Ma come fai a prendertela con gente che festeggia al grido di "abbiamo abolito la povertà!" e ci crede pure? Poi dice perché non scrivi più di politica.
domenica 30 settembre 2018
martedì 25 settembre 2018
Contro il logorio dei marxisti moderni, quelli che dietro ogni tentativo di felicità ci vedono la mente corrotta dal turbocapitale, ricordare sempre che siamo mossi da una pulsione primigenia, che viene prima del capitale e di ogni struttura e che anzi la produce, la pulsione a scansare la miseria, a volere quanto più benessere possibile. Che poi questo riesca bene al capitalismo è da dimostrare, ma certo rende vano ogni tentativo di ingabbiare quel desiderio dentro le gabbie ideologiche del poco ma per tutti. Non la puoi ingabbiare la volontà di desiderare di più di quel poco che ti concedono.
lunedì 24 settembre 2018
domenica 23 settembre 2018
In redazione
Dobbiamo battere su Rocco Casalino finché è caldo. Vediamo un po’. Attacchiamolo per la sua bisessualità. Scherzi? Siamo progressisti, a noi non interessano gli orientamenti sessuali delle persone. Già. Allora per il suo passato di concorrente del Grande Fratello… ancora con ‘sta roba? No, e poi avevamo già sdoganato Pietro Taricone. Allora battiamo sull’arroganza. Ecco, sì, i cinque stelle sono degli arroganti che guadagnano seimila euro netti al mese senza sapere un cazzo. Mmm, pochino ma meglio di niente, dai oggi e dai domani, forse… mah. Ma io sono laureato in filosofia con una tesi sulla “contraddizione c” nel pensiero di Emanuele Severino, non posso occuparmi di Rocco Casalino! Chi è ‘sto coglione? Fuori.
“Non è la noia che si può combattere con le distrazioni, la conversazione o i piaceri, è una noia che si potrebbe definire fondamentale; e che consiste in questo:più o meno bruscamente, a casa propria o in casa d'altri, o davanti a un bellissimo paesaggio, tutto si svuota di contenuto e di senso. Il vuoto è in noi e fuori di noi. L'intero universo è annullato. E niente più ci interessa, niente merita la nostra attenzione. La noia è una vertigine, ma una vertigine tranquilla, monotona; è la rivelazione della futilità universale, è la certezza, spinta fino allo stupore o fino alla chiaroveggenza suprema, che non si può, non si deve fare niente né in questo mondo né in quell'altro, non esiste al mondo niente che possa servirci o soddisfarci.”
— E. M. Cioran - Un apolide metafisico. Conversazioni
Mi sento così quasi sempre che ormai non ci faccio più caso, però poi mi viene anche da piangere, futile o non futile che sia.
Il messaggio è: la vera sapienza è la sapienza della materia, di come manipolarla per ricavarne oggettini elettronici che ci restituiscano una felicità tutta fisiologica, solo la felicità dei corpi è degna in un mondo in cui siamo convinti che a determinare la dimensione del pensiero sia una dimensione che non pensa.
“Finché attribuiamo un’esistenza reale alle cose non pensanti, distinta dal loro essere percepite, non solo ci è impossibile conoscere con evidenza la natura di qualsiasi essere non pensante, ma anche se esista.” (George Berkeley)
Non mi aspetto che venga capita.
C’è una forma di intellettualismo asfittico, strutturalista e post-strutturalista, tipicamente francese, che costituisce l’argomento migliore per l’anti-intellettualismo della gente comune. Non dico che quella scuola fosse tutta da buttare, che pure dal letame nascono i fior, ma l’intellettuale strutturalista francese anni sessanta/settanta costituisce proprio l’archetipo del saputello engagé e molto chic che ti infilava la lettura marxista anche nel croissant contro il quale l’uomo bestia ha gioco facile essendo quell’intellettuale principalmente una caricatura molto compiaciuta della sapienza. Nel computo dell’odierna catastrofe vanno ascritte anche le colpe degli intellettuali.
La gente ha già deciso che cosa vuole sapere, perché volete fargli leggere anche i libri? Non cambierebbe nulla.
La gente ha già deciso cosa vuole sapere: io voglio che prima gli italiani. Benissimo. Al setaccio dei neuroni passeranno allora solo gli argomenti che corroborano e respinti con rabbia quelli che contraddicono. Nessun invito alla lettura, nessun dibattito sul razzismo potrà mai convincerli del contrario: prima gli italiani. Senza poi dimenticare che leggere molti libri purtroppo non rende automaticamente più intelligenti, garantirà tuttalpiù l’appartenenza alla categoria dei simil-intellettuali che poggiano la loro presunzione di sapere sopra il luogo comune di una ragione prescrittiva, che è cioè in grado di imporsi agli uomini per la sua stessa evidenza. Ma la ragione non prescrive comportamenti, tuttalpiù li descrive, non siamo più ai tempi dell’imperativo categorico, non lo siamo mai stati, perché non funziona così.
