Non solo la propaganda russa, ma soprattutto quella occidentale rischia di intorbidire le acque già melmose della guerra: chi sa più che cosa sta succedendo in Ucraina? Da una parte si magnificano i successi della resistenza che respinge i russi sulla linea del bagnasciuga, dall'altra ci bombardano continuamente di immagini di città rase al suolo dall'invasore, è un lavaggio del cervello, una cura Ludovico che da mane a sera crea nella mente dello spettatore connessioni fra ciò che è vero e ciò che è soltanto verosimile. La gente, presa in mezzo al grande cataclisma, intanto crepa, e non saranno le scemenze della messa al bando delle z o l'abbassamento del termostato a salvarle dalla morte, quelle sono solo cretinerie occidentali doc, stupidaggini col bollino, se ne incontrate uno scappate più veloci che potete prima che per casi suoi, ispirati a chissà quale battaglia di principio, vi imponga le domeniche in bicicletta e vi tolga l'uso delle h.
giovedì 31 marzo 2022
venerdì 25 marzo 2022
I russi
Non si può mica più parlare di Russia, oggi come oggi, senza destare sospetti, e questo da un giorno all'altro; se avete da dire qualcosa su qualsiasi stato o regione del mondo, che so, sulla Nuova Guinea, sul Golfo del Bengala, sull'Azerbaigian, ditelo adesso che un domani potrebbe abbattersi anche l'embargo su certi argomenti e stendersi come un sudario la damnatio memoriae. Addirittura la condanna ha colpito retroattivamente la Russia e anche solo a citare Gagarin o Solženicyn potreste essere tacciati di russofilia. Solženicyn è stato nel gulag, signora, è un russo buono. Macché, non la convinci, appena sentono quel -ev, quel z e quel -ovic si portano subito la mano ai brillanti. È Putin quello cattivo, i russi sono mediamente innocenti quanto noi. Mio nonno, guardando i russi alla televisione, si rivolgeva a mia nonna stupefatto: 'ciò, Diana, ma ie proprio come noiartri!'. Si credeva che fossero di una razza diversa da quella umana, mio nonno, imparentata con gli orsi e le marmotte, e fate conto che mio nonno era comunista. No, non c'è più modo di ragionare a 'sto mondo, siete tutti impazziti, tranne me, ovviamente.
Adelante, Pedro, sin juicio
giovedì 24 marzo 2022
Evoluzione del cretino di sinistra
Il cretino di sinistra di sciasciana memoria (Nero su Nero) è oggi un perbenista tutto fasciato come un involtino in certe idee á la page che si vogliono dire razionali, intelligenti, quando non addirittura ragionevoli. La categoria del "ragionevole" è ancora più terribile di quella del "ragionato", perché "ragionevole" non per forza significa "secondo ragione", ma piuttosto "opportuno", "conveniente", a una certa tesi che si vuol imporre, per scopi anche meschini o completamente avulsi dalla realtà. Lo abbiamo visto nel caso della pandemia: tra un mese toglieranno il greenpass, salvo ripensamenti, perché si è deciso che la pandemia può adesso finire (lo spettacolo ha stufato, c'è un nuovo circo in città). I dati pandemici, nel frattempo, sono anche peggiori rispetto a quelli presenti al momento di decidere l'introduzione del passaporto, il cui impatto sanitario è stato nullo. Una cosa così inutile ma tuttavia necessaria a fare sfoggio di virtù, non poteva che mandare in solluchero il cretino di sinistra, e così è stato. Il cretino di sinistra, d'altronde, non si può evitare, anzi, è lui che si offrirà a te come soluzione, e per ogni cosa che dirai non conforme alla sua tabella di valori (i cui riferimenti sono Che tempo che fa, Propaganda live, Il Post, più una manciata di fumettisti che si danno arie da intelligenti), ti guarderà con espressione di rimprovero come si fa con i bambini quando urlano "cacca!" alla messa di Natale. Per il cretino di sinistra tutto è sacro, tranne il rispetto di ogni opinione eventualmente decentrata. Il cretino di sinistra è il cecchino dell'autonomia di pensiero, finché prospererà, non si riuscirà più a respirare aria buona.
