venerdì 26 ottobre 2018

Oclocrazia

Il governo del popolo annoiato dai troppi anni di pace e di libertà, la dimenticanza del male. Dal greco antico: ὄχλος, óchlos, “moltitudine, massa” e κράτος, krátos, “potere”). 

Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza […], essi stimano più di ogni altra cosa l'uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell'abitudine, l'uguaglianza e la libertà di parola, cercano di prevalere sulla maggioranza; in tale colpa incorrono soprattutto i più ricchi. Desiderosi dunque di preminenza, non potendola ottenere con i propri meriti e le proprie virtù, dilapidano le loro sostanze per accattivarsi la moltitudine, allettandola in tutti i modi. Quando sono riusciti, con la loro stolta avidità di potere, a rendere il popolo corrotto e avido di doni, la democrazia viene abolita e si trasforma in violenta demagogia […]. 

Polibio, Le Storie, libro VI, cap. 9, nella traduzione italiana di Carla Schick, Mondadori 1955, vol.II, p. 98).

fonte: wikipedia.
Prendi per esempio il momento attuale. A qualcuno tempo fa gli era venuto in mente di fare un movimento che fosse vicino alla ggente: metti in giro la voce che la Boldrina gira in Ferrari e che vuole accogliere tutti i negri, che la Boschi fa i lavoretti a Renzi e che intrallazzano per conto delle rispettive tribù del Giglio Magico, che i politici complottano contro la ggente abbandonandola alle storture del turbocapitalismo mondialista, dai e dai vedi che funziona: ha funzionato. Ora devono continuare solo a sostenete la commedia, trovare sempre nuovi modi per blandire la ggente. Uh, ne hanno ancora di colpi in canna, la madre del ggentista è sempre incinta.

giovedì 25 ottobre 2018

Ho cominciato a preoccuparmi meno della politica quando ho smesso di postulare l’esistenza di un piano ben organizzato dietro all’azione dei vari leader che di volta in volta si succedevano al governo, come per esempio Berlusconi prosecutore più o meno occulto del piano della P2, Prodi di quello dei tecnocrati mondialisti, Renzi di quello di Berlusconi, ecc. Non hanno un piano, nessuno ce l’ha. L’unico piano è mettere in atto tutti gli stratagemmi possibili per prevalere sull’avversario per quanto più tempo possibile. Il contenuto ideologico, se ce n’è uno, non precede l’azione ma la segue come un fatto accessorio, solo perché bisogna far finta di avere un piano per essere più credibili e non dare l’impressione di andare a tentoni, l’unico vero fine è l’affermazione personale del tifosotto che non vuole darla vinta ai tifosotti avversari, non c’è altro. Il vero pericolo casomai è che questi quattro scemi per assecondare i propri svaghi personali diano la stura a mostruosità ideologiche che poi non riescono più a controllare.

martedì 23 ottobre 2018

Anomia

Come stabilire la quantità di benessere, di conforto, di lusso che un essere umano può legittimamente cercare di ottenere? Né nella costituzione organica, né in quella psicologica dell’uomo, si trova alcunché che segni un termine a simili tendenze. Il funzionamento della vita individuale non richiede che esse si fermino qua piuttosto che là; […] La nostra sensibilità, di per sé, se si astrae dal potere esterno che la regola, è un abisso senza fondo che nulla può colmare” (Il suicido, Emile Durkheim)

Come stabilire la quantità di benessere a cui si può “legittimamente” aspirare? Semplice, col metodo della carota: promettere benessere “legittimamente” illimitato in cambio di sostegno politico ed elettorale, poi, quando ciclicamente verrà smascherato l’inganno, via che si ripartirà per un altro giro di speranza, funziona così.

"La nostra sensibilità, di per sé, se si astrae dal potere esterno che la regola, è un abisso senza fondo che nulla può colmare.” 

[anomia, assenza di leggi e di valori, di limiti al desiderio individuale in seno a una società, l’incubo di Durkheim]

domenica 21 ottobre 2018

Sociologia (ritorno alla)

Ho ripreso in mano i testi di sociologia, Comte il tecnocrate che nell'organizzazione scientifica del mondo aveva inteso trovare la soluzione del caso, Marx l'apocalittico che in quella organizzazione ci aveva visto esclusivamente il caso dello sfruttamento e dell'alienazione (non che non esistesse un caso, ma che quello fosse il caso più decisivo degli altri), Tocqueville, il placido aristocratico che forse aveva avuto lo sguardo più lungo di tutti, sempre a sentire Raymond Aron, e cioè "la visione pacificata di una società in cui ognuno possiede qualcosa e in cui tutti, o quasi, sono interessati alla conservazione dell'ordine sociale" (Le tappe del pensiero sociologico, Mondadori, Oscar saggi 1989, Lire 19.000). Tocqueville che accettava il destino democratico con calma rassegnazione, rimpiangendo in cuor suo la perdita del blasone e dello slancio eroico delle società aristocratiche (?) in cambio di un più diffuso benessere per la maggior parte delle persone (la nascita della società industriosa e mercantile in cui le fortune non sono garantite dal titolo nobiliare). Sì, piuttosto calzante come analisi, ci può stare (Aron scriveva sul finire degli anni sessanta).

