l'Ignavia è la viltà, l'indolenza, la mancanza di volontà di compiere il bene. L'italiano è ignavo non tanto per malvagità, che pure quella alla lunga gli viene a noia, ma perché coglie più di altri l'immenso groviglio, la matassa delle innumerevoli concause che vanno a formare i fatti del mondo e di come sia inutile quindi nella maggior parte dei casi tentare il bene in garbugli di siffatte proporzioni, sicché giudica che può esimersi dall'imbarcarsi in quell'impresa e si consola pensando senza troppo rimorso al bene proprio, per quel che può.
venerdì 31 gennaio 2020
Dicevo: a che pro cambiare i governi se non cambiano gli italiani? Quando il riformista si accinge a riformare cosa intende riformare, le cattive abitudini o le disposizioni d'animo? Diceva Mussolini, se è proprio lui che l'ha detto, che non aveva creato il fascismo, l'aveva solamente tratto dall'inconscio degli italiani. Poi anche Mussolini ebbe a lamentarsi del carattere irriformabile dei compatrioti, che non gli venivano così guerrieri come aveva progettato. Morale della favola: l'inconscio degli italiani è come un elefante da un milione di tonnellate piantato nel mezzo del placido laghetto del riformismo, quello da anni gli gira attorno sciacquandogli le zampe, sicché l'italiano si fa riformare solo quando gli conviene, venuta meno la convenienza, l'italiano si disunisce e riprende il corso di quel suo astuto individualismo che ha dato al mondo il Rinascimento.
martedì 28 gennaio 2020
Cambiano i governi ma non cambiano gli italiani, per cui mi domando come fa Mentana a stiracchiare le sue maratone fino a mane, tanto se oggi vince Caio, domani sarà Sempronio, si rincorrono nella ruota come criceti, l'eterno ritorno dell'uguale. C'era Mario Sechi che la sa più lunga di Kissinger, c'era Labate che s'agitava come un furetto, e poi ce ne erano degli altri a cui avevano proibito di prendere il Tavor, e si sa quali danni può fare sospendere di colpo, a maggior ragione le benzodiazepine. Tutti contenti di vedere i grillini in mutande, pure io che pratico lo stoicismo, e poi abbiamo respinto il fascismo sulla linea del Busento, che se la vedano i bruzii, a noi non ci cale. Ma non era un gran pericolo per la democrazia, Salvini? Ha vinto in Calabria. Sì, dicono, ma noi abbiamo tenuto la Romagna! Ah be', quand'è così... vai col lissio.
lunedì 27 gennaio 2020
Bonaccini, nomen omen, un gran bel pezzo d'uomo, l'uomo quercia di saviniana memoria, ben piantato a terra e con la camicia sbottonata da cui fa capolino la pergamena del petto, e con in più l'occhio blu di Paul Newman. Bonaccini piace a tutti, donne, uomini e orsacchiotti, quando c'è Bonaccini nei paraggi, uomini, tenete appresso le vostre donne, e viceversa. Ben altro tema la Calabria, con quel candidato così poco telegenico, laggiù, ai confini del limes meridionale dove i tram non vanno avanti mai e pure i treni faticano ad arrampicarcisi... all'uomo del PD dagli la sua Emilia Romagna che è tutto contento, e il resto è mancia.