La difesa dei valori occidentali
Quando tutto andava a gonfie vele e i parametri economici promettevano alle nostre generazioni una sopravvivenza decente e qualche extra, il nostro problema principale era lo spleen, che è prodotto tipicamente occidentale, e consiste in quella vaga malinconia e noia di vivere risultante dallo scarto tra le comodità acquisite - quali, per esempio, acqua calda, abbondanza di cibo e campionato di calcio - e il domandarsi tuttavia che senso avesse e per che cosa quella vita, quasi a covare un senso di colpa, il sentimento di uno spreco, di una impossibilità di cavarne comunque una qualche soddisfazione. Ora che siamo sotto la minaccia reale dei razionamenti, quello spleen ci ha abbandonati e fra le pieghe della pura Wille zum Leben fa capolino il desiderio ardente di ritornare alla vita di prima, promettendoci, come a fare un fioretto, che se tutto tornasse al suo posto poi non ci lamenteremo più.
Al supermercato cominciano a scarseggiare le scatolette per i nostri amici a quattro zampe, e anche il mangime per i nostri amici pinnuti (cioè i pesci). Li importavamo dalla Russia, e non voglio sapere cosa ci mettevano dentro. Tuttavia Bilbo si leccava i baffi, e Frodo aveva il manto tutto luminoso. Ora non vogliono più mangiare e in attesa che la filiera venga riconvertita all'uso della carne di castoro canadese, maledico Putin e li mantengo ad acqua e zucchero. Gli verranno le carrie ai dentini, poverini, ed è anche per questo che dobbiamo porre fine al più presto a questa odiosa invasione.
mercoledì 23 marzo 2022
Piccolo mondo antico
Tutto il mondo ragiona ormai come se fosse un ambientino ristretto. Vissuti in un ambiente di scarse vedute, tutto chiuso nelle sue piccolezze, un tempo si poteva sperare di uscire da quella palude e aprirsi a un mondo più interessante e vario, di rapporti più autentici e di idee meno conformi, e tuttavia oggi si scopre che anche l'intero mondo è ormai diventato una proiezione di quel medesimo ambientino chiuso su scala planetaria. Del resto anche il nostro Leopardi, desideroso di uscire dalla sua gabbia di Recanati, rimase poi deluso nel constatare che tutta l'Italia era in effetti una piccola Recanati a forma di stivale. E quale scoramento nel vedere quelle ristrettezze di pensiero tradotte poi in disposizioni di legge, perché l'apparenza non inganni, il progresso dei valori civili tanto sbandierato è solo una patina sottile che si gratta via con un niente. Il perbenismo dilaga, e anche una cosa grande come la liberazione dell'uomo in senso più ampio e generale, è poi regolata da ometti meschini che quella grandezza la declinano con gli occhi del loro piccolo conformismo. Se può consolare, il mondo non cambierà mai, da qui a 20.000 anni, sarà sempre lo stesso, sempre che ci arrivi ancora onusto di esseri umani.
La tesi della scheggia impazzita
All'improvviso Putin è diventato Hitler e la Russia il nazionalsocialismo, una scheggia impazzita, e allora uno si chiede come mai, quando agli albori della sua ascesa politica Putin radeva al suolo quel che era rimasto di Grozny per liberarla dai separatisti ceceni,
«Noi perseguiteremo dappertutto terroristi, e quando li troveremo, mi perdoni l'espressione, li butteremo dritti nella tazza del cesso.»
(parlando dei guerriglieri ceceni, 24 settembre 1999)
nessuno ha gridato alla terza guerra mondiale, forse perché per innescare un conflitto che possa fregiarsi dell'appellativo "mondiale" occorre che prima accenda la fantasia degli europei, e che tocchi certe corde particolari per cui un ceceno possa essere equiparato a un ucraino e gli si possano inviare armi e il sostegno della Nato (si vede che i bambini ceceni erano dei terroristi, se non in atto, almeno in potenza). E dunque Grozny come Kiev? Macché, Putin è Hiltler solo quando conviene.
Morale della storia: Putin non mi pare impazzito, è coerentemente lo stesso di sempre, ora la corsa dei rotocalchi da parrucchiera per metterlo in cattiva luce (è impazzito, da piccolo giocava coi topi, è malato, gli è partita la brocca, può scatenare un conflitto nucleare, è assetato di sangue, è un vampiro ateo e comunista) appare un po' ridicola, soprattutto quando per anni abbiamo fatto affari con il grande dittatore alla luce del sole, gas, grano, fertilizzanti, idrocarburi, commodities (commodities piace molto agli atlantisti e agli appassionati esterofili).
