domenica 20 marzo 2011

Come fa notare qualcuno (Roberto Torti sul suo blog interista), quel "potrebbe non servire" buttato lì da Berlusconi in riferimento a un coinvolgimento italiano nelle operazioni militari in Libia è più  che una speranza una preghiera, una preghiera rivolta a francesi, inglesi e americani affinché ci pensino loro a togliergli le castagne dal fuoco. E per una volta sono d'accordo anche con Oddifreddi:

E’ significativo e appropriato che, nel momento delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, gli italiani, o almeno i rappresentanti istituzionali da loro liberamente eletti, soffino sulle candeline della torta confermando una delle nostre doti più caratteristiche: la capacità di fare i peggiori voltafaccia a cuor sereno.* (anche se non credo che questa volta sia tanto a cuor sereno).

Ma era un voltafaccia scritto nel destino, è quello che può accadere ad esporsi così tanto con dei clienti così originali. A completare il quadro del teatrino ci pensano anche i ministri Bossi e La Russa: il primo, in ossequio alla sua ruvida realpolitik, non fa segreto di tifare apertamente per Gheddafi in qualità di argine contro l'invasione africana (comunione di intenti tra fascisti), il secondo invece morde il freno e non ci sta a fare l'affittacamere degli alleati (questo paese non è un albergo), alleati che tra parentesi ci tengono in disparte anche perché in Libia di casino ce ne è già abbastanza. Perderemo il nostro gas e il nostro petrolio, dice Bossi, nostro nel senso di "italiano" perché l'ENI è un ente nazionale, per cui oggi (si fa per dire) si viene a sapere che proprio quei libici che venivano a convertire le nostre donne erano da lui tollerati in vista dell'obiettivo finale: un paio di troie e qualche buon affare in cambio del petrolio e di una moratoria sui negri. Per questo, e non per posa, non ci tengo ad essere italiano (Dio non voglia che Berlusconi facisse la fine di Aznar, e ci siamo capiti).

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