martedì 16 settembre 2025

Della vendetta in forma di giustizia

Con la malvagità ha già una qualche affinità il desiderio di vendetta, che ripaga il male con il male non in vista del futuro, come è caratteristico della pena, ma semplicemente a causa di ciò che è accaduto in quanto tale, del passato, e dunque senza trarre alcun vantaggio, utilizzando la sofferenza non come mezzo ma come fine, per deliziarsi del tormento inflitto personalmente all'offensore. Ciò che distingue la vendetta dalla pura e semplice malvagità e che la scusa almeno un poco è una parvenza di giustizia: quello stesso atto che adesso è una vendetta, infatti, qualora fosse legale, ossia qualora venisse compiuto in forza di una regola stabilita e riconosciuta e all'interno di una società che l'avesse sanzionata, diventerebbe l'esecuzione di un decreto, diventerebbe una pena, e dunque sarebbe conforme al diritto.

A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, Libro IV, paragrafo 65

2 commenti:

  1. La meno remota fattispecie che viene in mente nel diritto italiano è, per esempio, il delitto d'onore, contemplato fino al 1930 dal codice Zanardelli, che riduceva la pena ad un sesto e sostituiva la reclusione con la detenzione. Il seguente codice Rocco stabiliva il massimo della pena a 7 anni ed il minimo a 3. Nel 1981 il delitto d'onore è stato abrogato.

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    1. Ma la vendetta ispira anche leggi moderne apparentemente civilissime, quando non proprio intere indagini.

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