lunedì 16 gennaio 2017

Inerti

Fa discutere la proposta di impiegare i richiedenti in attesa di asilo in attività socialmente utili. "Prima gli italiani!", dicono i leghisti. E allora non facciamoli lavorare. "Bravi, così ce li ritroviamo a gironzolare per strada!". E allora diamogli una possibilità di impiego. "E gli italiani?!", e così via. "E poi perché proprio lavori socialmente utili? Sono lavori avvilenti". Be', allora non se ne fa nulla, certo non possiamo assumerli alle Poste. Che ne facciamo, dunque, di questi poveretti che fuggono da guerre e da persecuzioni? Nulla, non li si può impiegare perché vai a ledere un diritto costituzionale, quello del lavoro agli italiani, e quando non è un diritto è un'ingiustizia perpetrata nei confronti del povero negro. Di nuovo: che ne dobbiamo fare? Lasciarli giustamente nel loro limbo, relegati a uno stato di nullità, privi di ogni possibilità concreta di integrazione attraverso il lavoro e l'uso della lingua, così da farne dei capri espiatori e argomento elettorale per leghisti e grillini "de destra" con la connivenza dei compagnucci "de sinistra". Come ti dice male, immigrato.

6 commenti:

  1. è che non ci sono lavori socialmente utili (non qualificati) che non siano già coperti da una apposita propaggine statale o comunale. - "Mettiamoli a pulire le strade !"-, c'è già la nettezza urbana; - "Mettiamoli a pulire i boschi !"-, c'è già la forestale. Sì, qualcosa negli interstizi rimane, ma è veramente poca cosa, quasi sempre il risultato non varrebbe il costo organizzativo della gestione dei lavoranti (strumenti di lavoro, formazione, sorveglianza, trasporti).

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    1. In realtà qualche comune già lo fa, ma per carità di Dio, sfruttamento capitalista.

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    2. no, le esperienze intraprese, basate sull'adesione volontaria, sono generalmente molto belle e vanno incoraggiate. Il punto è che il governo vuole trasformare in un obbligo quella che fino ad ora è stata un'opportunità.
      Questo oltrepassa pure lo sfruttamento capitalistico e sfiora la schiavitù.

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    3. Per poche ore al giorno entro un discorso di volontariato fatto finalizzato all'integrazione sarebbe schiavitù? I soliti esagerati, nascondente la vostra ignavia dietro i grandi sistemi.

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    4. entro un discorso di volontariato va benissimo, ma il governo ha intenzione di introdurre un obbligo di lavoro per il clandestino che voglia ottenere lo status di rifugiato. Tutto il sottobosco dell'imprenditoria "sociale" si sta già fregando le mani.

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    5. Si fregano le mani. Hai un'idea degli imprenditori da Uncle Scrooge, più che marxiano il tuo lamento anticapitalista è dickensniano.

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