L'occidentale oggi tutto triggherato non solo è cretino, ma è anche un odioso ipocrita, arriverà il giorno che gli presenteranno il conto a questo signorino di città, e non sarà piacevole.
martedì 22 marzo 2022
Con le dovute premesse
Premesso che: ho fatto il vaccino, Putin è Hitler, faccio la differenziata, forza Nato, Salvini brutto, viva Biden, abbasso CasaPound, a morte Dostoevskij, grande Matty, ecc. ecc., mi sono scordato quel che volevo dire. Ah, sì. Che nell'epoca della garantita massima libertà di espressione, cosa che ci dovrebbe sulla carta distinguere principalmente dai russi e da tutti gli altri trogloditi che non tengono alla democrazia, occorre prima vergare due rotoli di pergamena di giustificazioni per sedersi al tavolo dei legittimati a discutere. Qui si sta esagerando, la cara libertà di espressione come un uroboro ha fatto tutto il giro e si morde la coda: per salvarsi deroga ai suoi principi, e da gemma si è fatta statua di sale.
lunedì 21 marzo 2022
Di superiorità morale, ecc.
domenica 20 marzo 2022
A criminale, criminale e mezzo
Crimini di guerra. E cosa non sarebbe un crimine, in guerra? Una volta che hai armato i civili, ogni civile diventa un soldato da sforacchiare, ogni casa un obiettivo militare. I russi non hanno da far finta di rispettare il galateo della guerra chirurgica, quella che dovrebbe seguire, nelle intenzioni degli ipocriti valori occidentali, le risultanze dei piani catastali, una volta slegata l'isterica, potreste anche presentarvi inermi a braccia alzate, non è detto che vi riconoscano le attenuanti. Resistere li accanisce, la resa non cambia le sorti, non c'è simmetria in guerra, ogni scelta porta comunque alla rovina. Ripeto, è la forza a creare i valori, e se vogliamo che siano i nostri ad imporsi come giusti, converrà vincere il nemico in un modo o nell'altro, perché i valori sono relativi, anche e soprattutto i nostri occidentali, non sono né più giusti, né più sbagliati; ma se vorrete continuare a sentirvi superiori alle barbarie, moralmente, come si addice a un vero occidentale, occorrerà derogare ai vostri principi, e acconsentire per il tempo di una guerra di farvi più criminali dei criminali. Tradotto in parole povere: se volete andare alla guerra, vi si presenterà l'evenienza di ammazzare i russi, anche se sono innocenti, preparate le vostre anime belle, cari occidentali dei miei stivali.
venerdì 18 marzo 2022
I bambini
"Se le cose peggiorano, pensiamo a dei razionamenti"
mercoledì 16 marzo 2022
Piccoli gesti che fanno una grande differenza
Ieri sera a Scarabeo ho scritto la parola "supercalifragilistichespiralidoso" senza usare le 'Z' in segno di protesta contro Putin, e ho abbassato il termostato a 18° come ha detto di fare il noto attore Alessandro Gassmannn, l'uomo del gas (nomen omen), per colpire anche noi nel nostro piccolo l'economia russa. Ho letto su internet che se adeguatamente coperto, il corpo umano può resistere anche a -20°, per cui abbiamo ancora un ampio margine per ulteriori ed eventuali slanci rivoluzionari, e se mai vi si congelasse il naso, indossate le mascherine ffp2, che è ormai corredo obbligatorio dell'eroico cittadino rispettoso, soprattutto al chiuso.
Eh già, la gente muore in Ucraina, non è un videogioco, così ho pensato di onorarla indossando per un giorno una felpa con i colori del battaglione Azov, che ci assicura l'Huffington Post non essere nazista: "La propaganda di Putin non ha senso, non c'è nulla da denazificare a Kiev. Il Governo però ha irregimentato i super-estremistri di destra del battaglione Azov nell'esercito regolare." Vabbè, sarà stata una svista di Zelenskyy, e poi i nazi menano forte, in un esercito possono sempre tornare comodi. Zelenskyy potrebbe anche rendere pan per focaccia a Putin asserendo che vuole decomunistizzare la Russia, così a cazzate staremmo pari.
Mi sono anche ripromesso di non ascoltare più Mussorgsky e di non leggere più Dostoevskij, che per la cronaca non leggevo anche prima di Putin perché andava troppo per le lunghe; leggerò solo Bulgakov, che è ucraino seppure di origini russe, però bianco, e se non incrocia Beppe Sala potrebbe anche farcela a scamparla dallo sparire dalle librerie milanesi.
Voi ridete, ma queste cose sono vere, e chiunque passerà da questo post fra qualche anno lo guarderà e ci compatirà, sempre che fra qualche anno non siamo messi anche peggio, il che, visto l'andazzo, è possibile.
