sabato 18 marzo 2017

Nota sulla laicità

Ultimamente se mi capita di parlare di laicità io la sparo grossa per sgomberare subito il campo: sono per l'eliminazione totale di tutti i simboli religiosi, veli, croci, papaline, kippah, kesa e altre chincaglierie o uniformi o straccetti del genere. Sì, ma come fai a distinguere il significato religioso da quello tradizionale o legato semplicemente alla moda? Ma Infatti non lo distingui, allora l'importante è depotenziare il significato politico del capo o del ninnolo, far capire che fra un Albero Bianco di Gondor e una Mano di Fatima non vi è alcuna differenza, e questa perdita di significato la devi in qualche modo suscitare, anche mettendola giù a muso duro, perché grande è la confusione sotto i cieli e forte è la tentazione di attaccarsi a un qualsiasi oggettino per farne baluardo identitario e bandiera ideologica, l'uomo si abitui a non credere in niente: né con Dio ma per l'appunto nemmeno coi Lumi, perché la mia non vuole essere una rivendicazione della ragione come ultimo e più degno rimedio, semplicemente nessuno ci salverà e questo ce lo dobbiamo ficcare in testa.



4 commenti:

  1. Per non offendere nessuno, vengono offesi tutti. Non che mi interessi in particolare di quella che chiamano pomposamente "sensibilità religiosa", anche io ho creduto (per non molto in verità) a Babbo Natale. Solo che così non si affronta il problema reale: quello della riconoscibilità. È la mancanza di riconoscibilità che cozza con il nostro codice, però non si può dire, perchè se portare il casco è prescritto da una sola religione bisogna, per equità, colpirle tutte. Ah, quello della kippah non avrà alcuna difficoltà a adeguarsi mentre convincere quello che mette il casco alle proprietà di sesso femminile... buona fortuna.

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    1. L'impossibilità della ricetta era già implicita nel post, pure dichiarata.

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  2. Se posso, sarebbero considerazioni valide in un eterno presente. Dietro i simboli c'è il peso della storia. Pure la lampadina alata, per te può essere un divertissement, ma quanta storia c'è dietro? E dal simbolo non se ne esce fuori tanto facilmente, anche questo salvifico punto di fuga è impraticabile.

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