martedì 20 maggio 2014

E' vero, la soluzione sarebbe stata fare dell'Italia un paese competitivo ma siccome abbiamo avuto da vent'anni a questa parte solo governi che hanno rimandato la questione invece di occuparsene, governi che vivacchiavano e liti da cortile o alla peggio che avevano tutto l'interesse a fomentare un certo malcontento per sfruttarlo a fini elettorali e una volta al comando gestire il consenso, ecco, siamo giunti a questo punto in cui l'ultimo imbecille che urla al mercato delle vacche sembra a molti l'unica scelta possibile e la più necessaria, disperati, come dice Berlusconi, ma disperati anche per una sua precisa responsabilità e per quelle dei suoi oppositori. E ora che siamo ai "se fosse stato, se invece di" ecc., ci sembra che una volontà diversa avrebbe potuto salvarci e invece quello che si mostra è un destino, implacabile nella sua precisa compiutezza. E se questa vi sembra tautologia bella e buona allora vi lascio volentieri a meditare sulla reale consistenza della libera volontà e sulla reale utilità del rimpianto.

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