E' l'uomo per natura un essere sociale, come riteneva Aristotele (da non confondere con “socievole”, mi raccomando)? Io penso che per natura, e qui si intende “prima di tutto”, l'uomo nasca individuo e poi sia costretto dalle circostanze a farsi sociale (e casomai socievole). Questo perché talvolta, nei discorsi che si vogliono dare un tono, si pensa di poter giustificare la necessità dell'impegno politico facendo leva su quel concetto aristotelico il quale, nel discorso corrente, non sembra indicare alcuna verità definitiva e originaria ma piuttosto un'opinione come tante. Per cui, smitizzando alquanto la questione, la politica riguarderebbe più la necessità che la virtù, perché da individui ci troviamo calati dentro una dimensione che ci costringe, nel bene o nel male, ad essere politici e cioè a darci un senso relativamente alla dimensione sociale, che talvolta ci abbraccia, talvolta ci stritola. Essenzialmente la mia passione politica è una forma di difesa dalla politica, il bene comune eventualmente viene dopo, prima viene il personale istinto di sopravvivenza.
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