venerdì 3 settembre 2021

La cura occidentale

Il tipo d'uomo occidentale ha perso da tempo l'abitudine di sentirsi minacciato giorno e notte nella sua integrità fisica, quando in tempo di guerra vibravano i "lunghi fili d’acciaio intricati che tracciano i proiettili che cercano di ucciderti, nell’aria calda dell'estate", e al primo grattacapo che viene a mettere in pericolo la pianificazione del suo inviolabile destino invoca le leggi speciali. Smartphone alla mano, invocherebbe il green pass anche davanti al plotone d'esecuzione se gli fosse necessario. Guarda all'Afghanistan come un problema di scuola, si può permettere di farne accademia: chissà adesso coi talebani come si farà col covid, come se sotto la cura occidentale fosse stato fatto qualcosa di diverso (0.6% della popolazione vaccinata, 2% con una dose, praticamente il personale di servizio). Siamo diventati dei relatori di grandi leggi sui diritti universali ma che si lamentano in privato di doversi lavare da soli le mutande. Il nostro problema è l'essere costretti a sedersi dentro perché fuori si siedono i novax. Questa biomassa genera una coglioneria infinita che convertita in energia potrebbe illuminare mille milioni di campi da calcio. Se un giorno trionferemo sul male la nostra pace sarà bellissima.

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