lunedì 12 gennaio 2015

L'inemendabile

[Parentesi filosofica, almeno finché possiamo permettercela]

Ancora due paroline su Maurizio Ferraris e il new realism*. Si sa che i nuovi realisti cercano la realtà oggettiva e inemendabile in polemica con l'ermeneutica postmoderna per cui tutto è interpretazione, e questa realtà inemendabile la cercano fuori dalla coscienza, notoriamente fonte di ogni possibile soggettività. E qui mi stupisco perché nemmeno più la fisica pensa una realtà ultima e inemendabile indipendentemente dal soggetto. Ora, non so se Ferraris ne è al corrente ma esiste una cosa chiamata meccanica quantistica per cui quella realtà 'esterna' che dovrebbe essere così oggettiva e inemendabile si comporta diversamente a seconda che il soggetto la osservi o meno. La mia posizione è che ciò che vi è di veramente oggettivo e inemendabile sia in ultima analisi proprio la correlazione fra soggetto e oggetto, che non esista un dentro e un fuori in quanto esiste solo correlazione fra elementi costitutivi della realtà (che siano monadi, omeomerie, particelle, funzioni d'onda, stringhe o reti di spin). Se Ferraris e i nuovi realisti vogliono dunque qualcosa di realmente oggettivo e inemendabile eccoli serviti. Non va bene? Forse il vero obiettivo non è tanto tentare di scovare la natura ultima della realtà ma è semplicemente non darla vinta al povero Vattimo? Il quale, ben inteso, spesso è ottenebrato dalla vis polemica proprio quanto il Ferraris. (ah, e comunque l'albero che cade non fa rumore se non vi sono orecchie in ascolto, il suono è una proprietà emergente dell'apparato uditivo, non certo dell'albero, a meno che non si tratti di un Ent e in quel caso, ma solo in quel caso, si ascolterebbe cadere).

4 commenti:

  1. La questione è un po' più complessa di così, ma è veramente troppo difficile da trattare in un commento e comunque al di là delle mie capacità. Forse, più che a Ferraris bisognerebbe rivolgersi a Meillasoux, Brassier, Harman, per tentare di compredere il realismo speculativo. Il cerchio magico del correlazionismo è praticamente impossibile da spezzare, ma qualcosa al di là si può sempre intravedere.

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    1. Allora la domanda é: cos'è che si può intravedere al di là del cerchio magico?

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    2. Non so, forsa una presenza immane, incombente, ciò che non ha ragione né mai ce l'avrà (per parafrasare la canzone di Chico Buarque de Hollanda -Fossati ...). Se ci si pensa, Schopenhauer stesso utilizza il corpo come nesso tra la rappresentazione e quella che lui chiama volontà, il Reale. Qui è il problema (se è un problema).

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    3. Seguendo Schopenhauer, il corpo è oggettivazione della volontà, correlati risultano dunque la rappresentazione e la cosa in sé attraverso il corpo. Ma se si intende il corpo come oggettivo inemendabile, ci si presenta comunque l'evidenza che il corpo è ciò che è nei limiti e nei modi concessi dalla sensibilità che si manifesta nella coscienza.

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