martedì 19 aprile 2022

Stephen Dedalus, filosofo

Ritrovo in Joyce due concetti che si trattavano spesso da queste parti quando mi dilettavo di filosofia. Episodio 2, NestoreLa scuola

Se Pirro non fosse caduto ad Argo per mano di un'arpia o Giulio Cesare non fosse stato ucciso a coltellate. Impossibile smettere di pensarci. Il tempo li ha marchiati, incatenati, e ora sono custoditi nella stanza delle infinite possibilità che hanno escluso. Ma possono essere state possibili visto che non sono mai state? Oppure fu possibile solo ciò che accadde? Tessi, tessitore del vento.

Le cose che esistono solo potenzialmente, di fatto, non esistono, le infinite possibilità date dal libero arbitrio sono congetture, nulla vieta di pensare che possa esistere solo ciò che in effetti accade: destino, necessità.

E ancora: 

Il pensiero è il pensiero del pensiero. Placida luminosità. L'anima è in un certo senso tutto ciò che esiste: l'anima è la forma delle forme. Repentina tranquillità, immensa, incandescente: forma delle forme. 

Se prima riecheggiava Aristotele, qui parla Berkeley: l'immateriale anima è il luogo in cui tutte le forme prendono forma, compresa la materia, sensazione di qualcosa, percezione di un solido. Berkeley aggiornato: sostituire anima con coscienza. Essere è essere percepito.

4 commenti:

  1. Oggi ho comprato un cappello marrone. Ma ci sono infiniti altri universi, tutti altrettanto reali, in cui ne ho scelto uno verde, uno rosso, uno blu....

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    1. In realtà proprio questo si intende argomentare: che dire che esistono, quando in realtà non se ne può avere contezza, equivale a parlare di cose che non esistono, come gli unicorni, e si farebbe prima, applicando il famoso rasoio, a concedere che esiste solo quel che accade.

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  2. Spiegati meglio. Un sasso sulla superficie di Marte non esisteva finché non lo abbiamo visto?
    Cose che esistono in altre parti dell'universo, cose che non vedremo mai, non esistono?
    Ci sono cose di cui non si sapeva l'esistenza, poi si è teorizzata l'esistenza e infine si è osservata l'esistenza. Per esempio i buchi neri. Secondo il rasoio di Occam sarebbe stato inutile ammetterne l'esistenza e quindi la teoria?
    Grazie

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    1. No, non è strettamente in questo senso che andava il discorso, quelle che tu proponi sono ulteriori questioni complicatissime, che porterebbero ancora più lontano e che io sinceramente non ho la forza di affrontare.

      L'argomento che tentavo di spiegare era il seguente: filosoficamente parlando, o se vogliamo razionalmente, gli avvenimenti che esistono in potenza, cioè che possono o non possono avverarsi, non esistono per loro stessa definizione, e quindi non esistono concretamente. Il libero arbitrio, il pensarsi liberi, ci porta a pensare che veramente esistono universi paralleli dove le scelte non prese sono state invece prese cambiando la storia, perché quelle possibilità le crediamo davvero reali, io tendo invece a pensare che tutto sia già destinato ad accadere in quel solo modo in cui poi accade, senza altre possibilità aggiuntive o inutile spargimento di universi paralleli.

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