A chi bisogna rivolgersi, oggi come oggi, per diventare famose?

Dove sono finite le olgettine, l'epopea delle starlette che in cambio di una toccatina aspiravano alla celebrità del piccolo schermo, quello schermo, ahimè, che si è ulteriormente rimpicciolito alle dimensioni degli smartphone e che fa da brodo di coltura alle trendsetter e alle sgallettate di Instagram. Manca il punto di riferimento, non sanno più a chi devono mollarla per fare il grande salto nel mondo dello spettacolo, manca lo zio Silvio, il commendatore di Segrate con l'impresa radiotelevisiva in calcestruzzo che la trovavi almeno sull'elenco del telefono e sulla piantina di Milano, e invece a chi bisogna rivolgersi, oggi come oggi, per diventare famose?

Elettra Miura Lamborghini

In questa grande simulazione semantica che è il mondo Elettra Miura Lamborghini è un segno messo a bella posta sul libro della vita per indicarci il significato di “riccanza”. E d’altronde l’avete voluta la liberazione sessuale? Non ce n’è una più educata delle altre, una volta che hai aperto il vaso (e dico il vaso) vale tutto, senza distinzione (in realtà la ragazza ci tiene a precisare che è una suorina, legge la Bibbia e mantiene un canale diretto con Dio, che poi abbia le chiappe tatuate a macchia di leopardo non ci deve distrarre, dev’essere Garage Italia che è intervenuto con uno stencil).

La democrazia tranquilla

"Se vi sembra utile far convergere l'attività intellettuale e morale dell'uomo sulle necessità della vita materiale e di impiegarla nella produzione del benessere; se la ragione vi sembra più vantaggiosa per gli uomini del genio; se il vostro scopo non è quello di creare virtù eroiche, ma abitudini tranquille; se preferite i vizi ai delitti e preferite trovare un minor numero di grandi azioni, a patto di imbattervi in un numero minore di misfatti; se, invece di agire in seno a una società brillante, vi basta vivere in mezzo a una società prospera; [...] allora livellate le condizioni e costituite il governo della democrazia."

La democrazia in America, Alexis de Tocqueville

La democrazia come società piccolo-borghese. Tocqueville, si sa, scriveva pensando alla Francia della rivoluzione e dell'Ancien Régime, la democrazia in America gli doveva sembrare già tanta roba. Solo qualche appunto: l'idea che il livellamento delle condizioni porti a un impoverimento del genio, come se i geni fiorissero solo nelle società belluine (dove siamo, in un libro di Nietzsche?) e quella bella frase "se preferite i vizi ai delitti", sì, d'accordo, ma l'ipertrofia dei vizi che si incrementa nella frustrazione di un benessere da poco e comunque sempre incerto genera pure lui i suoi mostri che poi alla fine minacciano di farla scoppiare, la democrazia tranquilla, lascia stare.

sabato 20 ottobre 2018

Questo blog ha fatto il suo tempo, mi ha tenuto compagnia, grazie di tutto.

mercoledì 17 ottobre 2018

Credo di non credere più nella politica, nemmeno a quella. Quando lo credevo mi sbagliavo, ero posseduto da un demone, sostenuto da un vago romanticismo e amore per l'umanità (che nascondeva istanze personali più meschine). Applicare la logica analitica ai casi politici. Oppure quella dialettica, anche peggio. Oppure la politica ridotta a scontro fra tifoserie. Per carità di dio, che ci hanno già fatto una testa tanta con Cristiano Ronaldo. Bye bye.

lunedì 15 ottobre 2018

Alcuni testi idilliaci di Marx, scriveva Aron, tratteggiavano una società futura in cui gli uomini andavano a pesca al mattino, all’officina di giorno, per ritirarsi la sera a coltivare lo spirito, tradotto nel linguaggio di oggi guardare Temptation Island VIP.

martedì 9 ottobre 2018

A me piace l’innamoramento ma non in genere quel che gli vien dopo, dopo l’ipotetica sigaretta che da non fumatore mi accendo idealmente nella mente, a un certo punto mi domando che cosa rimane dopo che il desiderio è stato soddisfatto, in tutti i non troppo numerosi casi della mia vita, niente.