domenica 26 gennaio 2020
Le chiese vuote
Si dibatte se sia crisi di fede o di vocazione, un aiutino: è crisi di fede. Fatto il giro turistico delle chiese di Como, vuote come zucche, e piene, si fa per dire, tutt'al più di domenica, ma principalmente per bon ton. La chiesa di Santa Maria Assunta, "imponente cattedrale costruita nell'arco di 3 secoli; interni sfarzosi con arazzi, opere d'arte e affreschi, ottime recensioni", conosciuta perlopiù come Duomo di Como, è spettacolare, stessi artigiani del Dom de Milàn, un barocco da pasticceria viennese, con le volte intarsiate d'oro e rifinite d'azzurro, che verrebbe voglia di andare a messa ma per fatti puramente estetici. O il Santuario del Santissimo Crocefisso dell'Annunciata, sito su strada di grande scorrimento, quasi una tangenziale, con i suoi interni monumentali giocati tutti sugli sprazzi di rosso sopra il grigio plumbeo della pietra, e panneggi cremisi che scendono dalle colonne come nelle sale imperiali di Star Wars. E che dire della deliziosa San Fedele, in cui varcata la soglia ci si trova catapultati in un cupo medioevo fatto di teschietti e diorama in cartapesta con le fiamme dell'inferno che divorano, sottoforma di meringhe di fuoco, poveri peccatori senza più speranza. Di tutti questi ampi spazi così ben congeniati che dovremmo farne? Giganteschi teatrini ad usum turisti, come il Mosè di Michelangiolo o la fontana di Trevi. È un fatto che le chiese attirino ormai più la turista cinese in canottina che i devotissimi cristiani del contado. A San Fedele, per il prezzo di una offerta libera, mi si chiedeva di schiacciare l'interruttore che illuminava il presepio, "per il restauro della chiesa". Ho fatto la mia brava offerta e ci siamo goduti lo spettacolo di lucine colorate che imitavano il ciclo della luce dall'alba al tramonto, una gran tenerezza, una commozione da casa Cupiello... ma che volete, ormai manca il mistero, l'inspiegato, il coupe de teatro.
sabato 25 gennaio 2020
"Fino a un certo tempo l'Europa guardò
all'Asia con desiderio, forse nella speranza di scoprirvi la camera da
letto del sole, e l'Asia in iscambio di cortesia mandava all'Europa
le malattie più scelte, a cominciare dalla sceltissima peste nera.
Poi l'Europa smise di guardare l'Asia con desiderio, e l'Asia non
mandò più all'Europa le sue malattie. Oggi non è che la peste è
scomparsa, ma nel suo Drang nach Westen essa si ferma alle porte
dell'Europa, che non oltrepassa. Si è creduto che la fermassero i
perfezionati sistemi profilattici dell'Europa, ma era un errore: la
peste non attacca più l'Europa, non la vuole più attaccare –
semplicemente."
Alberto Savinio, Nuova Enciclopedia alla voce "Ameba"
venerdì 24 gennaio 2020
Da che mondo è mondo la peste arriva dall'Asia, è tradizione secolare, hanno un bel mostrare di tirarti su un ospedale in dieci giorni con le loro ruspette operose quando disseminati per i dieci regni sbocciano virulenti come pustole i mercati degli animali vivi, domestici e selvatici, in comunione di contagiosi affetti. Taikonauti vengono sparati in orbita per la gloria della repubblica popolare, la repubblica popolare ringrazia ma intanto tiene una fame così atavica che se magna pure i pipistrelli i furetti le bisce i scorpioni e i funghi che crescono fra i diti dei piedi... la pandemia più devastate fu quella che dilagò intorno alla metà del XIV secolo, nota come “peste nera” è considerata la seconda dopo quella di Giustiniano. Importata dal nord della Cina attraverso l'Impero mongolo, si diffuse in fasi successive alla Turchia asiatica ed europea per poi raggiungere la Grecia, l'Egitto ecc. ecc.: e con questo ci siamo giocati pure la Cina.
mercoledì 22 gennaio 2020
Comunicato stampa
Se non fosse che in questo luogo siamo votati alle belle lettere qui oggi trovereste scritto: "il cazzo che ce ne frega di Di Maio", che per esempio sarebbe lo stesso cazzo che ce ne frega di Meghan e Harry, sono cazzi attigui e prospicienti, diciamo. E del cazzo che ce ne frega degli ottimati, dei probiviri, degli equites e dei facilitatori, che hanno imparato due nozioni di storia alle medie e si credono incarnazioni dello Spirito Assoluto.
martedì 21 gennaio 2020
Io sono molto grato a Emanuele Severino, mi ha insegnato a pensare, mi ha ridato entusiasmo per la vita spazzando via in un sol colpo tutte le tristissime pose nichilistiche a cui davo valore di verità: grazie di tutto prof, che l'essere l'abbia in gloria, come avrà in gloria tutti noi, se i suoi calcoli sono esatti (e io penso modestissimamente di sì).
