domenica 25 luglio 2021

Nietzsche: volontà di potenza

Capire Nietzsche sarebbe già un'ambizione. Sempre in Umano, troppo umano, Nietzsche insiste sull'equivoco del credersi liberi:

"Guardando una cascata, nel vario incurvarsi, serpeggiare e rifrangersi delle onde noi crediamo di vedere libertà del volere e libera scelta; ma tutto è necessario, e ogni movimento matematicamente calcolabile. Così è anche per le azioni umane; si dovrebbe poter calcolare in anticipo ogni singola azione, se si fosse onniscienti, come pure ogni progresso della conoscenza, ogni errore, ogni malvagità. Anche colui che compie l'azione vive nell'illusione del libero arbitrio; se all'improvviso la ruota del mondo si arrestasse e un'intelligenza onnisciente e calcolatrice fosse là per utilizzare questa pausa, essa potrebbe raccontare il futuro di ogni essere sin nei tempi più lontani e indicare ogni traccia su cui quella ruota dovrà ancora passare. L'illusione che colui che agisce nutre su di sé, l'ipotesi della libera volontà, appartiene anch'essa a questo calcolabile meccanismo."

Ne consegue che:  

"Nessuno è responsabile delle proprie azioni, né del proprio essere; giudicare equivale ad essere ingiusti. Ciò vale anche quando l'individuo giudica se stesso. La proposizione è chiara come la luce del sole, eppure qui tutti tornano più volentieri nell'ombra e nella menzogna: per paura delle conseguenze".

Dunque: 

"Dunque l'uomo prova rimpianto e rimorso perché si considera libero, non perché lo sia".

Il non essere i responsabili delle nostre azioni, lungi dal liberare la volontà di potenza, ci terrorizza e quindi costruiamo il recinto della morale per nasconderci la verità ("la bestia che è in noi vuole essere ingannata; la morale è la menzogna necessaria perché essa non ci sbrani"). "La volontà di potenza", questo aspirare a creare nuovi valori, il sentirsi in grado di farlo sovvertendo quelli del proprio tempo. Vi fu in origine anche una volontà di potenza del Cristianesimo, quando venne a spazzare via i valori del mondo antico divenuto ormai decadente. Liberare la volontà di potenza significa lasciarla fluire, ma non spetta a noi deciderlo. Qui a confondere è il termine "volontà": non si può agire se non perché si è destinati a farlo, per costituzione, perché i tempi sono maturi ("Oh Zarathustra, i tuoi frutti sono maturi, ma tu non sei maturo per i tuoi frutti!"). C'è questa continua tensione in Nietzsche, del volere quel che si vuole, dell'essere quel che si è. E quindi parrebbe ai lettori superfluo spendere intere pagine a biasimare i deboli se questi sono destinati ad esserlo, come ad attribuire loro una colpa che per l'appunto non hanno. Ma, si sa, in Nietzsche convive il logos e l'hybris, l'apollineo e il dionisiaco, malgrado lui propendesse per Dioniso.

A seguire: l'eterno ritorno.

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