Preambolo a un'abiura
I fatti: la Russia invade l'Ucraina per ragioni sue di spazio vitale (Lebensraum, vi fornisco la connessione con Hitler così da poterlo paragonare a Putin) o per questioni, dall'altro punto di vista, legate a una percepita minaccia alla sicurezza nazionale (allargamento a est della Nato, ecc.), in tutti e due i casi abbiamo come conseguenza guerra, morte e distruzione in un paese sovrano. Aggiungi anche che larghe parti del suo territorio sono state erose da spinte indipendentistiche, non si sa quanto eterodirette, che di fatto ne hanno minato l'integrità territoriale (e d'altronde, il territorio è corpo aperto alle modifiche, non è niente di dato una volta per tutte). Aggiungi anche il regime change avvenuto in Ucraina nel 2014 (Euromaidan), anche questo, dicono i russi, eterodiretto dall'occidente che ha fatto cadere il legittimo governo filorusso (su quel legittimo ci si può confrontare a piacere, la legittimità è concetto relativo, in un senso e nell'altro, ed è per questo che ogni guerra è legittima dal punto di vista di chi la fa).
Detto questo: tifo io per Putin? No, perché ne ho terrore, perché lo ritengo pericoloso e autoritario. Detto questo: posso io sviluppare ragionamenti più complessi? No, perché, come nel caso della pandemia, ogni ragionamento più complesso verrà interpretato come prova di prossimità al nemico. È questo un modo di procedere razionale? No. Sono i danni della polarizzazione, i ragionamenti complessi sono considerati sospetti. E dunque sono razionali le messe al bando delle lettere 'z', dei direttori d'orchestra russi, di tutti i capitali che allo stato attuale sono considerati emanazioni di una dittatura (mentre capitali cinesi e arabi sono per il momento ancora considerati spendibili).
Siete dei mentecatti voi che per reagire a Putin ragionate in questo modo? Sì.
Considerate questo come preambolo a un'abiura che tra non molto ci verrà richiesta in forma ufficiale per continuare a scrivere due righe sul web.
martedì 15 marzo 2022
È diventato impossibile discutere
sabato 12 marzo 2022
La gioiosa macchina da guerra
Strani giorni, questi, in cui si è tacciati di essere novax (da vaccinati) e servi di Putin perché non si vuole dichiarare guerra alla Russia. Proprio così: dichiarare guerra alla Russia. Sembra cosa da nulla, quattro paroline, che vuoi che sia. È il conformista dem quello che ci porterà alla terza guerra mondiale per fargliela pagare a Salvini. Che Putin fosse un pericoloso autocrate lo sapevamo senza che ce lo venissero a dire, e d'altronde noi occidentali crediamo di farci la figura dei santarellini? Le guerre giuste, secondo la nostra maniera di intenderle così, non le abbiamo fatte anche noi? Via, siamo seri. Il problema è pratico: siamo noi in grado di combattere una guerra contro la pericolosa Russia? Voglio dire imbracciando le armi, portando i bombardamenti sulle teste degli altri e sulle nostre, qui, in Europa? Fintanto che si tratta di combattere la guerra abbassando il riscaldamento tutti leoni, vi voglio vedere quando la guerra arriverà per le strade, qui da noi. Scenari improbabili? Lo spero. Cari compagni, l'ultima volta che vi siete fatti prendere dalle fantasie belliche non vi è andata molto bene, mi pare (citare Occhetto, 1994).
giovedì 10 marzo 2022
Si vis bellum, para pacem
Dovremmo prima valutare bene se siamo in grado di sopraffare la Russia sul piano militare, e solo dopo aver fatto bene i conti, solo in quel caso, provocare eventualmente l'incidente (lo dico a chi vorrebbe gli aerei Nato sull'Ucraina, io non li vorrei). É la forza che ci rende giusti, non gli ideali. Questa verità ci fu rivelata da un tedesco coi baffoni che passava per matto e che a citarlo nella situazione attuale potrebbe anche suonare di malaugurio. Diceva che i valori li creano i più forti, e per valori intendeva quelli che sorreggono una civiltà, i giudizi di "buono" e di "cattivo". Se l'Occidente saprà rivelarsi più forte, allora avremo la prelazione sui giudizi di "buono" e di "cattivo", altrimenti saranno i russi a fondare nuovi valori (russi o cinesi, o chi per loro). Riprogrammare una società su valori completamente diversi è più facile di quel che si creda, in uno scenario di guerra aperta, quella guerreggiata, non quella condotta sui social, questo privilegio spetterà al più forte, cioè al più distruttivo. Se volete la guerra, preparate la pace, è in tempi di pace che si prepara la guerra.
