mi mancano i bordelli.
Io credo che ci sia un equivoco di fondo, mi vedono così tranquillo e apparentemente sicuro del fatto mio che pensano: "questo qui non ha bisogno di niente, che uomo fortunato!". Che uomo incompreso.
Forse hanno bisogno di vedere delle debolezze in un uomo, per poterlo redimere, per poterlo salvare, per poterlo cambiare, troppo tranquillo un uomo le spaventa, oddio, dove potrò mettere le mani? Tranquille, vi rassicuro io: le mani e anche le labbra, di posti ce ne sono a iosa.
Io credo che ci sia un equivoco di fondo, mi vedono così tranquillo e apparentemente sicuro del fatto mio che pensano: "questo qui non ha bisogno di niente, che uomo fortunato!". Che uomo incompreso.
Forse hanno bisogno di vedere delle debolezze in un uomo, per poterlo redimere, per poterlo salvare, per poterlo cambiare, troppo tranquillo un uomo le spaventa, oddio, dove potrò mettere le mani? Tranquille, vi rassicuro io: le mani e anche le labbra, di posti ce ne sono a iosa.
Tornato son tornato, ma non so se c'ho voglia ancora di menare il bigolo con le storie delle donne ecc. ecc. Son tornato da Roma rassegnato ma al tempo stesso rasserenato, c'è altro nella vita. Va bòn, poi si vedrà, devo mettere la lavatrice.
domenica 12 agosto 2012
venerdì 10 agosto 2012
Il cancro ci tiene alla famiglia, ma a quante pare la famiglia non ci tiene al cancro. Non trovate che sia uno spreco, un peccato, essere così ben disposti verso una nuova vita e non trovare il modo di realizzarla? E' un gran peccato, sì. Non intendo il matrimonio, non intendo i figli, ma una relazione stabile, un progetto, tentare l'intentato... che beffa. Voglio dire, non posso continuare a vivere da ragazzino alla mia età. Non siamo più liceali che limonano sulle selle dei motorini. La comodità di un letto per cambiare posizioni in tutta sicurezza e non gravare sui muscoli lombari. Una cucina con un frigo pieno di bifidus e di birra e di tutte le cose buone che fanno ingrassare. Donna di panza, donna di sostanza. Io me lo domando veramente: com'è possibile non riuscire a realizzare un sogno così modesto? La mia vita per me è un mistero. C'è una subroutine del codice sorgente che mi costringe all'isolamento contro la mia stessa volontà? Chi è il master of puppets? Non ci posso credere che sono ancora sul mercato, ultimo scaffale in alto, nell'angolo cieco: compratemi, vi prego.
giovedì 9 agosto 2012
Sono ufficialmente in ferie, lunedì parto. E non voglio sapere niente di problemi di lavoro, se ce la faremo o meno, se mi toccherà cercare ancora, non importa, di qualcosa vivrò. Ho voglia di compagnia, di chiacchiere, di femmine, di andarmene in giro per li castelli, non ce la può fare un uomo solo a caricarsi tutto il peso del mondo sulle sue spalle... mi manca solo la fragolina sulla torta, ma questa volta senza inutili isterismi: voi vi sposavate donne orrende e violentissime e voi siete imbruttiti. Io aspettavo le donne giuste e ora sono uno splendido quarantenne.
mercoledì 8 agosto 2012
Dal 5 Venere mi è entrata nel segno ma qui ancora non s'è visto nulla, non mi sono cadute come grandine dal cielo, nulla ha potuto nemmeno il mio sguardo magnetico. A un certo punto questo pomeriggio mi stava ritornando anche il magone ma ho detto no, questa volta non ci ricasco. Che vantaggi mi porta? La differenza tra lo stare bene e lo stare male è molto sottile ed è una fortuna, così come ricadevo facilmente nel pessimismo così ho imparato a ricadere nell'ottimismo, o quanto meno a passarci sopra. Mi domando: tutta questa fatica che sto facendo, questa lotta contro me stesso e l'isolamento in cui mi sono cacciato porterà un giorno i suoi frutti? Capita a volte di sfiorare qualcuna con la mano, così, per gioco e in amicizia, e mi prende non già la voglia carnale di portarmela a letto, prima ancora mi prende un'infinita voglia di tenerezza, perderei tutto pur di essere ricambiato... Dal 5 Venere mi è entrata nel segno, ed è ancora troppo presto, ci vuole tempo perché ingrani, magari devo aspettare l'autunno o magari l'inverno, o magari un altro inverno ancora sconosciuto, ed è meglio che non ci penso perché è davvero un'enormità questo futuro che incombe, senza promesse. Questa è la testimonianza di una persona sola.
