domenica 11 agosto 2013

E' più forte di me, appena ho un po' di tempo libero a disposizione e spurgato delle ansie da lavoro dipendente ritorno sui miei passi e ricomincio a leggere e a studiare filosofia, è un riflesso automatico. Mi richiudo in me stesso, erigo una gran muraglia fra me e l'umanità e come per magia ritorna il sereno. Sono leggermente autistico, dovrebbero proprio proibirmi di fare vita sociale, ne va della mia stabilità mentale, questa benedetta solitudine me la dovrebbe prescrivere il dottore. Voi, la gente, gli altri da me, mi mettete ansia, anche se non fate niente so che ci siete e mi sale la pressione. E' vero che dovrei trovarmi un buon psicologo e fare vita da disturbato mentale per il resto dei miei giorni, ma sono cure costose e che raramente portano qualche beneficio. E poi pure gli psicologi sono altri da me, mi metterebbero ansia pure loro. Un discreto benessere economico sarebbe la cura più giusta, soldi quel tanto che bastano perché la vita non ti importuni più. Io, in un posto come il Bangladesh, dove gli esseri umani si moltiplicano con l'ottusa vitalità delle colture batteriche, proprio non riuscirei a vivere, mi farei spazio a colpi di machete. E poi se il mio vicino di casa ottomano la smettesse con la sua musica orientale del cazzo sarebbe anche meglio, ne gioverebbero le orecchie e la fratellanza fra i popoli. Ci sono posti nei grandi territori canadesi del nord dove non incontreresti anima viva per centinaia di chilometri, altro che i canti degli ottomani, la vera libertà è là dove la gente se ne sta bella larga, via dalla pazza folla.

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