lunedì 30 agosto 2021

Orwelliana

Leggevo i primi capitoli di 1984, del grande marchingegno chiamato Dipartimento Archivi dove le notizie sui giornali, i libri, le poesie, tutto il passato veniva puntigliosamente aggiornato alle mutate necessità propagandistiche del momento, cancellando di fatto dalla memoria individuale e collettiva le notizie scadute o divenute sgradite. Pensavo che oggi non c'è nemmeno bisogno di fare tutta questa fatica, che quella distopia orwelliana suona un po' ingenua alle orecchie dei contemporanei immersi nella realtà di internet, anche qui, nelle cosiddette "democrazie occidentali", dove tutto è vero e falso alternativamente e contemporaneamente e già di per sé contraffatto, verità debole che risente di una descrizione occasionale della realtà e in cui ciascuno è nella pratica il Grande Fratello di se stesso. In un contesto del genere, che qualcuno chiamerebbe liquido, tutto è già mistificato all'origine. Come per esempio l'enfasi con la quale oggi, dopo vent'anni di oblio, improvvisamente i media tornano a palpitare per gli attentati terroristici in Afghanistan e a fare la conta giornaliera degli attentatori colpiti dai droni, come se nei vent'anni precedenti in Afghanistan fosse regnata la pax augustea. Bello Orwell, ma stiamo già facendo di meglio senza nemmeno bisogno dell'IngSoc (il partito unico o del "Socialismo Inglese"): le democrazie sono già di per sé macchine mistificanti che a pieno regime superano in efficienza gli incubi delle più fantasiose distopie.

Nessun commento:

Posta un commento