venerdì 27 maggio 2022

Eudemonologia

Dopo che è finito Don Matteo ho avuto l'avventatezza di non spegnere subito il computer e, ahimè, sono capitato in mezzo a una puntata di Porta a Porta. In verità l'inquietante visione mi era stata preannunciata dalla solita anticipazione delle 23.00, come uno di quegli incubi ricorrenti che lampeggiano nella notte senza un perché. Sensazione straniante, più straniante di quando guardo Don Matteo: faccia scura e grave di Bruno Vespa, tema di Via col Vento, clac molesta e scrosciante che si sovrappone alla voce da fossore del padrone di casa che presenta ospiti atterriti e sconvolti, inquadrati con gli occhi fissi e raggelati, come se fossero appena usciti da una seduta di cura Lodovico, ben consci di esserci invece finiti dentro. Di notte capitano le cose più raccapriccianti, è soprattutto di notte che chiedo conforto alla sapienza e mi metto a leggere, come un bravo curato di campagna, brani scelti dal breviario schopenhaueriano, Parerga e Paralipomena soprattutto, che è uno di quei libri che si leggono e rileggono in continuazione, in una specie di ruminazione, e non finiscono mai di piacere, edizione (l'unica italiana, che io sappia) curata e tradotta in bello stile da Giorgio Colli.

Anche colui che vuole tirare le somme della sua vita, sotto il punto di vista eudemonologico, non dovrà quindi fare il suo conto secondo le gioie godute, ma piuttosto secondo i mali, cui è sfuggito. (pag. 548, Aforismi sulla saggezza della vita)

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