venerdì 23 novembre 2018

La cugina di Varese

La cugina di Varese si chiamava invece Loredana, che a noi ci sembrava un nome da sirena, ci portò in visione una minigonna e fra quelle cosce ci intravvedemmo un avvenire. Mise in subbuglio tutto il vicinato, che robe del genere passavano solo in televisione, vederle così tradotte sul piano pratico ci produsse uno choc antropologico, sul genere del ‘Ntoni dei Malavoglia quando si avvide che a Napoli le donne scopavano la strada con le gonnelle di seta, era la nostra incantevole Creamy. Le comari si produssero in tutta una serie di considerazioni etico-morali sul fatto che in città i costumi erano più rilassati e per quello che c’era tanta gente che rubava le catenine, nel frattempo noi a ronzarle attorno con posa da bulli sulle nostre saltafoss come mosche sopra il miele. Eravamo stupidi di una stupidità fessa e bambagiona, lei ci guardava con tenerezza, come fosse lì a vendere le perline agli indigeni. Romanzo di formazione.