lunedì 20 marzo 2017

Note in calce

La demonizzazione della Megamacchina(*) è il tema centrale, questa avversione per l'organizzazione tecno-scientifico-economica del mondo (i vaccini che portano l'autismo, i biologi che creano i virus, le scie chimiche, gli OGM, il gruppo Bilderberg, i robot che distruggono il lavoro), date uno sguardo ai movimenti populisti/sovranisti e vi troverete perlopiù immersi in questo milieu in cui la cospirazione dell'apparato tecnocratico regna sovrana. Niente di nuovo, è un'avversione che viene da lontano (da Husserl e da Heidegger, per esempio), solo che ora è diventata più popolare per via dell'accostamento alla globalizzazione che ha desertificato le economie occidentali, soprattutto quelle più esposte come la nostra. Per conto mio vedo questa impossibilità di fare la guerra alla tecnica e all'innovazione tecnologica in generale perché gli stessi nemici, o dichiarati tali, se ne servono per veicolare il loro messaggio, in buona sostanza ci siamo immersi fino al collo, e più tentiamo di allentare il cappio, più ce lo stringiamo. Davvero c'è chi pensa che si possa porre un limite all'apparato tecno-scientifico su basi moralistiche? Tutt'al più mentre da noi si tenterà di limitarne la portata altrove ne approfitteranno per sopravanzarci, non hanno capito che è una corsa in cui non è permesso attardarsi per prendersi una pausa di riflessione. Fermare la globalizzazione nell'era della globalizzazione della tecnica, tanti auguri.

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