Cosenza è una città molto religiosa, su un muro scrostato di una casa vicino al Duomo qualcuno ha scritto "Dio non si tocca", ed è una frase che si presta a molteplici interpretazioni: una minaccia, certo, oppure un'evidenza ontologica, l'essere ineffabile rilegato al piano dell'immaterialità. Al sud è ancora in genere molto sentita la religiosità, molto più che al nord, io ipotizzo per via della più marcata vocazione agricola, o forse perché la fiducia dell'uomo di dominare la natura è continuamente minata dai frequenti guasti agli acquedotti.
Noi napoletani abbiamo un rapporto più confidenziale con Dio e ci rivolgiamo a lui con una certa familiarità, Lo umanizziamo e ne usiamo il nome come iperbole per qualificare in positivo, o in negativo, qualcuno che si distingue dagli altri. Per esempio, un abile ladro è "nu dio 'e mariuolo" e una bella donna è "na dio 'e femmena".
RispondiEliminaAnche se detta così dio ha un sapore più pagano, da divinità greca.
Eliminae mentre recitano l'ave maria ti incaprettano. ma quella degli acquedotti è un'ipotesi che merita uno studio. potrebbe occuparsene l'università della Calabria.
RispondiEliminaPenso di avere ragione, comunque.
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