mercoledì 9 marzo 2022
In Ucraina c'è il 70% di novax
Se era così urgente la pandemia da occupare tutto lo spazio dell'informazione, giorno e notte, minuto dopo minuto, fino a farsi isteria collettiva (perché non c'è più modo di comunicare con il popolo se non attraverso l'isteria), come mai ora di questa urgenza non se ne fa più cenno e le poche informazioni che bucano l'infotainment sulla guerra hanno l'aria di notiziole di rincalzo provenienti da un luogo del mondo dimenticato? Hanno ragione le virostar, la pandemia non è scomparsa con la guerra, in Ucraina sì, dove c'è il 70% di novax, e qualcuno solleva giustamente la questione dell'obbligo delle mascherine all'aperto anche per chi fugge a piedi, fuggire sicuri; e per non dire dei rifugi, dove stanno tutti ammassati al chiuso per sfuggire alle bombe, con l'effetto che di questo passo ne moriranno più di covid che sotto le bombe (io scherzo, ma sono sicuro che qualcuno in cuor suo ci avrà pensato, ed è solo l'attuale bon ton bellico che gli impedisce di farlo notare). Dove sta la verità, sulla guerra, sulla pandemia, sulla reale minaccia che corriamo, in tutto questo pandemonio? Lancio la bomba: e se fossero tutti dei mentecatti, governo russo e governo ucraino compresi?
Se vuoi la pace
La pace dell'Europa non si fonda sui graziosi principi di tolleranza e di libertà, quelli sono i giocattoli per i bimbi, valori a cui si deroga secondo l'occorrenza, maquillage, la pace dell'Europa si fonda su una posizione di dominio tecnico, politico e finanziario venuto meno il quale, viene meno anche l'Europa. E da qui il dispiacere di vedere l'Europa diventare ancora una volta il terreno di scontro fra le superpotenze, ancella di interessi terzi. Se vuoi la pace, mettiti nelle condizioni di farla valere (ma per farlo senza la deterrenza sfacciata delle armi occorrono intelligenze che attualmente in Europa, ahimè, non se ne vedono).
Geopolitica for dummies
Avreste mai pensato che saremmo ritornati alla guerra fredda, alla Nato contro Patto di Varsavia? E che sarebbe ritornato pure Sting a cantarci Russians su tema di Prokofiev? Mi ricordano gli anni ottanta, quel sapore di liberi tutti da tardo impero (sovietico), e un po' anche il periodo d'oro della fantascienza, a ridosso del dopoguerra, quando "atomico" era aggettivo da applicarsi anche ai tostapane per dare quel tocco di futuribilità anche all'elettrodomestico di casa. Mi chiedo quanto sia saggio chiudere in gabbia l'orso arrabbiato. Come sia possibile non inserire nel computo delle concause anche il nazionalismo ucraino oltre a quello russo. Come non sia possibile, pena gli strali delle anime belle, non considerare il calcolo cinico dell'occidente, che ha usato l'Ucraina per anni come elemento di disturbo del nemico. Poi è chiaro, la Russia è tremenda, cliente scomodo da avere al confine per una nazione che voglia aspirare alla sua indipendenza, non dico il contrario. Non so cosa avesse inteso Zelensky, quali assicurazioni si pensava di aver ricevuto dall'Occidente (e dagli Stati Uniti), ma di certo la Nato in questo momento non può invadere la Russia. All'Ucraina la nostra solidarietà, e la vittoria all'Eurovision Song Contest 2022.
sabato 5 marzo 2022
Cattus catto tigris
Dinamiche di guerra anche nel cortile di casa: la gatta a cui diamo da mangiare osserva accovacciata un gatto nero che soffia e miagola contro un gattino bianco e marrone. Il gatto nero difende il suo territorio e le preziose risorse che ivi appaiono a intervalli regolari fuoriuscendo dalla pipeline connessa alla porta di casa. L'invasore è titubante, distoglie lo sguardo, arretra impercettibilmente, il gatto nero si erge impettito e minaccioso avvicinandosi a passo lento verso di lui, la gatta, neutrale, guarda ora l'uno ora l'altro attendendo il dipanarsi degli eventi. Alla fine l'invasore cede e se ne torna indietro con la coda fra le gambe, non c'è trippa, gira al largo, sciò!, qui è roba mia: cattus catto tigris, ogni gatto è tigre per il gatto, come diceva Hobbes.