giovedì 20 settembre 2018
Quando cominciai a scrivere di politica sul web nel lontano 2004 affrontai subito la cosa con piglio da politologo, c’era Tocqueville, l’aggregatore di destra dove tutto il giorno si disquisiva in punta di fioretto attorno ai pilastri del liberalismo, gente con regolare patente liberale rilasciata dalla motorizzazione civile, esportatori di democrazia, che citavano Tocqueville, Stuart Mill, Von Mises, Von Hajek, Milton Friedman e qualche volta anche Ebola (Evola), fior fiori di bloggers quali JimMomo, l’Odore dei Miei Venti, Right Nation One Station, insomma, gente con un côté culturale di tutto rispetto, adesso invece solo gentucola da quattro soldi che attinge a proclami politici degni dei volantini della Lidl, ma ti pare che noi ci abbassiamo a ‘sti livelli? Lascia fare alla vita il suo vecchio mestiere.
mercoledì 19 settembre 2018
La sinistra ha da sempre bisogno di un'ingiustizia su cui fondare la sua promessa di riscatto e di redenzione, il punto è che non ce ne sono più di ingiustizie, o meglio, ce ne sono ancora ma di poco conto, nulla che non si possa curare scaricando un giochino gratis sul cellulare, la sinistra invece faccia come i cinque stelle se vuole rinascere, e cioè se le inventi queste grandi ingiustizie, di sana pianta sul web.
lunedì 17 settembre 2018
Scrivevo che la filosofia non cura, d'altronde, chi, come, perché dovrebbe curare? Ma Epicuro, si dirà. Epicuro aveva le sue pie illusioni. La filosofia non cura la gente, non guarisce i popoli, non dice per chi devi votare: perché dovrebbe farlo? Il ritenere che debba farlo è una congettura priva di altro fondamento che non sia la volontà che sia così, troppo poco. La volontà individuale, anche se esercitata da una moltitudine, è un niente in filosofia, e un ex falso quodlibet, dall'opinione qualsiasi cosa. La stessa filosofia non prescrive, e del resto, come farebbe a prescrivere, a obbligare? La filosofia descrive, ed è già tanta roba.
lunedì 10 settembre 2018
Il Noumeno
Domanda: Mi spieghi che cos'è il noumeno?
Risposta: Qui ci vuole serietà. Il noumeno è in sostanza il concetto pensato. In Platone era tutto quello che pur non essendo sperimentabile concretamente era pensabile per via di ragione, in Kant il concetto di noumeno va ad affiancare quello di “cosa in sé”. Posta la realtà esterna alla mente (comunque da dimostrare), la “cosa in sé” è questa realtà esterna non manipolata dall’attività interpretante dei sensi, quella realtà oggettiva che in una prospettiva materialista va ad eccitare gli organi di senso e attiva i neuroni creandone l’immagine mentale che percepiamo. Il noumeno è allora in Kant l’attività della mente che tenta di concepire questa realtà senza poterla di fatto sperimentare concretamente in alcun modo. Esisterà dunque questa realtà in sé se non la si può sperimentare ma solo concettualizzare? Io penso con i filosofi idealisti che potrebbe anche non esistere e restare sospesa in forma di semplice idea.
(sull'altro blog facciamo anche didattica)
sabato 8 settembre 2018
Siccome questo luogo abbandonato viene letto solo da pochi intimi, lasciatemi comunicare direttamente con una persona che mi sprona a continuare a scrivere su questo blog.
Caro Malvino, è vero, sono tempacci per scrivere di politica e ho mollato il colpo, ma è proprio un cambiamento di prospettiva il mio, non è solo questione di delusione, anche perché mi domando: delusione rispetto a cosa? Per quanto ne so anche Salvini e Di Maio, anche senza averne coscienza, potrebbero condurre da qualche parte non del tutto sgradita al cosiddetto "pensiero progressista", in fin dei conti l'eterogenesi dei fini guida le sorti del mondo dai tempi del primo uomo con la clava, per cui, chi lo sa? Certo, il sovranismo appare come una difesa del fortino un po' velleitaria anche se per ora vincente, la mia sensibilità è un'altra ma nel merito vale comunque quanto quella di qualsiasi altro. Mi sto impegnando in una discussione in cui mostro che non è avere ragione il punto della questione, nella ragione già ci siamo stabilmente, ragione come precondizione per distinguere un significato dall'altro (anche l'errore emerge secondo ragione, ragione dialettica). Io davvero non saprei da che parte prendere la questione del vero e del giusto in relazione al momento politico attuale, potrei dirti: Salvini è un pezzo di merda, come dice Cacciari (per cui era un pezzo di merda chi non si indignava per la situazione della Diciotti, per cui anche Salvini). Salvini gioca la sua partita cinicamente, con una faccia di bronzo che al confronto Berlusconi ci fa la figura di persona umanissima, ma a che ci serve insultare? Che senso avrebbe incaponirsi ogni giorno contro questo o quello? La vera questione sarà come gestire a livello globale masse sempre più grandi di individui esclusi da un minimo di benessere, di fronte a questa madre di tutti i problemi i nostri local heroes sono come fuscelli al vento.
P.S. Scrivi qualcosa anche tu ogni tanto, non lasciarmi solo.
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