Dell’ateismo assoluto

Io non credo in dio non perché la scienza con i suoi risibili argomenti è in grado di confutarne l’esistenza (anzi, l’armonia svelata del cosmo spinge alcuni a vedere i prodromi di un disegno intelligente) ma perché anche qualora un dio si manifestasse io mi sentirei libero di dubitare della sua buona fede: chi mi garantisce che non mi stia mentendo?

lunedì 8 ottobre 2018

Dev’essere proprio la natura che fa in modo che emergano i tratti più bestiali attraverso il fascino che emanano i mentecatti, la Volontà con la “V” maiuscola, l’entità misteriosa che produce la vita per la vita senza altro scopo che non sia la riproduzione acefala di questo grande abominio mondano in cui gli uteri di oggi diventano le ossa di domani. Nei momenti di lucidità mi si forma nella mente questa visione della storia come una catasta infinita di scheletri ammonticchiati uno sopra l’altro come in un disegno di Alfred Kubin.

...e intanto Siffredi non sbagliava un film

[i racconti della Bassa]

La leggenda di Rocco Siffredi si era diffusa fra noi della terza analisti contabili come un’epidemia di gonorrea, si narrava di quest’uomo che ce l’aveva grosso come un cavallo, orgoglio patrio più del Foscolo e dell’Alfieri, eccellenza italiana. Ci domandavamo: come faceva ad entrarci? Le donne fra le gambe dovevano avere tipo una spugnetta per i piatti. Forti di questo prototipo di stallone noi in fondo si sperava che un poco di virilità ci venisse riconosciuta per proprietà transitiva, come un’aura infusa dal suo carisma, ma in realtà le femmine della nostra classe guardavano quelli più grandi, amatori ferini con giubbotti di pelle e motorini di grossa cilindrata abitanti il mondo di fuori. In particolare c’era una bella ragazzona nell’altra sezione che si presentava sempre con la gonna al ginocchio e le calze bianche da educanda, aveva due labbra che parlavano la lingua dell’amore, e le scarpine scollate, era fatta della stessa sostanza del burro. Io mi ero immaginato non so che cosa, che fosse la donna che faceva al caso mio, grande fu la sorpresa quando l’anno successivo me la ritrovai incinta. Non si poteva proprio evitare di considerare quelle gambotte accavallate, qualcun altro però era stato più lesto di tutti, un meccanico privo di titolo di studio. Perché alle donne piacciano proprio i mentecatti non si capisce, e perché non scelgano invece chi le può ubriacare di letteratura, non sono poi così sicuro che ne capiscano dell’amore. Fatto sta che alla fine sgravò giusto in tempo per fare l’esame di maturità, lei con le sue calze bianche e la sua carne di burro, che quando la baciammo lasciando la camera d’ospedale in cui ci eravamo recati per farle visita mi sembrò più soffice di un memory foam. E intanto Siffredi non sbagliava un film.
Non capisco tutto questo allarmismo sullo spread, quando sfonderà il muro del suono semplicemente Di Maio fa una legge per abolirlo (siamo sovrani e facciamo come cazzo ci pare, non è così?).

giovedì 4 ottobre 2018

Un dinosauro dice all'altro: io voto asteroide perché abbiamo bisogno di un cambiamento.

Ho letto del reddito di cittadinanza tracciabile e non utilizzabile per spese immorali, niente troie ma questo va da sé, niente bordelli svizzeri che si può utilizzare solo sul suolo italiano, niente gratta e vinci e sigarette, tipo che se al supermercato mi viene una voglia forte di nutella mi arriva la notifica della finanza a casa. Una volta data la stura alla minchioneria è come aprire la valvola di sfogo di una diga però fatta di liquame, non la fermi più finché non s'è sfogata tutta. E io che ci volevo comprare la Ferrari.

lunedì 1 ottobre 2018

"Governano, dirigono, fanno e disfano leggi, comandano vicini e lontani, senza mai togliersi dalla testa il cappuccio nero senza buchi per gli occhi, ignorando che così non possono vedere, oppure compiacendosene. Il popolo li accusa o approva immaginando che vedano dove vanno."

Guido Ceronetti
"È impossibile governare senza mentire. Il successore di uno che governa mentendo non può far altro che, dopo aver denunciato (mentendo) quelle menzogne, seguitare a sgranarle variandole (di pochissimo) nel tono e nella forma. Bisognerebbe essere governati da afoni. La verità è un miracolo individuale e per niente una necessità pubblica."

Guido Ceronetti