martedì 7 agosto 2012
Non trovo più il senso. Arriva il momento in cui un senso bisogna darselo, vi dico: bisogna darselo. Mi manca: toccami in un certo modo. Mi mancano: i tuoi piedini freddi. E la litania delle tue lamentele. Donne che vivono la loro vita con uomini di cui si lamentano in continuazione e a te che invece si rivolgono con parole dolci tutt'al più si confessano. Di queste prese per i fondelli le donne non se ne accorgono, o meglio, voglio sperare che sia così, in caso contrario... non c'è cosa più fastidiosa dello sproloquio delle coppiette, come se volessero fartela pesare, come se lamentandosi ti volessero alleviare il peso della solitudine: resta da solo che fai proprio bene! Ma ricordate, il giorno in cui sarete voi a rimanere soli, e quel giorno verrà, vi sarà resa la cortesia. Da tutta questa letteratura riguardante la supponenza dei fidanzati o, peggio ancora, degli sposati, si potrebbe ricavarne un libro con un finale degno di uno splatter: la moglie impalata, il marito evirato, non si fanno sconti.
Tanto attesa questa vacanza e tanto me la fanno penare. Non vi posso dire il casino che è successo sul lavoro, dico solo che al ritorno dobbiamo ripartire praticamente da zero. Quindi, con questa spada di Damocle che mi pende sul capo, mi accingo a fare la mia bella vacanza sperando di riuscire a staccare la spina almeno per una decina di giorni. Altra questione: sto diventando come Berlusconi, oramai penso solo alla fi. "Caspita, sei cambiato, ora sei più solare, adesso sì che è un piacere lavorare con te!". Bastava così poco? Cioè mettersi nella condizione di essere più appetibile. Faccio il piacione. Fare il piacione rende simpatici, e io che credevo il contrario. Significa probabilmente che non ho capito una mazza della vita. Donne, fatevi vive che mi serve un tassello per completare l'identikit, organizzerò un concorso a premi, in regalo un esemplare d'uomo che non se ne trovano più molti su questa terra... nel mio pigro girovagare per i postriboli della rete, capita a volte che mi facciano completare le voci del mio profilo. Descriviti: sei simpatico, romantico, timido o solare? (marziano). Studi? (no, lavoro). Ti piacciono alte, basse, more o bionde coi capelli lunghi? (e che, ci mettiamo a fare i difficili?). Taglia? (taglia comoda che poi ci penso io a ripassare gli orli)... no, non ce la posso fare, dovrei vincere la repulsione per 'ste cazzate, soffocare l'orgoglio e mettermi al livello di una lettrice di Moccia, e allora mi chiedo: ma ne vale la pena, non si può rimediare una donna volando a quote più normali? Mah, non sono io che sono strano, è il mondo che pretende l'impossibile da me.
lunedì 6 agosto 2012
Ma insomma, cos'è che alla fine cercano gli uomini? Un po' d'amore, un po' d'affetto, un po' di tenerezza. E poi quello che viene dopo la tenerezza, cioè la durezza.
domenica 5 agosto 2012
Devo assolutamente resistere alla tentazione di leggermi subito La Stanza del Vescovo e guardarmi Il piatto piange, devo aspettare le vacanze. Magari mi rilasserò così tanto che non avrò bisogno di intrattenermi con certi svaghi intellettuali, magari mi divertirò senza pensare, che sarebbe un traguardo. Dopo tanta profondità riemergere in superficie e vivere con leggerezza. Non prendo un cane che impegna. Niente gatti che non ho un giardino, poveretti, si butterebbero dalla finestra. E poi castrarli, mamma mia che barbarie! Già mi immagino la campionessa di fossa che li sterilizza con una fucilata tra le palle (pull!)... no. Magari mi guardo in films prima di addormentarmi, al buio e con le cuffiette per non disturbare nessuno, che quando cambio letto, uh, e con il caldo che farà, uh uh. Dai, ci sta che un trentanovenne si guardi i film di Tognazzi e Maccione, e poi condivido la passione con un amico che è molto più giovane di me, un fine intellettuale e cinefilo incallito, e lui che dovrebbe preoccuparsi, mica io. (se mi sente s'incazza). Conosco un quarantenne che tutte le sere va in discoteca e si sbottona la camicia importunando le ragazzine, anche lui dovrebbe preoccuparsi, mica io. C'è The quiet american alla televisione, chissà perché i cinquantenni inglesi in cerca di esotismi si innamorano sempre delle jailbait vietnamite che sussurrano parole dolci con voce da oche, sono loro che dovrebbero preoccuparsi, mica io. "Mio signole mi plotegga, questa guella è tloppo pelicolosa pel una povela lagazza senza genitoli... mio dio come sono sfoltunata!" (le orientali sono tutte cinesi per i doppiatori italiani). Ecc.