La pigrizia del giusto
Il progresso è diventato così noioso, in special modo quello civile, e il progressista ancor di più, garrulo reiteratore di cliché che non sanno comunicare più il loro antico peso ma semmai il contrario, si riducono cioè a ridicolaggini, come il divieto di fumare finanche in casa propria, che al confronto delle paure evocate dal campo avverso, cioè la caduta della civiltà occidentale, fanno la miseranda figura del due di coppe quando regna bastoni. Se i cattivoni trionfano, al netto dello spirito del tempo, è perché i buoni hanno smarrito il senso di quel che dicono, la loro bontà s'è ridotta a vacuo galateo, sanno cioè che non è d'uopo essere razzisti ma non lo sanno argomentare se non con parole da scuola elementare. Mancano le teste, manca il pensiero pensato a tutto vantaggio del pensiero ascoltato, ma di seconda mano. Il buono allora non solo non è più simpatico, ma nemmeno è più capace di rendersi interessante con quel che dice, il che è tutto demerito suo, anche se non lo ammetterà mai, per spocchia, forse, o forse solo per pigrizia, la pigrizia del giusto, che genera mostri.
domenica 12 gennaio 2020
Insipienza mirabilis
Se cerchi il guizzo, l'acuto, il segno inequivocabile di un'intelligenza al lavoro, c'è poco da sperare leggendo gli articoli di giornale. La mia modesta opinione è che le nuove leve giornalistiche corrispondano più o meno a una grande massa di insipienti formati poco e male da una scuola più insipiente di loro, per non dire che trattasi quasi sempre di figli di e parenti di, e cioè che nell'ambiente vi è quantomeno una scarsa propensione al rinnovamento del pool genetico, e per questo vengono fuori prevalentemente zucconi. Adesso va di moda il fact checking e con questo fact checking pensano di guadagnarsi i galloni di bravi giornalisti, ma il fact checking implica il possesso di una capacità di analisi, di un'intelligenza eventuale, perché è pure facile dimostrare l'abbattimento di un aereo da parte di un missile, c'è la tecnica che ci assiste, meno facile è produrre una connessione inequivocabile fra un certo insieme di dati e un'azione di governo, tu vorresti mostrarmi una conseguenza mirabile fra questi e quella ma di mirabile c'è solo la volontà di dimostrarmi qualcosa che è più nelle tue intenzioni che nella realtà dei fatti. Insipienza, tutto è insipienza.
giovedì 9 gennaio 2020
Non sono diventato un cinico indolente, un menefreghista, tanto più che anche il cinismo alla lunga stufa, in realtà possiedo ancora dei principi, solo che non mi pare valga la pena di farne commercio, immischiarli in questioni così meschine come quelle che ci vengono propinate quotidianamente da stampa e telegiornali, esprimere giudizi sulle cose mi parrebbe ora come ora tanto inutile quanto dannoso, come a ritrovarsi a ragionare con dei villani, che per sfoggio predicano bene mentre in realtà se ne lavano le mani.
Quando tutto manca, quale ultima istanza, si potrebbero spedire le nostre sardine in missione segreta a Teheran per spiegare agli autoctoni la corretta accezione di democrazia, come si declina, come si applica, come si lascia decantare prima di mandare tutto in vacca, sì che anche gli ultimi persiani, squarciato il velo dell'ignoranza del bene, si convincano che il mondo è un'unica grande chiesa che va da il feroce Saladino a Madre Teresa, e lo stesso per Trump, il quale fra tutti è il più dotato.
mercoledì 8 gennaio 2020
Poiché mi sono messo a giocare agli scacchi con ambizione di conquistare fama e riconoscimento internazionale entro i cinque anni, ho potuto constatare quanto gli scacchi siano attraversati da una sottile vena di misandria: la regina fa quel che vuole, il re se ne va in giro col deambulatore. Sicché facevo notare, per spirito di contraddizione, quanto in verità l'uomo sia superiore alla donna e portavo a mio favore un esempio incontestabile: non s'è mai vista donna eccellere nei lavori di muratura, mentre l'uomo, per conto suo, può eccellere anche nei lavori di casa, vedi Missoni, che ha cominciato col rammendar le calzette. Disclaimer: niente di quanto ho detto penso ma è solo un pretesto per scrivere qualcosa (ricordo un amico situazionista che una volta mi disse: ormai scrivo solo cose che non condivido).
martedì 7 gennaio 2020
Fate conto che al mondo esista un quanto di energia psichica destinato all’aggressività, una quantità fissa che mai accresce e nemmeno decresce, nei periodi di pace e nelle società grosso modo pacifiche questa aggressività si stempera in competizione, attività ludiche o tifi sportivi, che sono un modo meno cruento di farsi la guerra, mentre in altre società questa aggressività non viene solo rimodulata, ma incoraggiata ad esplodere in tutta la sua virulenza con la benedizione del Signore o di fantomatiche ragion di Stato che sempre si prestano col loro ombrello a coprire qualsiasi nefandezza, sicché non vi si ha più modo di distinguere virtù da sopraffazione e la società produce solo una concatenazione interminabile di conflitti, sia al suo interno che verso l’esterno, che non hanno mai fine: ecco, fate conto che esista.
venerdì 3 gennaio 2020
Il caso Paragone
Dunque un certo Paragone, che è parlamentare e giornalista che ha fatto fortuna in TV con le gabbie, è stato cacciato dai probi viri del Movimento perché infedele alla linea, Paragone che fu anche direttore de La Padania e vicedirettore di Libero per cui fungeva nel periodo gialloverde da trait d'union fra le due anime della coalizione e adesso che il cromatismo è mutato la sua ragion d'essere, per così dire, è venuta meno. Sono stato cacciato dal nulla guidato da uno che è il nulla!, sentenzia Paragone, però fa ricorso, ma se tutto è nulla, direbbe il filosofo, che senso ha ricorrere contro il nulla? Il nulla non è. Macché. Al fondo ci saranno ragioni che la ragione non conosce, come i bambini dell'asilo, che hanno già tutte spiegate, nei loro comportamenti, le dinamiche dei complessi giochi degli adulti. Per cui in conclusione è proprio vero come disse quel tale, e cioè che il nulla nulleggia e si permette pure di cacciare Paragone, che tempi.
giovedì 2 gennaio 2020
"Nessun libro classico fu stampato in altri tempi con quella eleganza che oggi si stampano le gazzette, e l'altre ciance politiche, fatte per durare un giorno: ma dell'arte dello scrivere non si conosce più né s'intende appena il nome. È credo che ogni uomo da bene, all'aprire o leggere un libro moderno, senta pietà di quelle carte e di quelle forme di caratteri così terse, adoperate a rappresentar parole sì orride, e pensieri la più parte sì scioperati.."
Pensieri, Giacomo Leopardi
mercoledì 1 gennaio 2020
Non strattonate Papa Francesco, è cresciuto nei peggiori bar di Caracas, mena, è capace di sollevare una panca sulla testa, come Fernandel, e scaraventarvela addosso, occhio. Il papa è un uomo come tutti, anzi, un gaucho, lo senti parlare con quel filo di voce di migranti e chissà cosa pensi, che sia un santo, ma glieli scrivono i discorsi, son buono anche io di essere buono a questa maniera, quindi ricordate: casco ben allacciato, fari accesi anche di giorno e prudenza, sempre.
Esiste un luogo in paradiso dove si mangiano cotechini finissimi senza mai esserne sazi, senza mai averne danno, quello è il luogo della beatitudine eterna, la felicità che mai estingue, la terra promessa, lo Shangri-La, l'olocausto imperituro dei suini. Con questo porgo a tutti voi deferentissimi auguri di buon anno, ai cari amici vicini e lontani e un saluto particolare alle vostre signore tutte, che dio le abbia in gloria.
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