C'è qualcuno tra voi lettori che mi sappia fare una lista di cose che dovrebbero pensare i quarantenni visto e considerato che me lo rinfacciano, cioè mi rinfacciano di non essere un quarantenne nella forma e nella sostanza? Se mi date una mano ve ne sarò grato, io mi trovo in gravi difficoltà.
sabato 4 agosto 2012
Ho questa amica di internet a cui piace essere legata. E guarda caso dovete sapere che io a casa ho una bella collezione di cravatte, le disegnavo già prima dei vestiti. Ne avrò una cinquantina tutte sul grigio, seta cinese di Como, jacquard raso turco da otto. Bene. Allora io dico: vieni a casa mia che ti mostro la mia collezione di cravatte. Sulle prime questa fa finta di niente perché sapete che rimorchiare via internet è una leggenda metropolitana (dice: prova su Badoo. Sì, ma mi prendo lo scolo). Fatto sta che questa davvero si presenta a casa mia, e che fai, non le apri? Ciao, ma come stai, ma non me l'aspettavo, che piacere vederti di persona. Spogliati nuda che tra un'oretta devo andare a un corso di ricamo. Non c'è tempo da perdere: tiro fuori le mie gravatte e prima le lego le mani, dietro la schiena. Poi le caviglie, dietro la schiena. E rimaniamo io e lei da soli col suo bel culo. Mi commuovo. (ah già, il collarino, vado pazzo per i collarini, con il guinzaglio). Insomma, in tutto questo sono già passati venti minuti e io ho il mio corso di ricamo, proprio quel giorno che mi insegnavano il tombolo. Veloci! Faccio quello che devo fare, la prendo per il guinzaglio per fare perno, mi sembra di cavalcare l'atomica del Dr. Stranamore, quasi quasi le lascio un ricordino sulla chiappa. Uff, che fadiga, tutti sudati da far schifo ma chi se ne importa, le secrezioni solo il sale dell'amore... le cinquanta secrezioni di grigio.
[continua]
[è un racconto di pura fantasia].
[purtroppo].
venerdì 3 agosto 2012
Continuano a dirmi "tu che hai quarant'anni, sbilanciati, prendi una posizione". Che poi è una provocazione perché di anni continuo a dimostrarne nemmeno trenta, e poi ne ho trentanove. "Prendi una posizione" poi non capisco cosa significa. "La vita è una merda" è una posizione. Dormire sul fianco destro è una posizione. L'amata pecorina è un'altra posizione. Anche lo smorzaca... c'è un fraintendimento di fondo, perché "prendere una posizione" sulla vita o sulle questioni vitali, cioè robe per eccellenza volatili e campate in aria (il divenire non è per educande), significa non avere capito un cristo sulla vita e sulle questioni vitali. "Forse ti da fastidio che una ragazzina di 27 anni (!!) ti faccia la morale". La morale! Che cazzo è la morale? Si venne a scoprire che le questioni su cui dovevo prendere una posizione si riducevano essenzialmente a una curiosità personale, la curiosità di sapere come la pensavo sui rapporti di coppia, se mi piaceva perdermi dietro alle ragazzine (di 27 anni) o preferivo una storia più seria. Così, una domanda assolutamente disinteressata, che sono poi le peggiori perché se me lo domandi minimo mi piacerebbe accompagnare la tesi con qualche dimostrazione pratica e immediata... prendi una donna, traccia una ellissi e quella sarà ancora una strada troppo dritta. Senonché il tempo scorre, e troppi tornanti fanno perdere un sacco di tempo inutile quando si potrebbe andare giù diritti in falsopiano e piantare il cartello decisi, come si piantava l'ombrellone sulle spiagge libere, con forza e in profondità, sapendo di fare la cosa giusta. No, troppo facile, che lo sfinimento continui (poi quando arriveranno ai quaranta vedi come cambiano d'idea).
giovedì 2 agosto 2012
Le lacrime improvvise sono come gocce di limone, bruciano gli occhi. Sono salatissime e dense e non le puoi spiegare. Non scivolano via sulla pelle, le devi lavare. Non c'è più tempo per essere infelici, ci sono problemi di lavoro ben più gravi di una semplice solitudine. Avrei voglia, se possibile, di tornarmene a casa un santo giorno e trovarci qualcuno. Ladri.
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